Come prima colazione o per uno spuntino goloso, tutto il gusto e il benessere dello yogurt greco senza lattosio

Per la sua consistenza cremosa e il sapore fresco e gustoso, lo yogurt greco rappresenta uno degli alimenti in crescita di gradimento a livello planetario. Grazie ai fermenti lattici, infatti, lo yogurt rappresenta un alimento che offre numerosi benefici per il nostro organismo, per la sua facile digeribilità e la ricchezza nutrizionale. Lo yogurt greco, nello specifico, si distingue per l’esperienza gratificante del gusto che garantisce, con una ricca cremosità e che soddisfa e sazia, a fronte di un apporto calorico contenuto.

 

È il ripetuto processo di colatura attraverso il quale viene prodotto lo yogurt greco a determinare il suo profilo sensoriale e nutrizionale: alla ridotta componente liquida corrisponde infatti un contenuto maggiore di proteine e inferiore di sodio e lattosio, ma soprattutto quella consistenza ricca a cui è legato il grande successo di questo alimento.

 

Ottenuto per colatura dalla fermentazione naturale di latte greco delattosato a filiera certificata, lo Yogurt greco bianco 0% grassi e senza lattosio Ohi Vita, per il suo ricco profilo nutrizionale è indicato nelle diete degli sportivi e per tutti coloro che hanno difficoltà digestive o intolleranza al lattosio.

 

Tutta la fresca cremosità dello yogurt greco si può, quindi, gustare nello Yogurt greco bianco 0% grassi e senza lattosio della linea Ohi Vita, ricco di proteine e calcio disponibili anche per chi ha specifiche ipersensibilità o intolleranze. Ideale per la prima colazione o uno spuntino goloso. Grazie alla componente liquida ridotta, lo yogurt greco è, infatti, un alimento dall’elevato potere nutriente, e capace di generare un appagante senso di sazietà.

 

I fermenti lattici presenti promuovono la buona funzionalità dell’intestino, favorendo l’equilibrio del microbiota, a vantaggio del benessere complessivo e del rafforzamento delle nostre difese immunitarie. Inoltre, come fonte di Vitamine del gruppo B, soprattutto la Vitamina B12, e di sali minerali come calcio e magnesio, lo yogurt greco può promuovere la corretta funzionalità del sistema nervoso e del metabolismo.

 

La curiosità è che lo yogurt che conosciamo come greco, in realtà, è un alimento dalla storia millenaria che non ha origini elleniche, bensì balcaniche, in quanto deriva dalla tradizione gastronomica bulgara. Lo yogurt, “inventato” dagli antichi popoli nomadi dell’Asia, che scoprirono un po’ per caso che il latte conservato in otri ricavate dalle pelli degli animali fermentava, presto si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo grazie ai commercianti Fenici ed Egizi, e da allora si svilupparono diversi metodi di produzione. Oggi lo yogurt greco è diventato un ingrediente base nella cucina ellenica, da consumare da solo, ma anche in tantissime preparazioni dolci e salate. Si sposa molto bene con le verdure, con la carne di pollo, con il pesce, e, nei dessert, con il miele, le amarene e le fragole.

 

Lo Yogurt greco bianco 0% grassi senza lattosio della linea Ohi Vita è prodotto con latte 100% greco a Km 0, opportunamente delattosato, e proveniente dalle fattorie che si trovano sulle colline della città di Drama, nella Grecia settentrionale. Tutte le fasi del processo produttivo, dalle materie prime alla distribuzione, sono tracciabili e rigorosamente monitorate sul piano della sicurezza alimentare e della qualità, fino alla sua distribuzione con una logistica sempre più snella ed efficiente, a garanzia della freschezza e dell’integrità del prodotto.

 

Dalla mungitura del latte fino al confezionamento, tutte le fasi di produzione di questo yogurt sono svolte seguendo i più rigorosi parametri di qualità, sotto il controllo di personale specializzato e nel rispetto dell’ambiente.

