Di carne o di verdure come quello Ohi Vita, il ragù è sempre una festa. Anche come street food, in forma di arancino

Il termine “ragù” affonda le sue radici nel francese “ragoût”, a sua volta derivato da “ragoûter”, che significa qualcosa come “risvegliare l’appetito”. Originariamente, indicava piatti di carne stufata con abbondante condimento, utilizzati per accompagnare altre pietanze.

 

In Italia, il ragù diventa nel tempo l’accompagnamento tradizionale per la pasta nei giorni di festa, con ingredienti che variano a seconda delle regioni. Anche se la carne, il pomodoro, il vino bianco o rosso e gli odori del soffritto (sedano, carote e cipolla) sono quasi sempre presenti. Ma sono ampiamente diffusi anche i ragù di pesce e quelli a base di verdura.

 

Il primo cuoco a riportare la ricetta del timballo di maccheroni in crosta fu probabilmente Vincenzo Corrado nel suo libro “Il cuoco galante” del 1773. Nel libro viene forse per la prima volta nominato in Italia il ragù, descrivendolo come una vivanda a sé stante, simile a uno spezzatino o un brasato, piuttosto che un condimento per la pasta. Il piatto prevedeva una rosolatura iniziale in burro, lardo o olio, seguita da una cottura in brodo o vino con ortaggi ed erbe aromatiche. Spesso, a fine cottura si aggiungeva succo di limone o aceto per aumentare l’acidità.

 

Fu invece Francesco Leonardi a fine Settecento a menzionare “maccaroni alla Napolitana” con un condimento simile all’attuale ragù: la pasta veniva condita con parmigiano, pepe e sugo di vitello o manzo, poi fatti riposare sopra la cenere calda e serviti. Leonardi inserisce successivamente la possibilità di aggiungere il sugo di pomodoro all’intingolo di carne stufata, confermando l’evoluzione del ragù come condimento per la pasta.

 

Nel ragù napoletano descritto a inizi Ottocento, la carne viene invece rosolata con cipolla, prosciutto, lardo ed erbe aromatiche e poi cotta nel brodo con l’aggiunta di pomodoro. Anche se il pomodoro diventa un ingrediente stabile nella ricetta del ragù solo nel corso del Novecento, insieme all’introduzione della carne di maiale.

 

Nel frattempo, il ragù alla bolognese inizia a prendere forma a metà Ottocento per arrivare alla fine del secolo con Pellegrino Artusi, nel suo celebre “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”, a una vera e propria codifica dei “Maccheroni alla bolognese”, conditi con pancetta di maiale salata e carne di vitello, insaporite con sedano, carota e cipolla, cotte con brodo di carne. Artusi suggerisce anche aggiunte come funghi secchi, tartufo, fegatini di pollo e panna, creando una sorta di ragù bianco senza pomodoro.

 

La trasformazione definitiva del ragù bolognese avviene nei primi decenni del Novecento, con l’adozione delle tagliatelle al posto dei maccheroni e l’inclusione costante del pomodoro. La ricetta del ragù bolognese viene ufficialmente depositata nel 1982 alla Camera di Commercio di Bologna dalla Delegazione di Bologna dell’Accademia Italiana della Cucina, sebbene le varianti locali continuino a prosperare.

 

Oggi, il ragù è presente in molte varianti sugli scaffali dei supermercati, riflettendo la diversità delle tradizioni regionali italiane. Ragù di manzo, pollo, cervo, cinghiale, lepre, anatra, pesce spada, alla bolognese, e molti altri, sono sempre disponibili. Senza dimenticare le gustose versioni del ragù vegetale.

 

POMODORI, CAROTE E CIPOLLE: IL RAGÙ VEGETALE OHI VITA PER IL BENESSERE E IL GUSTO DELLA TRADIZIONE

 

Dentro questo ragù vegetale troviamo tutto il saper fare e la tradizione che affonda le proprie radici nella Valle del Sarno, considerata l’area dell’Oro Rosso per l’abbondanza di coltivazioni di pomodoro e un territorio a grande vocazione per le produzioni vegetali.

 

Un ragù con pochi e semplici elementi: pomodori, carote e cipolle. La base saporita e sana per condire la pasta con ingredienti biologici e realizzare un’ampia varietà di ricette della tradizione italiana.

