Facile come cucinare un uovo sodo. Sicuri? Segreti, trucchi e curiosità di un alimento per nulla banale
Perché quando prepariamo le uova sode il tuorlo non è più esattamente al centro dell’albume come quando sono crude?
Per il principio di Archimede: “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari alla forza-peso del volume del liquido spostato”. Il che significa, semplicemente, che il tuorlo dell’uovo, composto per il 55% da acqua e poi da grassi e proteine è più denso dell’albume che è composto invece per l’87% da acqua. Quindi, in sostanza, accade che in cottura venga spinto verso l’alto in base proprio al principio di Archimede e risulti, una volta sodo, fuori centro. Per la verità, per annullare questo effetto e centrare il tuorlo per bene basta, ogni tanto, rotolare l’uovo nella casseruola durante la cottura.
E, poi, è nato prima l’uovo o la gallina? Oggi abbiamo la risposta a questo eterno dilemma: l’uovo esiste da ben prima della comparsa degli uccelli. Le prime uova al mondo risalgono infatti alla specie dei rettili, vissuti circa 350 milioni di anni fa mentre le prime tracce di uova di uccello risalgono a circa 200 milioni di anni fa.
Insomma, l’uovo, nella sua perfezione, è un alimento pieno di proprietà e di gusto che, soprattutto quando è sodo, diventa un ingrediente di tantissime ricette, sia dolci che salate.
Il suo uso in cucina risale a tempi antichi, già gli Egizi erano soliti nutrirsi delle uova dei volatili da cortile. Quelle sode, in particolare, erano alimenti ben presenti sulle tavole dell’Antica Roma e venivano servite come antipasto. Ma anche che le uova siano importanti per la salute del nostro organismo lo scopriamo molto presto: secondo il padre della medicina occidentale Galeno, vissuto nel Secondo secolo d.C, un uovo non deve mai mancare nella dieta, soprattutto degli anziani.
E l’uovo di Colombo?
Si narra che al rientro dal suo primo viaggio in America, Cristoforo Colombo venne deriso da alcuni nobili spagnoli che volevano sminuire l’impresa compiuta. Lui lì sfidò a mettere un uovo diritto su un piano. Nessuno vi riuscì, tranne lui, che diede un piccolo colpo all’uovo per incrinarne leggermente il guscio e metterlo in perfetto equilibrio. Tutti avrebbero potuto trovare un modo per farlo, ma solo lui fu unico a riuscirci, proprio come solo lui fu l’unico a scoprire un nuovo continente. Anche se oggi possiamo dire che la prova di Colombo è stata possibile grazie alla resistenza delle uova che, malgrado abbiano un guscio molto sottile, possono sopportare la pressione di diversi chili.
Si pensa che cucinare un uovo sodo sia una delle preparazioni più facili in cucina, eppure spesso ci accorgiamo che non escono esattamente come le vorremmo. Questo, perché prima di tutto per preparare un uovo sodo perfetto, bisogna conoscere almeno questi 5 segreti…
1
È fondamentale scegliere un prodotto di qualità: le uova devono essere fresche. Meglio se ricche di proteine nobili, ideali da fare sode e non solo, come le uova biologiche Ohi Vita che sono al 100% italiane, con filiera certificata e da galline allevate a terra, senza l’uso di antibiotici.
2
Siete abituati a conservare le uova in frigo? Tiratele fuori almeno 15 minuti prima di iniziare la preparazione per consentire loro di recuperare la temperatura ambiente ed eviterete così che il guscio si rompa in cottura per lo shock termico.
3
Un cucchiaino di aceto non guasta. Da aggiungere all’acqua prima di accendere il fornello, contribuisce a rendere più compatto l’albume impedendogli di fuoriuscire nel caso che il guscio si crepi in cottura. Così come un pizzico di sale, che contribuisce a rassodare gli albumi ancora più velocemente.
4
La cottura. Per preparare le uova sode, immergerle in un pentolino con tanta acqua fredda quanto basta a coprirle. Mettere sul fuoco e portare a bollore, poi calcolare 7 minuti a fuoco moderato di cottura se piace il tuorlo cremoso e 9 minuti se piace compatto.
5
Una bacinella d’acqua fredda. Per sbucciare le uova sode ancora calde, meglio farlo all’interno dell’acqua fredda: si evita, così, che la pellicina resti attaccata al guscio staccando parte della polpa durante l’operazione.