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Leggera, digeribile, tenera, nutriente e OGM free: è la Fesa di tacchino a fette 100% italiana della linea Ohi Vita

24/12/2022
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Prodotti

Per portare in tavola un alimento di qualità, gustoso, 100% italiano e con tutta la sicurezza alimentare di una filiera certificata, niente di meglio della Fesa di tacchino a fette della linea Ohi Vita, prodotta da animali allevati a terra senza l’uso di antibiotici e nutriti con un’alimentazione che non prevede l’uso di OGM.

 

Magra, digeribile, ricca di ferro, leggera e nutriente, la carne di tacchino è una carne bianca che rappresenta un alimento dalle preziose caratteristiche nutrizionali indicato per tutte le età.

 

In primo luogo, per l’elevato contenuto di proteine ad alto valore biologico che la contraddistingue, insieme alla ricchezza di ferro, essenziale per la buona salute del nostro organismo e per lo svolgimento delle sue funzioni metaboliche di base. La sua consistenza tenera, unita alla facile digeribilità, la rende un’ottima soluzione da integrare nel regime alimentare dei bambini, degli anziani, e delle persone convalescenti. Inoltre povera di grassi com’è, la carne di tacchino è spesso consigliata nelle diete ipocaloriche e per coloro che praticano sport e una vita attiva.   

 

Originario del Messico e dell’America centrale, il tacchino venne importato dall’America in Spagna e da qui si diffuse rapidamente in tutta l’Europa. Fu probabilmente Cristoforo Colombo il primo europeo a fare la conoscenza con questo animale quando, il 14 agosto 1502, raggiunse le coste dell’attuale Honduras ricevendo dai nativi diversi doni e, tra questi, alcune di quelle che subito decise di chiamare “gallinas de la tierra”.

Il tacchino (Meleagris gallopavo) veniva tradizionalmente utilizzato dai Maya non solo per la sua gustosa carne, ma anche per le penne e le ossa che erano impiegate per costruire frecce o diversi altri strumenti. Quello che è sicuro è che nei primi anni del Cinquecento il tacchino arrivò in Spagna dal Nuovo Mondo e, di lì, si diffuse rapidamente in tutta Europa grazie alle tecniche di allevamento degli uccelli che nel Vecchio Continente a quel tempo erano già molto sviluppate.

Dal Seicento in poi, la carne di tacchino divenne una prelibatezza ricercata, al punto di essere ritenuta, in molti ricettari della cucina anche italiana, allo stesso livello, se non superiore, rispetto a quella di pavone. Arrosto, allo spiedo, al forno, ripieno o in pasticcio: i grandi chef dell’Ottocento si appassionarono così tanto a questo animale che cominciarono a considerarlo come un vero e proprio scrigno magico all’interno del quale confezionare le più prelibate farciture a base di porcini, tartufi e perfino ostriche.

 

E da cosa deriva il suo nome?

Il termine inglese “Turkey” fa probabilmente riferimento ai mercanti turchi che furono i primi a portare l’animale in Inghilterra. In Francia, all’inizio della sua storia, il tacchino veniva chiamato “Coq d’Inde” o gallo d’India, sempre per l’idea che Cristoforo Colombo fosse arrivato alle Indie Orientali e non certo al Nuovo Mondo; il termine venne poi cambiato dall’uso comune in “dinde” o “dindon”. Anche in Italia all’inizio fu chiamato “Gallo d’India” ma, nel tempo, si privilegiò il termine “Tacchino”, forse per il verso, “toc, toc” che la tacchina fa quando conduce i suoi piccoli.

 

Oggi che la domanda di carne bianca è in continua crescita perché sempre maggiore è la richiesta di proteine ad alto valore biologico e a costi accessibili, il settore avicolo italiano sta rispondendo alla domanda di sostenibilità con elevati standard di qualità con un’attenzione crescente al benessere animale.

 

Per questo è fortemente impegnato nella transizione ecologica per contenere il proprio impatto ambientale in termini di consumi di energia, sempre più proveniente da fonti rinnovabili, di recupero degli scarti di lavorazione da destinare ad altri settori produttivi come per esempio il pet food, nella riduzione dei consumi idrici, attraverso la depurazione e il recupero delle acque reflue. Allo stesso modo, prosegue l’impegno a favore del benessere animale, con l’allevamento a terra, l’aumento dello spazio vitale a disposizione degli animali, che potendosi muovere sono più sani, l’attenzione al loro riposo e l’introduzione di arricchimenti ambientali come balle di fieno, che favoriscono i comportamenti naturali.

 

Un’alimentazione vegetale priva di OGM e di antibiotici risponde alla richiesta di pratiche di allevamento e di produzione della carne secondo i più alti standard igienico-sanitari, che prevedono uno scrupoloso controllo di filiera per garantire la produzione di un alimento sicuro e sostenibile. Come la Fesa di tacchino a fette della linea Ohi Vita, prodotta nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute delle persone.