Presentata all’Unesco dal governo italiano, la candidatura ufficiale della cucina italiana a patrimonio dell’umanità è “un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano. Questo mosaico di tradizioni riflette la diversità bioculturale del Paese e si basa sul comune denominatore di concepire il momento della preparazione e del consumo del pasto come occasione di condivisione e di confronto”.
Un patrimonio di riti, saperi, gestualità e pratiche sociali che anche Coldiretti identifica censendo i 5450 tesori gastronomici del Made in Italy, specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola che tocca grandi città e piccoli borghi dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali. E che, come rivela l’indagine Coldiretti/Symbola: “Spinge a tavola 1/3 della spesa turistica, alla scoperta di un Paese come l’Italia che è l’unico al mondo che può contare su primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare”.
Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura e una tradizione che sono rimaste vive nel tempo ed esprimono al meglio la specificità di ogni territorio.
In Italia cucinare è un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici (quando lo si fa in casa) o degli avventori (quando lo si fa al ristorante). È un mosaico di tanti saperi locali, un’espressione di creatività e conoscenza che si fa tradizione e si trasmette tra generazioni. È anche una forma di tutela della biodiversità, basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori. La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio per 60 milioni di italiani che vivono nel Paese, per 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono al di fuori del Paese e per tanti stranieri che amano e si ispirano allo stile di vita italiano.
Alla base del successo del Made in Italy c’è anche un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con 80mila operatori nel biologico, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (319), 526 vini Dop/Igp.
La candidatura è stata promossa da Collegio Culinario, Fondazione Casa Artusi, La Cucina Italiana, Accademia italiana della Cucina mentre la scrittura del dossier è stata portata a termine a cura di Pier Luigi Petrillo, professore della Luiss, che già ha curato i riconoscimenti Unesco delle Dolomiti, del Prosecco Superiore di Conegliano, della Dieta mediterranea, dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani. La procedura di valutazione dovrebbe concludersi al massimo entro dicembre 2025. Ha spiegato il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano: “Da parte mia ci sarà tutto il sostegno, perché promuovere la cucina italiana significa promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti, ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari”.