 

Insomma, un ragù vegetale ricco di proprietà nutritive che apporta tutti i benefici delle verdure biologiche in un mix pieno di gusto. Anche perché il pomodoro contiene vitamina A ed è fonte di licopene, un potente antiossidante il cui assorbimento migliora. Senza dimenticare che un ragù tutto vegetale è ottimo per le diete vegetariane e per quelle vegane o per chiunque voglia diminuire il consumo di prodotti di origine animale.

 

Inoltre, il ragù vegetale biologico Ohi Vita è preparato secondo l’equilibrato impiego di tecniche agronomiche e irrigue, con una coltivazione senza uso di OGM e sostanze chimiche di sintesi, nel rispetto dell’ecosistema naturale e conservando intatte tutte le  proprietà nutritive a vantaggio di un’alimentazione sana, equilibrata e salutare.

 

Perché adottare soluzioni strategiche sempre più sostenibili rappresenta una delle sfide delle filiere agroalimentari a vantaggio dei consumatori di oggi e di domani. Tutti gli ingredienti del ragù vegetale Ohi Vita sono infatti prodotti riducendo al minimo l’impatto ambientale anche in termini di contenimento dei consumi idrici ed energetici. E certificati con logo Euro-leaf che ne attesta la provenienza da agricoltura biologica.

 

OTTIMI DA SERVIRE CON L’APERITIVO, ECCO GLI ARANCINI DI RISO AL RAGÙ VEGETALE

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

Procedimento

 

  • Cuocere il Ragù vegetale e farlo addensare bene per, poi, lasciarlo raffreddare.
  • Cuocere il riso, dopo averlo sciacquato sotto l’acqua corrente, aggiungendo il brodo vegetale caldo mano a mano che assorbe fino a cottura. E lasciare raffreddare.
  • Tagliare la provola o la mozzarella a piccoli cubetti.
  • Sbattere le uova con una forchetta in un piatto fondo con un pizzico di sale.
  • Con le mani, prendere una quantità di riso giusta per formare una piccola polpetta e creare una cavità al centro in cui inserire qualche cubetto di formaggio e un cucchiaio abbondante di ragù vegetale. Chiudere lavorando la polpetta in modo che il ripieno rimanga all’interno senza fuoriuscire in cottura.
  • Passare la polpetta nel pane grattato, poi nell’uovo sbattuto e di nuovo nel pane grattato.
  • Friggere un arancino per volta nell’olio di semi bel caldo all’interno di una pentola dai bordi alti.
  • Servire gli arancini ben caldi asciugati su un foglio di carta casa.

22 maggio: Giornata internazionale per la biodiversità. La grande e fragile ricchezza del nostro Paese, anche a tavola

Le Nazioni Unite, per rendere omaggio alla Convenzione per la Diversità Biologica del 22 maggio 1992, hanno dedicato questa giornata al miglioramento della consapevolezza sulla biodiversità. L’edizione 2024 della Giornata Internazionale della Biodiversità punta a evidenziare l’importanza di questo tema per il nostro pianeta, soprattutto per quanto riguarda la tutela della natura, della sicurezza alimentare e della salute.

 

Parliamo di un patrimonio, quello italiano, che per quanto riguarda la biodiversità è sicuramente tra i più importanti in Europa per numero totale di specie animali e vegetali. Si parla, infatti, senza considerare i batteri, le alghe e i funghi, di un numero di specie di piante superiori (quelle con radice, fusto, foglia e che si riproducono per semi) di circa 6.700, a cui vanno aggiunte le oltre 1.100 specie di muschi e le 665 specie coltivate.

 

La fauna italiana, invece, marina, terrestre e d’acqua dolce, è stimata in oltre 60mila specie, di cui circa il 98% costituito da invertebrati e il rimanente da circa 1.300 specie di vertebrati. 50mila sono le specie di artropodi, in particolare 12mila sono i coleotteri.

 

Senza dimenticare che la flora presente nei mari italiani sfiora le 2.800 specie, mentre la fauna è stimata in oltre 9.300 specie. Il nostro, inoltre, è un Paese caratterizzato da un grande endemismo, ovvero dalla presenza di specie che vivono solo all’interno dei confini italiani.

 

Parliamo, dunque, di un grande patrimonio vivente messo in grave pericolo da alcuni fattori come l’inquinamento e la grande densità di popolazione che ha determinato nel tempo una sempre più estesa urbanizzazione del territorio con conseguenti disboscamento e cambiamento climatico. Senza considerare la perdita degli habitat naturali: in Europa, oltre il 50% delle specie animali è a rischio di estinzione, mentre l’85% degli habitat protetti è in uno stato di conservazione sfavorevole.

