Imballaggi sostenibili per l’agroalimentare con gli scarti del settore? La ricerca italiana guida l’innovazione circolare
Utilizzare gli scarti agroalimentari per ricavare imballaggi sostenibili: è questa la sfida ambiziosa di Ecofunco, il progetto europeo coordinato dall’unità di ricerca del Dipartimento d’ingegneria civile e industriale (DICI) dell’Università di Pisa, come membro del Consorzio Interuniversitario di Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM).
Nello specifico, la ricerca ha raggiunto l’obiettivo di ricavare molecole essenziali per la produzione di rivestimenti per substrati di carta-cartone e plastica usando gli scarti di frutta, crostacei e legumi. In questo modo, il settore agroalimentare potrà sostituire progressivamente la plastica convenzionale che impiega, non riciclata per il 70%, riciclata, con un materiale eco-compatibile e compostabile ricavato dagli scarti del suo stesso settore e corrispondente ai necessari requisiti di sicurezza e salute.
“Le ricadute sono evidenti – commenta Patrizia Cinelli, docente di Fondamenti chimici delle tecnologie al DICI e coordinatrice di ECOFUNCO – se pensiamo che quasi il 60% della plastica non riciclabile viene da imballaggi alimentari. Le difficoltà nel riciclo dei packaging per alimenti, dei contenitori e posate monouso e dei prodotti per la cura della persona derivano sia dall’uso di materiali non sostenibili sia dalla composizione, un multistrato di materiali diversi, molto difficili da separare quando vanno differenziati. ECOFUNCO ha messo a punto gli strumenti per una economia circolare nel campo dei monouso perché dà nuova vita agli scarti agro-alimentari, ora usati per produrre materiali sostenibili che possono sostituire le confezioni di plastica non biodegradabile, difficilmente riciclabili. Per esempio, dalla buccia del pomodoro e dal melone si estrae la cutina, le proteine da scarti dei legumi, e chitina e chitosano dall’esoscheletro dei crostacei”.
Tutte soluzioni concrete che possono e devono trasformarsi in realtà, grazie alla collaborazione con partner industriali, per progettare la produzione su vasta scala di questo packaging sostenibile e in linea con i principi dell’economia circolare che risparmia materia ed energia e contiene le emissioni climalteranti.
Dopo la fase estrattiva delle molecole dagli scarti, si passa a quella produttiva, da cui nascono i nuovi prodotti green. “Ci siamo concentrati sulla creazione di packaging, cioè imballaggi e contenitori con elevate prestazioni di barriera ai liquidi, che mantengano la loro biodegradabilità e riciclabilità – prosegue la docente -. Ma anche di piatti, vassoietti e bicchieri, nonché di beni per la cura della persona come fazzoletti, salviette e le loro relative scatole trattate con molecole antimicrobiche e antiossidanti, che garantiscono una maggiore durata ed efficienza”.
Il progetto ECOFUNCO, articolatosi in tre anni di studi, ricerche e verifiche, ha lo scopo “di evitare un futuro in cui il nostro ambiente sarà sommerso dalla plastica” conclude Cinelli.
Importante per il raggiungimento dell’obiettivo la collaborazione di 17 partner industriali (europei e non) in cui spicca il Consorzio Prosciutto di Parma che, come afferma Cinelli, “è stato essenziale per la sperimentazione degli imballaggi biodegradabili”.