Mezzo chilo a testa alla settimana: ecco quanto pesa il nostro spreco alimentare
Gli alimenti più spesso sprecati in Italia? Svettano la frutta fresca (3,4 grammi al giorno) e il pane (2,3 g): in un anno poco più e poco meno di 1 kg pro capite. Nella top 5 anche insalata, verdure, aglio e cipolle.
Secondo l’indagine 2022 Waste Watcher Il caso Italia 2023
nella pattumiera degli italiani finiscono 75 grammi di cibo a testa al giorno per un totale di 524,1 g settimanali ovvero il -12% rispetto all’indagine dello scorso anno. Il tutto per un valore di 6,48 miliardi di euro cui si aggiungono gli oltre 9 miliardi di euro dello spreco di filiera.
Spiega il fondatore di Spreco Zero, l’agroeconomista Andrea Segrè: “Si tratta di una cifra che aumenta se teniamo conto anche del valore energetico del cibo sprecato: relativamente al 2022, vale 5,151 miliardi euro e porterebbe così il costo economico dello spreco alimentare domestico italiano a 11,63 miliardi di euro. Solo due anni fa, nel 2021, il valore energetico del cibo sprecato era di 1,945 miliardi di euro, l’impennata mondiale dei costi dell’energia ha comportato un aggravio di oltre il 150% (3,205 miliardi, a livello italiano), malgrado una lieve flessione nello spreco domestico nazionale”.
Ma c’è un dato ulteriore da aggiungere, ed è quello relativo allo spreco di filiera, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo. “Nel 2022 sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo per un valore complessivo e vertiginoso di 9.301.215.981 euro”.
D’altra parte, rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche sulla base della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%).
Su cosa si risparmia, quindi?
Un italiano su 2 (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Risparmio non è più la parola chiave nei comportamenti degli italiani, solo il 7% dichiara di metterla al primo posto nei comportamenti di acquisto: prevale piuttosto un approccio al cibo pragmatico, per 6 italiani su 10, e l’attenzione alla qualità per il restante 32%.
Ma come siamo noi cittadini di fronte allo spreco? Sono i 4 profili della ricerca Bva Doxa che rivela, invece, come gli italiani virtuosi, benintenzionati e parsimoniosi (non spreco per risparmiare) rappresentino il 67% delle risposte. Dimostrando come la consapevolezza del fenomeno dello spreco alimentare spinga la maggioranza degli italiani ad adottare comportamenti antispreco e virtuosi per affrontare il problema in prima persona.