Le eccedenze dei banchetti nuziali arrivano alle mense sociali grazie ai Foodbusters, gli Acchiappa cibo delle Marche
Sono i Foodbusters, gli Acchiappacibo, e combattono non i fantasmi ma qualcosa di molto più concreto, lo spreco alimentare. Quella subdola cattiva pratica che, soltanto nel nostro Paese, riduce a rifiuto qualcosa come 675 grammi circa di cibo pro-capite alla settimana, secondo i dati del Waste Watcher International, diretto da Andrea Segre, per un costo totale annuo pari a 9,2 miliardi di valore.
Nel caso del cibo recuperato dai Foodbusters, non si tratta nemmeno di uno spreco comune, ma di quello che condannerebbe alla pattumiera prelibatezze tra le più raffinate, ricette tra le più ricercate e materie prime tra le più pregevoli. In una parola, tutto che quello che chi festeggia matrimoni, o altre cerimonie e ricorrenze, sceglie con cura per offrirlo ai propri ospiti, ma che, quando avanza, viene invece gettato via, senza nessun riguardo.
Così, nelle Marche gli Acchiappa cibo, riuniti in una associazione dal 2016 grazie all’iniziativa di Diego Ciarloni e della moglie Simona, si impegnano a recuperare tutto quello che avanza durante feste e meeting aziendali per portarlo alla mensa sociale più vicina al luogo dell’evento, garantendo il rispetto delle norme igieniche di trasporto e conservazione.
Una iniziativa che consente di gustare ottimo cibo, festeggiando quell’abbondanza non solo recuperando il cibo, ma creando anche una rete di relazioni e condivisione sociali.
“Chiamare i Foodbusters significa decidere di far parte di un mondo di folli “supereroi” che, compiendo un gesto di generosità equa e solidale a 360°, pensano che sia giusto impegnarsi per provare a contribuire ad una giusta causa – spiegano gli associati, che sono oggi più di 20 -. Dunque, sottrarre cibo allo spreco significa eco-sostenibilità, ovvero attivare un circolo virtuoso: il potenziale alimento-rifiuto mantiene le sue qualità intatte divenendo risorsa che sfama, offre un’occasione di reintegro sociale e crea valore etico. Donare il cibo in eccesso, inoltre, rende ogni evento più gradevole in chi vi partecipa e un’importantissima testimonianza di valori etici in chi decide di scommettere insieme a noi sul recupero, siano essi coppie di sposi, aziende o organizzatori di eventi.”
L’associazione è entrata a fare parte della rete Foof P.r.i.d.e. (partecipazione, recupero, inclusione, distribuzione e educazione), che riunisce realtà su tutto il territorio italiano attive nella lotta allo spreco alimentare, come azione a beneficio dell’intera collettività.
Ad oggi, i Foodbusters sono stati chiamati a raccogliere il cibo in eccedenza a più di 2000 cerimonie nuziali. “Abbiamo cominciato a proporre la nostra idea agli amici e conoscenti che organizzavano feste e matrimoni, ma la cosa si è allargata in breve tempo – ha dichiarato Diego Ciarloni in una recente intervista -. Oggi veniamo chiamati perfino dalle weeding planner, che fino a poco tempo fa, ci vedevano con grande diffidenza. Ora sono nostro sponsor”.
Ogni banchetto nuziale frutta di solito dalle 60 alle 70 porzioni di cibo fresco – e buonissimo – che viene recuperato e ridistribuito nelle mense sociali più vicine, per percorrere il minor tragitto possibile e trasformare quello spreco potenziale in una risorsa preziosa per il territorio. In fondo, si tratta di un modo per proseguire la festa, insieme a invitati che non si conoscono, ma che certamente apprezzeranno e gioiranno del raffinato e prelibato menu che gli verrà offerto.