Con il suo colore caldo, vivace e allegro e il suo sapore squisitamente dolce è un preziosissimo (e rincuorante!) alleato per affrontare le stagioni fredde: è il cachi, uno dei frutti simbolo dell’autunno.
Chiamato anche “mela d’Oriente” a ragione della sua antica origine cinese, è il frutto dell’omonima pianta, il Diospyros kaki (letteralmente “frumento di Dio”), albero maestoso e longevo che si diffuse inizialmente come pianta ornamentale poi come albero da frutta in Asia orientale – in particolare Corea e Giappone – e da qui in America e in Europa. In Italia, il consumo di cachi diventa abituale tra Ottocento e Novecento e oggi è tra i frutti più amati e ricercati in questo periodo dell’anno (la stagionalità è da ottobre a dicembre), per il suo sapore dolce e gustoso ma anche per le sue numerose proprietà nutritive.
Ricco di proteine vegetali, vitamine (A, B e C in primis) e sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, sodio e calcio), infatti, è un ottimo aiuto per rafforzare il sistema immunitario e contrastare i virus influenzali ma anche per dare supporto nello svolgimento dell’attività fisica. Il notevole contenuto di fibre lo rende prezioso per il benessere di stomaco e intestino ed è un’eccellente fonte di flavonoidi, dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, e di beta-carotene, utile per la tonicità ed elasticità della pelle. L’alta percentuale di acqua (80%), inoltre, svolge una funzione depurativa per l’organismo e l’elevata concentrazione di glucosio e fruttosio offre un sostegno difensivo ed energetico fondamentale per fronteggiare le temperature più rigide (anche se bisogna tenerlo in considerazione in caso di diabete o sovrappeso).
Un frutto di estrema importanza per il benessere psicofisico, quindi, le cui diverse varietà coltivate nel nostro Paese soddisfano ogni preferenza di gusto, facendo del cachi (che si chiama così anche al singolare, nonostante l’utilizzo diffuso del termine caco) un alimento da non far mancare in una dieta sana ed equilibrata.
La Loto di Romagna, la varietà più diffusa in Italia, si raccoglie tra ottobre e novembre ma subito dopo la raccolta la componente tannica è troppo forte e risulta aspra e allappante al palato, per cui necessita di un periodo di “ammezzimento”, ovvero di riposo, in cassetta, preferibilmente accanto a delle mele, per raggiungere la piena maturazione ed essere gradevole al consumo. È il cachi più conosciuto, dalla polpa arancione dolce e cremosa, di consistenza semi-liquida, quasi gelatinosa.
Assai diffuso anche il cachi mela (nelle varietà Kako O’Gosho, Fuyu, Suruga e Jiro), dalla polpa più consistente, croccante, come suggerito dal nome stesso. La concentrazione di zuccheri è minore rispetto alla Loto (se ne possono in sostanza mangiare un po’ di più, per la felicità di tutti) e anche quella dei tannini è meno massiccia, quindi si può consumare anche appena colto senza che “leghi”.
Molto affine al cachi mela è il cachi vaniglia, tipico del napoletano, di colore tendente al giallo, polpa più scura e soda e forma leggermente appiattita delle altre varietà.
Meno diffuso ma ugualmente gustosissimo è il cachi cioccolatino, dalle dimensioni notevolmente ridotte e dal colore della polpa più scuro delle altre tipologie di cachi. Il nome fa quindi riferimento a questi due aspetti e non al sapore, che pur essendo dolcissimo non ricorda il cioccolato… ma indubbiamente questo non sarà un deterrente se capita di poterlo assaggiare.
La maniera più abituale di assaporare il cachi è al naturale, raccogliendone la polpa direttamente con un cucchiaino dopo averlo aperto a metà, e già così è un dessert di tutto rispetto, ma può essere utilizzato in numerose e svariate preparazioni. Data la consistenza particolare della polpa e la facile deperibilità, è impiegato perlopiù nella realizzazione di dolci al cucchiaio con lavorazione a freddo, magari in abbinamento a yogurt o mascarpone, come sorbetti, frullati, budini, mousse e semifreddi, ma si presta ottimamente anche a ricette al forno: la torta ai cachi, i cachi gratinati o ripieni – per esempio di amaretti, o con ricotta e cioccolato – sono una delizia con cui apprezzare in maniera diversa questo meraviglioso frutto.
Azzeccatissimo l’accostamento con la menta, ma si sposa bene anche con altre erbe aromatiche, come timo e salvia, nella preparazione di prelibate portate salate, dove l’abbinamento tra la spiccata nota dolce del cachi e un sapore deciso – formaggi erborinati o di capra, rucola selvatica, spezie, carne, crostacei – dà vita a sapori particolari e originali.