 

Tra le azioni che possiamo approntare per contrastare la perdita di biodiversità, rientrano il controllo delle emissioni di sostanze inquinanti e la tutela della qualità delle acque. Ma anche la riduzione dei consumi e degli sprechi, la ricerca di fonti energetiche sostenibili e la sostituzione di materiali sintetici come la plastica.

 

DALLA FONTINA VALDOSTANA AI PISTACCHI DI BRONTE: LA VASTA E RICCA PRODUZIONE ALIMENTARE ITALIANA

 

La cultura gastronomica del Paese è intrinsecamente legata alla varietà e alla qualità dei suoi prodotti regionali. Ogni piatto racconta una storia, ogni ingrediente ha una provenienza e insieme celebrano l’incredibile ricchezza di un patrimonio che va preservato e valorizzato. La tavola italiana, con la sua biodiversità, non è solo un’esperienza gastronomica, ma un viaggio autentico attraverso le tradizioni e le bellezze naturali di un Paese unico nel suo genere.

 

Ogni regione italiana porta in tavola una storia unica, tessuta con ingredienti locali che rispecchiano la biodiversità dell’ambiente circostante. Dai formaggi delle Alpi ai frutti vulcanici della Sicilia, il patrimonio alimentare italiano è un tesoro di biodiversità che merita di essere conosciuto e rispettato.

 

L’Italia mostra, infatti, una ricchezza che va ben oltre il piacere del palato, rappresentando un elemento cruciale per la sostenibilità ambientale e la cultura. Le varietà locali di frutta, verdura, cereali e legumi sono pilastri di una dieta mediterranea rinomata mondialmente per i suoi benefici sulla salute. Ma oltre al benessere fisico, la biodiversità alimentare italiana supporta una resilienza ecologica essenziale. Le coltivazioni autoctone sono connesse ai loro specifici ecosistemi, promuovendo pratiche agricole sostenibili che rispettano il suolo e riducono la necessità di agenti chimici.

 

Economicamente, i prodotti DOP, IGP e BIO italiani non solo attraggono turisti e buongustai da tutto il mondo, ma garantiscono anche un mercato per le piccole produzioni locali, proteggendo il lavoro e le tradizioni rurali. Questo modello di economia non solo conserva le tradizioni, ma incoraggia anche l’innovazione nel rispetto della terra.

 

Stiamo parlando di DOP Economy, una parte vitale dell’economia agroalimentare del Paese, che contribuisce in maniera significativa non solo al PIL ma anche alla conservazione della biodiversità, alla promozione delle tradizioni locali e al sostegno delle comunità rurali. Secondo l’ultimo rapporto Ismea Qualivita, parliamo di oltre 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022. Con 296 consorzi e 195mila imprese che impegnano 890mila persone, di cui 580mila in agricoltura e 310mila nell’industria di trasformazione.

 

I prodotti certificati pesano per il 20% sul fatturato dell’agroalimentare italiano e crescono anno dopo anno sia nelle vendite interne che nell’esportazione che arriva quasi a 9 miliardi di valore registrando un +9%, mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro ed è in crescita del 5%. Insomma, una biodiversità alimentare che va preservata anche attraverso un consumo consapevole e stagionale delle sue produzioni.

 

FRUTTA E VERDURA, L’ABBONDANZA DI MAGGIO TRA FRAGOLE, ASPARAGI E FAVE

 

Maggio in Italia è un mese di grande ricchezza e benessere per quanto riguarda la frutta e la verdura, con una notevole varietà che non solo arricchisce le nostre tavole ma rappresenta anche un indice importante di biodiversità, stagionalità e sostenibilità ambientale.

 

La diversità dei prodotti disponibili in questo mese è un esempio lampante di come la natura offra ciò che è più adatto al clima e alle esigenze del corpo umano in un dato periodo dell’anno. Ad esempio, le fragole, che raggiungono il picco di maturazione in maggio, sono ricche di vitamina C e antiossidanti. E le ciliegie, un’altra delizia di questo mese, aiutano l’organismo con i polifenoli e gli antociani, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie.

 

Le verdure di maggio, come gli asparagi e le fave, sono altrettanto benefiche. Gli asparagi, sia verdi che bianchi, sono diuretici e ricchi di fibre e vitamine A, C, e K. Le fave, d’altro canto, offrono una notevole quantità di proteine vegetali, ferro e potassio, che contribuiscono alla buona salute e all’energia quotidiana.

