Un alimento tra i più antichi e poveri che caratterizza questa stagione è la farina di mais, la base di un piatto che gli italiani stanno sempre più amando: la polenta. Ingrediente che per la sua grande versatilità si aggiudica il primato tra le portate più servite in questa stagione. Un dato confermato anche dalla piattaforma di ricette Cookidoo che monitora costantemente quali sono le ricette più preparate.
La polenta si aggiudica il primo posto non solo nel nord Italia, ma prevale anche nei menù autunnali in centro-sud.
Povera ma buona, la polenta ha sfamato per secoli soprattutto i ceti popolari e oggi è sinonimo di cibo semplice e genuino da preparare in casa e servire con gli accostamenti più diversi a seconda dei gusti, in particolare in Sud Italia dove gli chef amano sperimentare con la polenta, ingredienti e accostamenti.
Proseguendo nella classifica dei piatti più cucinati dagli italiani nella stagione autunno-inverno, vediamo che non si rinuncia ai grandi classici. Il risotto ai funghi, un primo piatto intramontabile e amatissimo da nord a sud, si conferma tra i più amati insieme alla vellutata di zucca, ricetta light ma sfiziosa che unisce il bisogno di calore dell’inverno a uno degli ingredienti più tipici, dolci e saporiti di questa stagione. Chiudono la classifica lo spezzatino con patate, tradizionale secondo piatto o anche piatto unico dal sapore coinvolgente, e il risotto con lo zafferano, delicato piatto tipico di Milano ma ora apprezzato in tutta Italia.
Tornando alla polenta, gli italiani non perdono certo l’occasione di dar vita alle proprie creazioni con quel pizzico di creatività che li contraddistingue, all’insegna della tradizione e anche della sperimentazione in cucina. Con questo ingrediente dalle radici antiche. La polenta è, infatti, un alimento già conosciuto dai Babilonesi, dagli Assiri, dagli Egiziani, dai Greci e, ovviamente, anche dai Romani: il termine polenta deriva proprio dal latino “puls”, un antenato anche del pane ottenuto impastando con acqua calda la farina di alcuni cereali come il farro.
Prima di giungere nel nostro Paese, ha compiuto un lungo cammino, a partire dal Centro America. I nativi americani all’epoca dell’arrivo di Colombo si servivano della sua pianta in molti modi: con spighe, foglie e gambi ricavavano bevande alcoliche e zucchero, nutrivano il bestiame e ricoprivano i tetti delle capanne, mentre le pannocchie venivano abbrustolite sul fuoco e macinate fino a ricavarne una farina. Quando arriva in Europa, il mais viene inizialmente coltivato in alcune zone dell’Andalusia, della Francia e dell’Italia dove, a metà del Cinquecento, la coltura è già fiorente e soppianta rapidamente altre colture divenendo la base dell’alimentazione dei contadini padani. Sono loro a chiamarlo granoturco, così da indicare la sua origine misteriosa e lontana.
Da quel momento in poi, la polenta, al pari di molti altri cibi poveri, comincia a vivere un lungo periodo di riscoperta come piatto di grande tradizione gastronomica e a diffondersi in tante regioni italiane. Che hanno imparato a utilizzarne le ottime qualità integrandole nelle ricette del territorio e a valorizzarla con i propri ingredienti tipici.