12Un cocktail in mano da sorseggiare lentamente e sembra di essere già in vacanza. È questa la più autentica ragione del grande successo degli aperitivi, una volta terminata la giornata di lavoro o nel fine settimana o durante le ferie: circoscrivere un momento di pieno relax, fatto di sapori aromatici e inusuali, dolci oppure contrastati, da ritagliare nei tanti impegni e preoccupazioni che riempiono la nostra quotidianità. Il mondo è radicalmente cambiato da quando Ippocrate nel IV secolo a.C. si proponeva di trovare una bevanda che potesse spingere gli inappetenti al cibo. Da qui proviene infatti il termine “aperitivo” (dal latino aperitivus, “che apre”) a indicare una bevanda capace di stimolare l’appetito e che per Ippocrate doveva essere a base di vino bianco, assenzio, fiori di dittamo e ruta, dal sapore un po’ amaro e dalle sperimentate proprietà benefiche.
Ma c’è un ma… perché il consumo di alcol va limitato, in ogni stagione, e soprattutto d’estate, quando può intensificare gli effetti negativi delle alte temperature per il nostro corpo, oltre a tutti gli altri danni che può causare. Non a caso, qualche anno fa un gruppo di ricercatori delle Midlands aveva pubblicato sul British Medical Journal un rapporto accurato su James Bond, che tutti ricordiamo con l’immancabile drink in mano a punteggiare le straordinarie avventure: «Probabilmente malato di cirrosi epatica, destinato a morire intorno ai 50 anni e certamente incapace di compiere le imprese che gli vengono attribuite, dal punto di vista fisico, mentale e in effetti anche sessuale», era stata l’amara e inappellabile diagnosi fornita.
Per fortuna in queste calde serate estive possiamo continuare a coltivare il piacere e anche l’estetica del drink senza correre alcun rischio, grazie alle versioni analcoliche dei cocktail, sempre più diffuse e sempre più amate da una platea di consumatori attenti a uno stile di vita più equilibrato e salutare.
Sono i mocktail, drink “sobri” che consentono di non rinunciare a gusto e convivialità, in tutta sicurezza. Largo dunque a succhi, estratti e bitter vari a cui abbinare frutti, erbe aromatiche o verdure e cercando sempre più di raffinare la proposta per ridurre la quantità di zuccheri di cui questi analcolici sono comunque piuttosto ricchi.
Ed è possibile prepararli anche a casa con risultati davvero soddisfacenti, dopo aver rodato con un po’ di pratica i dosaggi e la temperatura di servizio.
Qui ne proponiamo uno, il Virgin Bellini, che è la versione analcolica del famoso cocktail inventato nel 1948 da Giuseppe Cipriani, quando lavorava all’Harry’s Bar di Venezia, per celebrare la ricostruzione post bellica e la bellezza della vita quando regna la pace e tacciono le armi.
L’ingrediente base resta il succo di pesca, che nella versione originale era di pesca bianca veronese pestata nel tumbler, ma va benissimo anche quello che si trova sugli scaffali del supermercato.
In un bicchiere da cocktail un po’ alto poniamo qualche cubetto di ghiaccio, versiamo il succo di pesca, un po’ di succo di pompelmo (o di limone, secondo i gusti) e un cucchiaino di succo di melograno. Mescoliamo e in ultimo aggiungiamo la soda, dando una seconda e ultima mescolata al drink. Volendo possiamo anche arricchirlo con dello zenzero fresco pestato per dare un tocco aromatico e piccante. Ora il nostro Virgin Bellini è pronto per essere gustato.
Buon mocktail a tutti!