Il successo delle birre artigianali in Italia: gradimento alto tra i giovani, sempre più attenti anche alla sostenibilità
Certo, in Italia si beve prevalentemente vino, ma questo non è sempre vero o, almeno, non lo è per tutte le fasce di età. Perché la birra sta salendo sia nei consumi, che nel gradimento e anche nella sostenibilità delle sue fasi produttive.
Nel 2022 i consumi nazionali di birra superano il record storico di oltre 35 litri pro capite per un totale, come spiega Coldiretti, di 2 miliardi di litri, generando un volume di fatturato che, considerando tutte le produzioni, vale 9,5 miliardi di euro.
La scelta della birra come bevanda è diventato negli anni sempre più un fenomeno particolarmente ricercato e con una grande varietà di opzioni che vanno dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.
Per stare in Italia, i dati Istat del 2021 evidenziano come, tra chi ha 20-24 anni, il 49,3% consuma vino e il 59,2% consuma birra. Ma non è la sola fascia d’età in cui il sorpasso della birra sul vino è un dato di fatto: tra i 25-34enni la distanza è inferiore, ma comunque a favore della birra perché il 58,3% consuma vino, il 62,7%, appunto, birra. Stesso discorso vale per la fascia di età successiva, ovvero quella compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre la distanza si annulla tra chi ha 45-54 anni e il dato diventa favorevole al vino solo dai 55 anni in su.
E, mentre si sono da poco concluse le premiazioni per le migliori birre artigianali del 2023 in tutte le 45 categorie del concorso con la vittoria, per il Birrificio dell’Anno, che è andata alla Crak Brewery di Padova, si registra un altro dato in grande espansione: proprio i birrifici artigianali in Italia sono triplicati negli ultimi dieci anni superando la quota record di 1085 realtà nel 2022. Una crescita che, come sottolinea sempre Coldiretti, ha fatto salire la domanda di materie prime 100% Made in Italy, a partire dal luppolo che da zero ha raggiunto oggi un milione di metri quadrati coltivati lungo la penisola. A cui si aggiungono i 300 milioni di metri quadri destinati all’orzo per la produzione di malto da potenziare perché copre per adesso appena il 40% del fabbisogno nazionale con circa 83mila tonnellate.
Senza dimenticare che la birra, oggi, in tutte le sue fasi produttive e distributive è un fenomeno sempre più attento anche allo sviluppo di strategie contro lo spreco alimentare. È, infatti, da poco stato siglato l’accordo fra Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, e Biova Project, start up innovativa nata con l’obiettivo di recuperare il surplus di cibo attraverso i propri centri in tutta Italia. Nel presupposto che la birra costituisca un ottimo modo per recuperare pane, pasta, riso, ottime fonti di amido, il progetto punta a implementare una rete su tutto il territorio nazionale per recuperare e trasformare gli avanzi di questi alimenti. In Italia, secondo uno studio dall’Associazione Internazionale del Panificio Industriale, si consumano infatti 52 chilogrammi di pane all’anno a testa. E, ogni giorno, ne vengono buttati 13mila quintali.