22 maggio 2023: Giornata mondiale della biodiversità. Il futuro fragile della natura è nelle nostre mani
I Paesi dell’Onu hanno concordato alla Cop15 sulla biodiversità di Montreal dello scorso dicembre di rendere area protetta il 30% del territorio e dei mari entro il 2030. Oltre che di stanziare 30 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi in via di sviluppo nella tutela della natura, di risanare il 30% degli ecosistemi degradati e di dimezzare il rischio legato ai pesticidi. Al momento sono aree protette il 17% delle terre e l’8% dei mari.
Con queste recenti premesse e promesse, il 22 di maggio si celebra la Giornata della Biodiversità, istituita dall’ONU per sensibilizzare l’opinione pubblica attorno ai temi della vita e della varietà sul nostro pianeta.
La data è stata scelta per ricordare l’anniversario della firma della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), trattato internazionale firmato nel 1992 in occasione del Summit della Terra di Rio de Janeiro.
Che cos’è la biodiversità
Il termine biodiversità (traduzione dall’inglese biodiversity, a sua volta abbreviazione di biological diversity) è stato coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson. Secondo Ispra, la biodiversità “può essere definita come la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera”. Una varietà che include “anche la diversità intesa come abbondanza, distribuzione e interazione tra le diverse componenti del sistema. In altre parole, all’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. Infine, la biodiversità arriva a comprendere anche la diversità culturale umana”. La biodiversità, quindi, esprime il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi e come questi varino da un ambiente a un altro nel corso del tempo.
Il quadro della situazione
Il declino degli ecosistemi nel mondo ha raggiunto le dimensioni di una vera catastrofe: spiega il WWF come “l’impatto del genere umano su tutte le altre forme di vita sia arrivato ad accelerare tra le 100 e le 1.000 volte il tasso di estinzione naturale delle specie”. Ci resta il 12,5% della foresta atlantica, abbiamo perso più del 50% delle barriere coralline e una vastissima porzione della foresta amazzonica (probabilmente il 20% se non di più) è stata distrutta”.
Segnali di fragilità evidenti anche in Italia, dove la biodiversità raggiunge valori elevatissimi: contiamo metà delle specie vegetali e circa 1/3 di tutte le specie animali presenti in Europa. Dalle Liste Rosse nazionali della flora dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) emerge che, “in Italia circa l’89% degli habitat di interesse comunitario si trova in uno stato di conservazione sfavorevole. Il 68% degli ecosistemi italiani si trova in pericolo, il 35% in pericolo critico. Il 100% degli ecosistemi è a rischio nell’ecoregione padana, il 92% in quella adriatica e l’82% in quella tirrenica”. Inoltre, “Il 57% dei fiumi e l’80% dei laghi si trova in uno stato ecologico non buono. E i dati sullo stato di conservazione delle specie non sono meno allarmanti: il 30% delle specie di animali vertebrati e il 25% delle specie animali marine del Mediterraneo sono a rischio estinzione”.
L’edizione 2023
Il tema della Giornata internazionale per la diversità biologica 2023 è una chiamata all’azione: Build Back Biodiversity (Ricostruire la biodiversità). E fa riferimento proprio agli accordi della Cop15 sulla biodiversità di Montreal dello scorso dicembre che, ora, devono passare all’azione per mettere in atto tutto quanto è stato previsto entro il 2030. Il tema mostra la strada di come la biodiversità possa essere l’unica risposta possibile alle numerose sfide che tutti noi dobbiamo affrontare in termini di sviluppo sostenibile. Anche per rispettare gli impegni previsti dall’Obiettivo 15 dell’Agenda ONU 2030, ovvero: Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.
Con il 2023, che segna la metà del percorso dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è giunto il momento di agire con urgenza. Il rapporto del Segretario generale ONU Guterres, pubblicato alla fine di aprile, avverte proprio come solo il 12% degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) sia sulla buona strada. Il rapporto chiede a tutti i Paesi, anche in occasione della Giornata per la biodiversità, “di impegnarsi per porre fine alla guerra alla natura, esortandoli a sostenere l’Agenda per l’azione sul clima e a realizzare il nuovo quadro globale per la biodiversità”.