 

Questi prodotti non solo sono un toccasana per la salute ma sono anche testimoni della ricchezza biodiversa delle regioni italiane.

 

Ogni area ha varietà autoctone che si sono adattate nel tempo agli specifici terreni e microclimi, offrendo sapori unici e inconfondibili. Ad esempio, le fragole di Verona hanno caratteristiche diverse da quelle di Terracina, a dimostrazione di come la biodiversità sia una risorsa preziosa per il territorio.

 

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, poi, il consumo di frutta e verdura di stagione e locale riduce il bisogno di trasporto a lungo raggio, abbattendo così le emissioni di CO2 e promuovendo una filiera corta che beneficia l’economia locale. Inoltre, questo approccio supporta le pratiche agricole meno intensive e più rispettose del suolo e delle risorse idriche.

 

Nella cucina regionale italiana, questi prodotti di stagione entrano in ricette che esaltano la freschezza degli ingredienti. Pensiamo alle insalate primaverili, ai risotti con asparagi, o alle frittate con fave e pecorino. Ogni piatto non solo racconta la storia di una regione ma celebra anche la connessione tra il cibo, la terra, la cultura e la salute.

 

 

Un giro d’Italia nel gusto e nel benessere della nostra frutta secca. In cucina o per uno spuntino nutriente come i Mix Ohi Vita

L’Italia è rinomata per la sua diversificata produzione di frutta secca, elemento di valore presente nella Dieta Mediterranea e contributo fondamentale, oltre che della nostra alimentazione anche nella cucina italiana per le tante ricette che ne valorizzano gusto e proprietà.

 

Ogni tipo di frutta secca, dalla nocciola alla mandorla, dalla castagna al pistacchio, racconta una storia unica, profondamente radicata nel suo territorio di origine. Le tecniche di coltivazione e raccolta, tramandate di generazione in generazione, mantengono infatti vive le tradizioni che circondano questi frutti.

 

Parliamo di alimenti che, oltre a essere elementi vitali della cucina italiana, rappresentano un legame profondo con la terra e con le antiche tradizioni agricole del paese. Prelibatezze come la Nocciola di Giffoni IGP e la Mandorla di Toritto PAT, oltre che la Nocciola Romana DOP. Eccellenze che includono anche le castagne secche come la Castagna di Montella IGP, coltivata nelle zone montuose della Campania, nota per il suo sapore dolce. O come la Castagna del Monte Amiata IGP che viene apprezzata per le sue grandi dimensioni e il sapore delicato, molto ricercata sia in Italia che all’estero. Senza dimenticare la Castagna di Vallerano DOP, fragrante e sapida.

 

Nel campo delle mandorle, la Mandorla di Ceglie Messapica PAT e la Mandorla Siciliana PAT raccontano storie di gusto e qualità. Queste mandorle sono particolarmente ricercate per il loro gusto ricco, che le rende ideali anche per la pasticceria tradizionale. Proprio come la Mandorla d’Avola PAT, utilizzata molto anche nell’industria alimentare per la preparazione di dolci, biscotti, pane e prodotti da forno. Così come nei piatti salati e in cosmetica, ad esempio per la cura della pelle e dei capelli.

Per arrivare, infine all’oro verde della Sicilia, ovvero il Pistacchio Verde di Bronte DOP, conosciuto come uno dei gioielli dell’agricoltura italiana. Il suo colore verde intenso e il sapore ricco e aromatico, che sono il risultato delle condizioni climatiche e del terreno vulcanico in cui cresce, ne fanno un ingrediente unico per gelati e dolci,  a partire dal celebre cannolo siciliano.

 

PER SPEZZARE LA FAME IN MODO SANO E GUSTOSO, I MIX DI FRUTTA SECCA E ALTRE PRELIBATEZZE OHI VITA

 

C’è Protein Mix, un equilibrato connubio di frutta secca e semi di zucca dall’elevato contenuto proteico, ideale da consumare in ogni momento della giornata per sostenere una vita attiva nel segno del benessere. C’è Energy Mix con mandorle e anacardi tostati che incontrano la dolcezza dei mirtilli rossi e la croccante golosità del cioccolato fondente e del cocco essiccato per offrire piacere, gusto ed energia quando ce n’è necessità. E c’è Active Mix con mandorle, noci del Brasile e anacardi uniti a uvetta e mirtilli rossi essiccati e infusi nel succo di ananas per spuntini ricchi di energia, gusto e benessere.

