L’alimentazione che fa bene alla salute è anche quella che fa bene all’ambiente
Sono quasi 9 su 10 gli italiani che prestano attenzione agli aspetti di sostenibilità quando sono al supermercato. E più di 4 su 10 (il 42%) quelli che hanno aumentato nel 2021 il consumo di frutta, verdura, cereali, pasta integrale, cibi e bevande a base vegetale. È quanto emerge da un’ analisi messa a punto dal Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food. La grande e recente diffusione di prodotti plant-based è la conferma di come stia cambiando l’approccio degli italiani al cibo quando si parla di sostenibilità alimentare declinata sul basso impatto ambientale dei prodotti a base vegetale.
Oggi sono 22 milioni i consumatori che scelgono i prodotti plant-based, soprattutto tra gli under 35. Scegliere di inserire più alimenti vegetali nella propria alimentazione vuol dire preservare anche l’ambiente.
Nei primi sei mesi del 2020, il valore del carrello green in Italia ha raggiunto quota 10 miliardi euro (con un +8% rispetto all’anno precedente). Tra i prodotti che hanno contribuito a trainare questi consumi figurano i prodotti plant-based, che sono stati apprezzati un pò da tutte le fasce d’età per il loro impatto ambientale: il 46% degli italiani li apprezza proprio perché, rispetto ad altri prodotti alimentari, richiedono un minore impiego di risorse naturali. Un dato confermato anche da una recente ricerca Nielsen che ha evidenziato come sia venuto nel tempo a delinearsi un nuovo tipo di consumatore che ha iniziato ad orientare le sue abitudini alimentari verso il green e verso la riduzione del consumo di carne. Si tratta di quei consumatori che si definiscono “flexitariani”, il 90% dei quali mangiano anche carne ma affermano di averne ridotto il consumo nel 2021.
Molto interessante è anche un altro dato rivelato da un report dell’Osservatorio Sonda:
l’80% dei consumatori è pronto a spendere di più. Sì, ma per cosa e, soprattutto, quanto di più? Per prodotti o servizi che rispondano alle loro esigenze di sostenibilità. Nello specifico, questi consumatori dichiarano di arrivare a spendere fino all’8% in più per le aziende che utilizzano confezioni e materiali riciclabili o compostabili nei packaging e fino al 20% in più per quei ristoranti che propongono menu sostenibili e stagionali. Ciò che resta ancora poco comprensibile per il consumatore, insomma l’unico neo è quello della trasparenza nella comunicazione di questi prodotti: per il 58% di loro le informazioni sul concetto di filiera sostenibile sono lacunose, mentre per il 23% sono scarse.