Il periodo delle festività natalizie e il passaggio da un anno all’altro sono da sempre momenti carichi di simbologia, non solo in ambito religioso. Momenti che vengono celebrati, secondo le più varie tradizioni, compiendo rituali di buon auspicio e prosperità.
In Italia, in particolare, patria del cibo e della buona cucina per antonomasia, tradizionalmente molti di questi rituali sono legati alla sfera gastronomica. Perché se il mangiare bene già di per sé è uno dei massimi piaceri della vita, attribuirgli significati positivi e ben auguranti lo rende ancora più gustoso. Portare in tavola alimenti portafortuna durante i pranzi e le cene di questo periodo di festa aiuta ad arricchire l’atmosfera di allegria, relax e speranza nel futuro.
Al primo posto, quasi scontato dirlo, ecco le prelibate ed energizzanti lenticchie, alimento dalle molteplici proprietà nutrizionali. Considerate portafortuna fin dai tempi degli antichi romani, che erano soliti regalare una “scarsella” (sacchettino di cuoio portamonete da appendere alla cintola o al collo), con l’augurio che i legumi, già simili nella forma a piccole monete, potessero trasformarsi in denaro reale.
Le lenticchie si possono proporre in tanti modi, ma si servono, tradizionalmente, con altri due alimenti portafortuna: il riso e il maiale sotto forma di cotechino o zampone.
- Il riso, da sempre e in tante culture simbolo di abbondanza, purezza e fertilità (basti pensare che si tira ai novelli sposi come buon augurio), estremamente versatile e reperibile in un gran numero di varietà, differenti per gusto e modalità di cottura, può essere impiegato per tantissime preparazioni, dall’antipasto al dolce.
- Il maiale, animale che mangia di tutto e del quale “non si butta via nulla”, simbolo di abbondanza e ricchezza (non a caso il classico salvadanaio è proprio a forma di maialino), compare sulle tavole delle feste in varie forme, dal salame al ripieno di tortellini e cappelletti agli arrosti, ma la classica portata di Natale e Capodanno che lo vede protagonista sono cotechino e zampone, spesso accompagnati appunto da lenticchie.
Entrambi simbolo di progresso, fortuna e fertilità, la differenza tra questi due insaccati cotti a base di carne di maiale impastata e insaporita con spezie e aromi è nell’involucro: il cotechino viene avvolto nel budello, lo zampone – come dice la parola – nella zampa anteriore dell’animale.
- Il peperoncino, scacciaguai per eccellenza già ai tempi dell’antica civiltà inca sudamericana, è considerato di buon auspicio anche al di là del notissimo folklore partenopeo. Pare che il simbolismo legato a virilità e fecondità del peperoncino derivi dal fatto di assomigliare nella forma alle corna degli animali appese agli ingressi delle case o indossati sui copricapi per fare sfoggio dei trionfi venatori. Oltre che dalle sue rinomate proprietà afrodisiache, antinfiammatorie, analgesiche e termogeniche derivate della capsaicina, l’alcaloide che determina la piccantezza di queste bacche.
- La melagrana, con i suoi dolci e saporiti chicchi rossi (da ricordare che il rosso è, tra l’altro, il colore associato alla notte di San Silvestro), è simbolo di fortuna e di abbondanza. Pianta sacra a Giunone, dea protettrice dei matrimoni fecondi, e a Venere, dea della bellezza, dell’amore, della fecondità e della natura, il suo frutto si può consumare sotto forma di estratto da bere, molto salutare, in un’insalata benaugurale con songino, chicchi di melograno, noci e arancia, o per arricchire e conferire note di gusto e di colore a primi, secondi e dessert.
- I mandarini, succosi e prelibati, per il Feng Shui, antichissima disciplina del taoismo cinese volta al benessere armonico tra uomo e ambiente, grazie alla loro forma sferica richiamano i principi dell’infinito e dell’eternità. Gli agrumi in generale sono da sempre considerati portafortuna, simbolo di successo, prosperità e lunga vita.
- L’uva è un frutto consumato per tradizione allo scoccare della mezzanotte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, come auspicio di buona fortuna e ricchezza per il nuovo anno. C’è anche un detto, che recita “Chi mangia uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno”: tradizione vuole che se ne mangino 12 acini, uno per ogni mese dell’anno che sta cominciando.
- Frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole eccetera), datteri e fichi secchi sono alimenti propiziatori fin dall’antica Roma: per usufruire dei loro poteri scaramantici se ne raccomanda il consumo di sette varietà differenti. Un’altra usanza non mangereccia ma molto diffusa come portafortuna è quella di tenere in tasca o nella borsa una castagna matta: un amuleto da portarsi sempre dietro. Non manca, ora, che augurare un anno positivo e prospero per tutti, pieno di salute, ricchezza e serenità.