Poche regole e molto semplici: quando la flessibilità incontra la sostenibilità nasce dieta flexitariana
Il suo nome unisce flexible (flessibile) e vegetarian (vegetariano), ed è una dieta che sta riscuotendo un successo crescente, anche perché scelta da molte celebrità per mantenere o riconquistare il peso desiderato. Tra gli ultimi, Megan Markle ha recentemente dichiarato di essere tornata in forma proprio grazie alla dieta flexitariana. Ma ricordiamoci che quando parliamo di dieta, noi parliamo di un regime alimentare inteso come stile di vita e come selezione dei cibi con cui costruire il proprio menu quotidiano, senza riferimento a quantità, né tantomeno a privazioni. La dieta flexitariana infatti si inserisce in un quadro di scelte individuali che mettono al primo posto il benessere psico-fisico, nel segno dell’equilibrio, del rispetto della natura e del contenimento dell’impatto ambientale della filiera alimentare.
Del resto, la dieta flexitariana viene elaborata alla fine degli anni Novanta con questa promessa: poche regole e un compromesso tra la dieta vegetariana, la più sostenibile in termini di consumo di risorse naturali, e l’introduzione di proteine di origine animale, utile a correggere le eventuali mancanze nutrizionali legate ad una scelta tutta vegetale, come carenze di calcio, ferro, vitamina D e vitamina B12. Oggi possiamo delineare il profilo del flexitariano come quello di “un vegetariano che mangia occasionalmente carne”, facendo trascorrere almeno cinque giorni tra un consumo e l’altro. Dunque via libera ad un consumo moderato di carne bianca e rossa e di uova, in modo tale che rappresentino circa il 20% della nostra alimentazione e che siano preferibilmente biologici e a chilometro zero.
Verdura e frutta, fresca e secca insieme a cereali integrali, legumi e semi oleosi rappresentano la base della alimentazione quotidiana, a cui va aggiunto un consumo contenuto di proteine animali di qualità, mentre non c’è alcuna limitazione per il pesce.
Seguire questo regime alimentare genera molti vantaggi perché consente di controllare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo cattivo, a tutto vantaggio della salute del nostro sistema cardiocircolatorio. Inoltre, l’elevato apparto di vitamine e Sali minerali, insieme alle fibre, promuove il buon funzionamento dell’intestino ed un generale effetto antiossidante, a favore del nostro benessere psico-fisico e della nostra bellezza.
Proprio perché si tratta di una dieta fondata su poche regole a cui attenersi e su una adattabilità da modellare in base alle proprie esigenze, la flexitariana prevede anche diversi livelli di adesione: un livello base, in cui si procede con la riduzione progressiva delle proteine animali da consumare dopo due giorni di sospensione; un livello intermedio, in cui vi si rinuncia per tre o quattro giorni; ed infine il livello avanzato, in cui le proteine di origine animale, per un quantitativo pari ai 250 grammi complessivi, vengono consumate dopo cinque giorni caratterizzati da menu interamente vegetariani.
Per seguire la dieta flexitariana, sono consigliatissimi yogurt vegetale con cereali aggiunti, macedonia di frutta fresca di stagione con integrazione di semi oleosi (come sesamo, zucca, chia, lino ecc.) spremute, tisane rinfrescanti, acqua aromatizzata e te, senza l’aggiunta di zuccheri, primi piatti di pasta con le verdure, minestroni e zuppe di legumi, magari da consumare fredde, pesce preparato con condimenti leggeri, insalatone miste e spuntini a base di frutta secca. Sempre riducendo al minimo il consumo di cibi industriali preconfezionati, di dolci e di bevande zuccherate e gassate.
Fra tutte le stagioni, l’estate, ricca di verdure da consumare crude e di frutta succosa e piena di vitamine è proprio la stagione più adatta per cominciare a seguire la dieta flexitariana con un certo impegno, ma soprattutto con tanto gusto. E con la certezza che questo regime alimentare fa bene a noi e fa bene al pianeta.