 

Sono i Mix Ohi Vita, lavorati e confezionati applicando le normative relative alla salubrità e alla sicurezza alimentare per rispondere a tutti i requisiti ambientali unendo gusto e benessere.

 

Ottime e gustose soluzioni con ingredienti OGM free, selezionati con cura e acquistati direttamente da fornitori approvati in tutto il mondo come garanzia di qualità, nel rispetto dei più elevati standard internazionali.

 

Perché 30 grammi di frutta secca ogni due o tre giorni rappresentano, secondo l’Oms, la porzione ideale per un apporto significativo di nutrienti preziosi come proteine, fibre vegetali, vitamine e sali minerali. Soprattutto nelle diete plant based, regimi alimentari che, senza escludere nessun alimento, si fondano sul consumo di cibi vegetali, la frutta secca gioca un ruolo importante per la sua ricchezza nutrizionale e l’energia che mette subito a disposizione. Una scelta alimentare consapevole, salutare e all’insegna della sostenibilità.

 

LO SPUNTINO DI MEZZA MATTINA, UN MOMENTO DI SALUTE E CURA, NON SOLO A SCUOLA

 

Le linee guida del Crea, Centro di ricerca alimenti e nutrizione, evidenziano il valore nutrizionale della frutta secca, promuovendola come un’ottima soluzione in tutti i momenti della giornata, a partire dalla colazione e dallo spuntino di metà mattina.

 

La frutta secca è, infatti, un concentrato di nutrienti essenziali, tra cui proteine, carboidrati e, in particolare, acidi grassi polinsaturi come gli Omega-3, noti anche per i loro benefici sul sistema cardiovascolare. Anche per questo,la frutta secca merita un posto di rilievo nella nostra alimentazione quotidiana.

 

Un piccolo pugno di frutta secca a metà mattina non solo può placare la fame, ma fornisce anche energia duratura fino al pasto successivo. Inoltre, il suo alto contenuto di fibre aiuta a mantenere regolare il sistema digestivo, contribuendo a un senso di sazietà.

 

Uno spuntino di frutta secca a metà mattina è particolarmente vantaggioso per chi ha uno stile di vita attivo. Facile da trasportare e da conservare, la frutta secca rappresenta infatti un’ottima soluzione: mandorle, noci, pistacchi e altre varietà non solo deliziano il palato, ma sono anche fonti preziose di minerali come il magnesio e il potassio, essenziali per il benessere muscolare e nervoso.

 

Insomma, integrare la frutta secca nella dieta, a maggior ragione come spuntino di metà mattina, non solo rappresenta un’abitudine salutare, ma può anche aiutare a migliorare la qualità generale dell’alimentazione, arricchendola di nutrienti fondamentali per il nostro benessere. Le proprietà nutritive e i benefici per la salute offerti dalla frutta secca, all’interno di una vita attiva e di un consumo equilibrato, la rendono una scelta eccellente per chi cerca di nutrirsi in modo intelligente e consapevole.

Con fragola e con pesca, lo yogurt greco Ohi Vita ha due nuovi gusti. Ottimi anche per profumare un gustoso plumcake

Perfetti per la colazione e in ogni momento di pausa della giornata, lo Yogurt greco con pesca 0% grassi e lo Yogurt greco con fragola 0% grassi ampliano la linea Ohi Vita già ricca dello Yogurt greco bianco, alla vaniglia, al mirtillo, al caffè, proteico con miele e senza lattosio bianco.

 

Prodotti con latte 100% greco a Km 0 e proveniente dalle fattorie che si trovano sulle colline della città di Drama, nella Grecia settentrionale e secondo il metodo tradizionale della colatura vasetto per vasetto,

 

gli yogurt che compongono la linea garantiscono con una filiera tracciabile e niente OGM un’esperienza di gusto e benessere indicata anche nelle diete a ridotto regime calorico come per gli sportivi.

 

Tutte le fasi del processo produttivo, dalle materie prime alla distribuzione, sono infatti tracciabili e rigorosamente monitorate sul piano della sicurezza alimentare e della qualità, fino alla distribuzione, a garanzia della freschezza e dell’integrità del prodotto.

 

Con la cremosità golosa e nutriente di pesca e fragola, anche questi due nuovi yogurt costituiscono alimenti ricchi di proteine e calcio, totalmente privo di grassi. Per un momento sfizioso in grado di offrire un’esperienza di gusto e di benessere nel segno della naturalità. Questi yogurt possono, infatti, essere consumato anche tutti i giorni, a colazione o come spuntino, nell’ambito di una dieta equilibrata e completa.