Tempo di castagne, un tesoro del bosco che racconta il gusto delle nostre tradizioni

Camminando tra gli alberi, lasciandosi sorprendere dal variopinto foliage che scricchiola a ogni passo, è evidente che il bosco in questa stagione dà il meglio di sé, sia esteticamente sia perché regala alcuni tra gli alimenti più preziosi dell’autunno. Sotto i maestosi Castanea Sativa è, ad esempio, pieno di ricci, quei piccoli scrigni spinosi che un volta a maturazione si staccano dai rami e si schiudono rivelando il loro prelibato frutto: la castagna. La sola idea delle castagne, arrostite agli angoli delle strade o nel tepore del focolare domestico, è di per sé un pensiero che riscalda.

 

Pianta mellifera di origine antichissima (pare sia sopravvissuta all’ultima grande glaciazione, diecimila anni fa), si hanno testimonianze della presenza del castagno in tutto il bacino del Mediterraneo e dei suoi numerosi benefici già nell’antica Grecia. La diffusione in Italia comincia presumibilmente dalle Alpi Apuane, in Toscana, e non è un caso che questo sia un frutto che proviene dalle zone di montagna, dove il clima e le attività richiedono un gran dispendio di energia e si ha necessità di alimenti nutrienti e calorici. È infatti ricco, saziante e rinvigorente, in grado di fornire energia e vitalità.

 

Con una percentuale di acqua che vale circa la metà del suo peso, una consistenza farinosa e amidacea, la castagna porta con sé un alto contenuto di sali minerali (fosforo, magnesio, potassio, calcio) che contribuiscono al buon funzionamento dell’organismo. E contengono preziose vitamine (A, B, C, D), oltre a fornire un buon apporto di fibre che hanno effetti benefici sulla microflora intestinale.

Dal punto di vista gastronomico, bisogna innanzitutto fare una distinzione tra castagna e marrone: la prima è il frutto selvatico, solitamente di medio-piccole dimensioni, schiacciato su un lato, dalla buccia resistente di colore bruno scuro e pellicola interna ben aderente alla polpa. I marroni invece sono un frutto selezionato per la coltivazione, quindi più grossi, pregiati e ricercati. Presentano una forma a cuore, buccia marrone più chiaro con striature e polpa che si stacca facilmente dalla pellicola interna. Sono entrambi molto saporiti, di grado zuccherino più o meno elevato.

 

In passato alimento base delle classi meno agiate, che ne usavano la farina in alternativa alla più costosa versione di grano per preparare minestre, polenta e pane ((il castagno veniva chiamato “albero del pane”, tanto era fondamentale per il sostentamento delle genti di montagna),

 

la castagna viene consumata fresca, secca, candita, lessata, arrostita, sciroppata, brasata, in crema al posto delle confetture, per farce e guarnizioni di alta pasticceria e per quant’altro la fantasia sappia creare.

 

La versatilità di impiego di castagne e marroni è ampia e spazia da preparazioni più semplici e rustiche – come zuppe, focacce (notissimo il castagnaccio, con pinoli, uvetta e rosmarino), frittelle, tortelli e budini – a piatti più complessi e raffinati propri della cucina classica, per i quali perlopiù si utilizzano i marroni: in versione dolce (Montblanc, meringate, bavaresi, marron glacés) o salata, come contorno di grandi piatti di cacciagione o ripieno di arrosti.

 

In Italia ben tredici varietà di castagne e marroni hanno ricevuto la denominazione Dop (castagna di Vallerano, marrone di Caprese Michelangelo, marrone di San Zeno) e Igp (marrone del Mugello, di Castel del Rio, di Roccadaspide, di Serino, di Cuneo, della Val di Susa, del Monte Amiata, di Combai, del Monfenera, castagna di Montella): non rimane che provare ad assaggiarne la maggior parte.