Olio, caffè, pasta, legumi e prodotti freschi: come conservarli al meglio per evitare gli sprechi
Noi esseri umani consumiamo ogni anno l’equivalente di 2 pianeti, immettendo nell’atmosfera circa 36 miliardi di tonnellate di CO2. Se continuiamo a questi ritmi, nel 2050 l’umanità potrebbe consumarne anche 3 di pianeti all’anno. Per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, il WWF suggerisce allora delle piccole azioni che passano per una casa meno calda in inverno, dove 20 gradi e un maglione in più possono bastare, a consumi più efficienti soprattutto degli elettrodomestici che incidono tra il 50 e l’80% sul costo della bolletta dell’energia. Dall’attenzione nell’uso dell’acqua all’abbandono dell’usa e getta, fino alla riduzione degli imballaggi, soprattutto in plastica e all’attenzione a come ci muoviamo, privilegiando le passeggiate a piedi, in bicicletta, l’uso del treno e dei mezzi pubblici. Ma, è soprattutto il contrasto allo spreco alimentare la soluzione numero uno per combattere il cambiamento climatico e limitarne i danni su persone e ambiente.
Per muoversi verso questo obiettivo, una delle prima cose da conoscere è la differenza tre le diciture presenti sulle etichette degli alimenti, soprattutto là dove dicono: “Consumare entro il…” o “Consumare preferibilmente entro…”. Anche se sono simili, si tratta di espressioni che hanno significati molto diversi:
“Da consumarsi entro il..” significa che l’alimento può essere consumato fino e non oltre la data indicata sulla confezione. “Da consumarsi preferibilmente entro” indica invece che il cibo sarà sicuro per il consumo anche dopo la data sulla confezione, ma che potrebbe non essere nelle condizioni ottimali.
Insomma, la prima dicitura la troviamo soprattutto sui prodotti freschi e di facile deperibilità come latte, yogurt, formaggi o salumi confezionati. Prodotti che, oltre la data indicata, possono cambiare sapore e valore nutrizionale. Mentre la seconda vale per i prodotti da dispensa, come le farine, che possono mantenere in sicurezza le proprie caratteristiche ancora per un po’ oltre le date di consumo indicate. Certo, un prodotto che è stato aperto può deteriorarsi più rapidamente e, quindi, è sempre buona pratica quella di ispezionare la confezione e conservare i prodotti in barattoli con la chiusura ermetica.
I legumi secchi si conservano molto meglio in un luogo asciutto, lontano da fonti di calore, anche loro chiusi in un barattolo ermetico. Durano a lungo, anche diverse settimane dopo la data indicata sulla confezione, fino a un anno e mezzo per quelli acquistati sfusi ma, mentre invecchiano, perdono progressivamente parte del loro valore nutritivo e del loro sapore: riducendo piano piano la loro umidità richiedono tempi di ammollo e cottura più lunghi che possono determinare una perdita anche del loro contenuto nutrizionale. Stesso discorso per la pasta: come alimento secco si conserva molto bene e possiamo consumarla anche qualche mese dopo la data indicata, a patto che la confezione risulti sempre integra. In ogni caso, è bene considerare la poca utilità di fare scorta eccessiva di pasta, così da non essere mai costretti a buttarne via una parte.
E per l’olio? Meglio una bottiglia scura ben chiusa per evitare l’ossidazione delle sostanze benefiche e l’irrancidimento dei grassi. La bottiglia, poi, meglio tenerla a distanza da fonti di calore e di luce diretta. E che dire, invece, del caffè? Ognuno in Italia ha un suo metodo per conservarne fragranza e gusto, anche perché sappiamo che può durare a lungo ma che, una volta aperto, rischia di perdere progressivamente le sue sostanze aromatiche. Meglio, perciò, conservarlo in un barattolo in vetro scuro o di latta e…. non in frigorifero: il caffè macinato assorbe facilmente l’acqua e si può formare un po’ di condensa dentro al barattolo, perdendo sia in termini di sapore sia nelle sue composti come i polifenoli, importanti antiossidanti naturali che fanno tanto bene alla nostra salute.