I conscious eater: nel carrello prodotti free-from, rich-in, etici e sostenibili
Consumatori sempre più green ed etici. Non è più un auspicio, ma una realtà in forte consolidamento. Secondo l’indagine NielsenIQ parliamo di una grossa fetta della torta dei consumatori, qualcosa come Il 31% delle famiglie. Una fetta in allargamento costante che ha origine nell’importanza che noi italiani da sempre attribuiamo al cibo: il 92% delle famiglie ritiene infatti che si tratti di un’esigenza fondamentale nella propria vita quotidiana. La novità è rappresentata proprio dalla crescita delle tendenze green e sostenibili, all’ettenzione di quella categoria di popolazione che viene definita “conscious eater”.
Chi sono i conscious eater? Sono acquirenti che assumono modelli nutrizionali e di acquisto alimentare basati su valori green, etici e di benessere.
Il 36% delle famiglie italiane, per esempio, controlla l’etichetta dei prodotti alimentari e verifica gli ingredienti, il 31% punta a ridurre il consumo di carne e l’11% predilige un regime alimentare con un impatto minore sull’ambiente.
Nel biennio 2020-2021 i consumatori, in Italia come all’estero, hanno cominciato a scegliere alimenti alternativi alla carne, di origine vegetale. Una tendenza, quella della diminuzione nell’assunzione di carne, che in Italia è cresciuta del 42%, in Germania e Stati Uniti del 37%. I motivi? La sostenibilità la salute e il prezzo. Ma come sta cambiando il carrello, ovvero la spesa, degli italiani? La decima edizione dell丹sservatorio Immagino di GS1 Italy evidenzia un calo significativo degli zuccheri, un leggero aumento nel consumo dei grassi e uno più sostenuto nel consumo di fibre.
I riferimenti sul packaging all’italianità dei prodotti, dalla bandiera italiana alla scritta “100% italiano”, hanno aumentato negli ultimi anni in modo significativo il loro peso nel carrello della spesa, rivelandosi un fattore decisivo nelle scelte d’acquisto dei consumatori. Un discorso che vale anche per le Dop e le altre certificazioni di qualità o indicazioni geografiche europee. Inoltre, salgono a un quarto del fatturato del paniere in esame nella ricerca, gli alimenti free-from, ovvero quelli che segnalano in etichetta l’assenza di un ingrediente: “senza conservanti”, “senza olio di palma”, “senza zuccheri aggiunti” e i più recenti “non fritto”, “senza polifosfati”, “senza aspartame” e “senza antibiotici” che risulta la dicitura più in crescita con un +18,4% delle vendite in supermercati e ipermercati.
In parallelo al successo del free-from cresce anche il suo opposto, ovvero il rich-in, ovvero quei prodotti che prevedono la presenza, in assoluto o in forma maggiore, di uno specifico ingrediente. Da segnalare, in questo caso, la forte attenzione ai prodotti ricchi di proteine, zinco, magnesio e potassio, vitamine e Omega 3 su tutti. Infine, in ottima salute sono anche le attenzioni di consumo che si concentrano sul vegetariano (+5,3%) e vegano (+5,7%), oltre alle certificazioni sulla responsabilità di filiera e sui metodi di lavorazione dei prodotti: a crescere in particolare sono i “non filtrati”, i “lavorati a mano” e gli “artigianali”. Dal punto di vista della consistenze del cibo, la definizione di “croccante” si posiziona al primo posto, con una domanda cresciuta del 5,1%, sopratuttto nei gelati, nel pesce panato e surgelato e nelle patate surgelate.