 

Consumare yogurt abitualmente rappresenta, dunque, un’ottima consuetudine in grado di  favorire uno stile di vita sano e consapevole. Oltre che utile a colmare eventuali carenze nutrizionali di calcio e vitamine. Senza dimenticare la semplicità del processo di produzione, caratterizzato da bassissime emissioni climalteranti, che rende questo yogurt un alimento anche a ridotto impatto ambientale.

 

 

SOFFICE E PREZIOSO COME SOLO UN PLUMCAKE CON YOGURT GRECO ALLA PESCA

 

Una ricetta semplice e veloce per un dolce delicato e assieme intenso, perfetto in ogni momento della giornata, partendo dalla colazione, accompagnando il pranzo, incontrando la merenda e finendo la giornata con un tocco di dolcezza.

 

Ingredienti

 

 

Preparazione

 

  • Mescolate con una frusta le uova e lo zucchero.
  • Aggiungere, l’olio, lo yogurt, la scorza di limone e la farina setacciata con il lievito mescolando sempre con cura.
  • Versare l’impasto in uno stampo da plumcake e cuocere per 30 minuti in forno caldo a 160/170 gradi.

 

 

TABACCHIERA, NETTARINA O SANGUIGNA, LE PESCHE D’ITALIA CHE PREANNUNCIANO L’ESTATE

 

Quando arrivano sui banchi di frutta, possiamo finalmente dire che la stagione estiva è alle porte. Da gustare fresche o nelle torte, le pesche sono frutti dolci e profumati che portano anche benessere con sali minerali e vitamine. Ma le pesche italiane non sono solo un ingrediente fragrante e gustoso per la nostra dieta estiva, rappresentano anche un simbolo dell’agricoltura italiana:

 

con il loro sapore inconfondibile e le loro qualità nutrizionali, le pesche italiane continuano a deliziare e nutrire generazioni, consolidando la loro posizione come uno dei frutti più amati e ricercati in Italia e nel mondo.

 

La coltivazione della pesca in Italia vanta una storia secolare, con una varietà di specie che si adattano perfettamente al clima temperato e alle diverse caratteristiche del terreno, dalle regioni settentrionali fino al sud. La produzione nostrana di pesche si concentra principalmente in alcune regione italiane come l’Emilia-Romagna e la Campagna che insieme rappresentano circa il 50% della produzione nazionale. L’Emilia-Romagna in particolare è famosa per la pesca di Romagna, un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta) che assicura un’alta qualità e un’origine certificata.

 

Le pesche italiane si distinguono per varietà e tipologie, tra cui le pesche nettarine, le pesche a polpa gialla e quelle a polpa bianca. Ogni varietà ha le sue peculiarità: le pesche nettarine sono apprezzate per la loro pelle liscia e il sapore intensamente dolce, mentre le pesche a polpa bianca sono molto delicate, con un gusto floreale e zuccherino, senza dimenticare la fresca fragranza delle pesche a polpa gialla che sono anche le più diffuse.

 

Oltre a queste tre, la pesca tabacchiera, nota anche come pesca saturnina per la sua forma piatta che ricorda un disco, è una varietà particolarmente apprezzata per il suo sapore dolce e aromatico e per la sua polpa succosa e compatta. La pesca tabacchiera si distingue non solo per la forma ma anche per il suo alto contenuto di zuccheri e per la buccia sottile, che la rende immediatamente consumabile anche senza sbucciatura.

 

Un’altra varietà interessante è la pesca percoca, che si caratterizza per la sua polpa particolarmente aderente al nocciolo. Questo tipo di pesca è spesso utilizzato nella preparazione di conserve e per la cottura. La percoca è molto apprezzata anche per la preparazione delle famose pesche al vino.

 

Inoltre, non possiamo dimenticare la pesca sanguigna o rossa, una varietà relativamente nuova, caratterizzata da una buccia di colore rosso vivo e da una polpa che varia dal rosa al rosso, a seconda della maturazione. Questa varietà non solo è visivamente molto attraente ma è anche ricca di antocianine, potenti antiossidanti che conferiscono molti benefici per la salute.

 

La raccolta delle pesche avviene principalmente nei mesi estivi, da giugno a settembre, periodo in cui i frutti raggiungono il picco di maturazione. Questa stagionalità garantisce il consumo di frutta fresca e di stagione, un principio sempre più apprezzato dai consumatori attenti alla qualità e all’impatto ambientale della loro alimentazione.