Il gusto del viaggio: in Italia il turismo enogastronomico è in crescita, alla ricerca di benessere e produzioni locali
Conoscenza del territorio, prodotti tipici, piatti della tradizione e ancora benessere, longevity e digital detox: il turista enogastronomico italiano ha le idee chiare e si pone in viaggio alla ricerca mirata di un universo sensoriale fatto di gusti e sapori capaci di sorprenderlo e arricchirlo.
Secondo il Rapporto del Turismo enogastronomico 2023, curato da Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse, il 21% dei turisti italiani dichiara di viaggiare in primo luogo spinto dalla motivazione di gustare i piaceri della buona tavola, con un aumento del 4% rispetto al 2019. Al tempo stesso, 1 turista su 3 dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto delle proposte enogastronomiche, soprattutto se associate alla conoscenza di paesaggi naturali non affollati e non battuti dal turismo di massa. Così il 58% dei viaggiatori ha dichiarato di aver compiuto almeno un viaggio per la curiosità di conoscere alcune specialità tipiche di un luogo, mentre il 67% degli italiani dichiara di aver partecipato ad almeno una esperienza enogastronomica in ristoranti e luoghi di produzione.
Si tratta di un turismo con aspettative elevate e che ama sia l’esperienza sensoriale sia il racconto che la accompagna. Storytelling, itinerari tematici e abbinamento dell’esperienza di conoscenza e degustazione con eventi culturali come teatro, musica e danza sono i fattori che rendono davvero gratificante la vacanza secondo il turista enogastronomico. Dunque, tradizione del prodotto locale e del suo saper fare insieme a innovazione e creatività della proposta diventano gli aspetti che identificano la qualità dell’offerta turistica secondo il 57% degli intervistati.
Quattro le tendenze principali che il Rapporto, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, ha messo in evidenza:
Varietà: il 63% dei turisti italiani è alla ricerca di mete nuove e di esperienze inedite, soprattutto immerse nella natura. Per il 51% cibo e sport possono andare a braccetto, magari con il wine trekking; al 50% piacerebbe partecipare ad un corso di foraging per imparare a conoscere piante e frutti selvatici commestibili; e c’è anche un 41% che vorrebbe imparare a sopravvivere nella natura, imparando ad accendere un fuoco o a trovare acqua potabile;
Accessibilità (frictionless): due italiani su tre vorrebbero crearsi il proprio programma di viaggio recuperando le informazioni dai siti delle diverse aziende, ma in effetti solo il 21% ci riesce, un dato che segnala la necessità di una maggiore comunicazione delle opportunità;
Sostenibilità: il 65% degli italiani non vuole sprecare cibo al ristorante e intende osservare comportamenti sempre più rispettosi dell’ambiente (54%). D’altra parte, il turista enogastronomico è alla ricerca del prodotto a Km 0, con il 76% che desidera che la struttura che lo ospita impieghi prodotti locali. Altrettanto marcato è il desiderio di stare a contatto con la comunità locale e di contribuire alla sua crescita socioeconomica attraverso il proprio viaggio.
Benessere: imparare a prendersi cura di sé adottando comportamenti alimentari più salutari è uno degli scopi del turista enogastronomico (71%), che ha tra i suoi obiettivi il fattore longevity e per questo vede la Dieta Mediterranea come uno degli elementi qualificanti dell’offerta turistica.
“Il turismo enogastronomico riduce l’overtourism e gli squilibri – ha commentato Roberta Garibaldi, curatrice del Rapporto -, contribuisce a mantenere le attività tradizionali nei piccoli borghi e nelle zone rurali, porta entrate aggiuntive ai produttori, stimolandoli a tutelare attivamente il paesaggio, che è tra le principali leve di scelta del turista”.