Dop economy: gli 859 prodotti italiani a marchio d’origine che valgono quasi 20 miliardi
Record per la Dop economy italiana che chiude il 2021 con un valore alla produzione di 19,1 miliardi, in crescita del 16,1% su base annua e un export da 10,7 miliardi che segna una crescita del 12,8%. Un sistema di eccellenze composto da 845 prodotti, di cui 319 Dop/Igp/Stg nel settore cibo, e 526 Dop/Igp nel settore vino, da difendere e valorizzare.
La ventesima edizione del Rapporto Ismea- Qualivita porta a quota 21% il contributo del comparto Dop e Igp al fatturato complessivo del settore agroalimentare. Un patrimonio economico frutto di un sistema complesso e organizzato che in tutto il territorio coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero.
Quattro le new entry 2022: Vincisgrassi alla Maceratese (Igp); Lenticchia di Onano (Igp), Finocchio di Isola Capo Rizzuto (Igp) e Castagna di Roccamonfina (Igp). Spiega il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “L’Italia non può competere sulla quantità ma saper investire sulla qualità”.
Tanti i numeri che tratteggiano questo tesoro fatto di qualità diffusa su tutto il territorio, dalle regioni alle province. In particolare, il comparto cibo Dop Igp sfiora gli 8 miliardi di euro (+9,7%), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro (+21,2%): più di 1 euro su 5 di cibo e di vino è generato da prodotti a denominazione. Sul fronte delle esportazioni, i prodotti certificati pesano per il 21% sulle vendite totali dell’ agroalimentare, un risultato che somma il cibo con 4,41 miliardi (+12,5% su base annua) e il vino con 6,29 miliardi (+13%). In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%). A trainare il vitivinicolo sono i vini Dop (+16%), con in testa gli spumanti (+25%).
Relativamente agli impatti economici delle filiere, crescono in 18 regioni su 20. Le quattro del Nord-Est rafforzano il ruolo di traino, superando per la prima volta i 10 miliardi di euro; salgono anche Nord-Ovest (+10,8%) e Centro (+15,5%). Particolarmente significativo il dato per Sud e Isole, unica area che segna +13,2% dopo +7,5% del 2020. Ottimi risultati economici che si riflettono sui territori.
Veneto e Emilia-Romagna sono le prime regioni in assoluto per valore, con +28% e +11% sul 2020. Le regioni del Nord-Ovest registrano 3,8 miliardi di euro, grazie a Lombardia (+7,2%) e Piemonte (+15,4%), mentre quelle del Centro raggiungono 1,7 miliardi di euro, guidate dalla Toscana (+18,6%). L’area Sud e Isole totalizza 3 miliardi, in ascesa per Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tra le prime 20 province per valore, di cui ben 12 nel del Nord-Est, si parte da Treviso, Verona e Parma.