Tendenza plant-based nel food delivery: anche a domicilio scegliamo il cibo che ci piace e fa bene all’ambiente
Nell’ambito dell’e-commerce, in costante crescita nel nostro Paese, il food delivery gioca un ruolo da protagonista nel 2022, rappresentando il 44% e un valore pari a 1,8 miliardi di euro, grazie anche alla capillarità del servizio, ormai accessibile a più del 70% della popolazione, non solo nei grandi centri metropolitani ma anche nelle province. E dalla fotografia della spesa alimentare e dei prodotti gastronomici a domicilio, delineata da Just Eat Takeaway nella sesta edizione della “Mappa del cibo a domicilio in Italia 2022″, realizzata in collaborazione con WGSN, istituto di ricerca sulle tendenze dei consumi, emergono alcune nuove tendenze.
Innanzi tutto, l’80% degli ordinativi scaturisce da situazioni di convivialità: in occasione di una partita della propria squadra del cuore (41%), per guardare un film o una serie tv insieme (30%), per festeggiare un avvenimento importante in famiglia o con gli amici (24%).
Ecco che ordinare cibo a domicilio diventa un modo per ristorarsi dopo giornate impegnative (44%), mangiare qualcosa di buono senza mettersi ai fornelli (31%) o ancora sperimentare pietanze nuove non così semplici da preparare da soli (37%), anche se agli italiani piace soprattutto ordinare cibi che appartengono alla nostra tradizione gastronomica (51%), i cui sapori vengono associati a emozioni positive e rassicuranti, soprattutto per gli over 55. Così gli orari non sono più soltanto quelli stabiliti dei pasti principali, ma possono estendersi fino all’organizzazione dei cosiddetti “apericena” anche a casa. Sono soprattutto i giovani a guidare questo trend, insieme all’aumento dei momenti dedicati allo spuntino della mattina e del pomeriggio coinvolgendo anche il brunch, una delle nuove abitudini della generazione dei Millennials, (i diciottenni del 2000). In queste ordinazioni si registra un equilibrio tra il consumo di dolce e salato, fatto soprattutto di toast (33%) e prodotti da forno (24%), torte e cornetti (48%), gelati e torte gelato (41%).
Soprattutto la tendenza che emerge in modo netto è che accanto alle scelte più consolidate come la pizza (soprattutto Margherita), gli hamburger, cibi esotici come il sempre più diffuso poke (piatto di orgine hawaiana a base di pesce crudo marinato), sono sempre più apprezzati i cibi che guardano al benessere individuale e alla sostenibilità ambientale, come le insalate, in tutte le loro possibili combinazioni, i piatti vegani e le ricette vegetariane.
Sono ancora una volta i giovani under 34 a mostrare una maggiore sensibilità ai temi ambientali, guardando all’impatto di determinati alimenti, degli ingredienti e del packaging, con una sensibilità sempre maggiore verso i temi della riduzione dello spreco alimentare, secondo una filosofia che si richiama al Positive Eating, in cui l’ambiente diventa uno dei fattori che orienta la scelta di consumo.
Anche grazie a questo, i brand stanno adottando sempre di più strategie anti-spreco e di valorizzazione della stagionalità dei prodotti, delle produzioni locali a Km 0 e degli alimenti biologici.