Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari: 3 gustose ricette per recuperare il pane raffermo

Il 29 settembre è una Giornata con un forte messaggio promosso dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO): trasformare i sistemi agroalimentari per renderli più efficienti, inclusivi e sostenibili. Ed evitare le perdite e gli sprechi alimentari.

 

La Sinu, Società italiana di nutrizione umana, fornisce in questo senso alcuni semplici consigli che si possono mettere in atto in famiglia e nella vita quotidiana per ridurre lo spreco alimentare. Indicazioni che vanno dalla pianificazione del menù settimanale allo sviluppo della capacità di scegliere le giuste quantità di alimenti da acquistare. Dal limitare gli acquisti d’impulso in favore di scelte alimentari più consapevoli e sane al più efficace di tutti: fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto. Senza dimenticare le capacità di riconoscere se un alimento è ancora buono, seguire la Dieta Mediterranea e le porzioni consigliate, educare le nuove generazioni a riutilizzare gli avanzi.

 

Secondo i dati Waste Watcher, nel 2022 noi italiani abbiamo infatti gettato 75 grammi di cibo al giorno, ovvero oltre oltre mezzo chilo a settimana a testa. Sono soprattutto frutta e pane a finire nel cestino. Ed è proprio con il pane che si possono preparare tante ricette di recupero, a partire dalle polpette, dalla classica panzanella e dalla torta di pane al cioccolato.

 

Polpette di pane in brodo

 

Ingredienti (per 4 persone)

350 gr di pane raffermo

2 uova

200 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato

1 gambo di sedano, 1 carota e 1 cipolla

1 pomodoro

Sale e pepe

 

Procedimento

 

Mettere il pane in ammollo con acqua in una ciotola fino a farlo ammorbidire.

 

Preparare in pentola il brodo con abbondante acqua, sedano, carota, cipolla e pomodoro mondati, aggiustando di sale e di pepe.

 

Preparare le polpette con il pane strizzato e sbriciolato, le uova e il formaggio, mescolando per amalgamare gli ingredienti.

 

Quando le verdure sono cotte, realizzare delle piccole polpette con i palmi delle mani e cuocerle nel brodo per circa 10 minuti prima di servire.

 

Panzanella

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

400 gr di pomodori maturi

400 gr di pane raffermo

1 cetriolo pulito e sbucciato

1 cipolla rossa mondata e tagliata fine

Foglie di basilico mondate

Aceto di vino bianco

Olio extravergine di oliva

Sale e pepe

 

Procedimento

Bagnare bene con l’acqua il pane a fette in una ciotola fino a farlo ammorbidire.

 

Mettere le fettine di cipolla a marinare con mezzo bicchiere d’acqua e mezzo di aceto per almeno 15 minuti. E poi sgocciolarle.

 

Tagliare a fatte sottili il cetriolo e a dadi piccoli i pomodori puliti.

 

Unire in una ciotola, amalgamando con cura, il pane strizzato e sbriciolato con le mani, la cipolla, i pomodori, il cetriolo e il basilico.

 

Lasciare riposare la panzanella in frigo per almeno un’ora prima di servire condendola con olio, aceto, sale e pepe.

 

 

Torta di pane al cioccolato

 

Ingredienti (per uno stampo da 22 cm)

 

300 gr di pane

350 ml di latte

2 uova

100 gr di zucchero

100 gr di burro

100 gr di cioccolato fondente

1 bustina di lievito per dolci

 

Procedimento

Tagliare il pane a cubetti e metterlo in una ciotola con il latte fino a farlo ammorbidire bene e, poi, frullarlo.

 

Lavorare ora le uova e lo zucchero in una ciotola con la frusta per ottenere un composto spumoso. Incorporare, poi, il burro fatto prima fondere a bagnomaria assieme al cioccolato. E la bustina di lievito.

 

Aggiungere anche l’impasto di pane e mescolare per ottenere un composto omogeneo.

 

Cuocere in forno, nello stampo rivestito di carta da forno, per 35 minuti e a 180° C. Lasciare intiepidire la torta prima di servirla.

100% vegetale, senza conservanti né OGM: ecco il Farro cotto a vapore Ohi Vita

Dal sapore delicato, simile a quello della nocciola, e con chicchi dalla consistenza piacevole, il Farro cotto a vapore Ohi Vita, garantito no OGM, è un alimento versatile, 100% vegetale e senza conservanti che può rientrare a pieno titolo in una dieta vegetariana. È ottimo da gustare da solo, così come per preparare deliziose insalate fredde, torte di verdura e zuppe, a seconda della stagione e delle proprie preferenze.

 

Come ottima fonte di fibre, si tratta di un alimento dal buon potere saziante e utile anche per contenere i livelli di colesterolo cattivo, senza dimenticare il suo effetto benefico a favore della funzionalità e della salute dell’apparato gastrointestinale. 

La presenza di Sali minerali, soprattutto potassio, ma anche fosforo, calcio, zinco e magnesio in proporzioni variabili, rende il farro un alimento che può contribuire alla buona salute di muscoli e ossa.

 

Come il più antico dei frumenti coltivati dall’uomo, che già nel Neolitico lo produceva per scopi alimentari, il farro è originario della Mezzaluna fertile, da cui si diffonde in Egitto e in seguito in tutto il Mediterraneo, attraverso scambi commerciali e movimenti di popolazioni. Etruschi e Romani lo impiegavano in abbondanza per preparare il libum, una preparazione tra il pane e la focaccia, e il puls, la tradizionale polenta. È Plinio nella sua Naturalis Historia a raccontare il ruolo fondamentale di questo cereale nell’alimentazione dei Romani: “Di tutti i cereali il popolo romano per trecento anni usò il farro”. Del resto, il nome stesso di “farina” proviene proprio dal grano farro.

 

Negli ultimi anni, l’attenzione alle sue eccellenti proprietà nutritive ha portato ad una “riscoperta” e a una nuova diffusione del farro, che trova sempre nuovi impieghi grazie al gusto unico e alla sua sostenibilità nutrizionale, a fronte di una resa produttiva inferiore rispetto ad altri cereali.

Trattandosi di una pianta rustica, caratterizzata da una bassa richiesta nutrizionale e molto competitiva con le piante infestanti, il farro si sta rivelando una coltivazione resiliente, perché capace di resistere anche in terreni poveri e in una situazione di cambiamento climatico e riduzione delle risorse idriche. Sul piano nutrizionale, inoltre, il suo contenuto proteico, mediamente superiore rispetto alle altre tipologie di grano e con un apporto calorico inferiore, risulta di grande interesse.

Oggi, il farro spelta (Triticum spelta), la varietà impiegata per preparare il Farro cotto a vapore Ohi Vita, è una coltivazione diffusa principalmente in Europa centro-orientale e in Francia.

 

Il Farro cotto a vapore Ohi Vita è prodotto con farro raccolto in stagione e a giusta maturazione, per dispiegare appieno le sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Dalla filiera rigorosamente tracciata e corrispondente ai più elevati standard internazionali di igiene e sicurezza, è un alimento che porta in tavola tutti i benefici di una dieta plant based che, senza rinunciare a nessun alimento, si fonda soprattutto su quelli di origine vegetale.

 

Ottimo da consumare anche da solo, condito con un filo di olio extravergine di oliva bio, può anche essere la base ideale per preparare piatti freddi o caldi della tradizione o cimentarsi con ricette creative e ogni volta diverse.

E se ne avanzasse un po’? Una volta travasato all’interno di un contenitore ermetico, può essere conservato in frigorifero e consumato entro due giorni.

European Organic Day 2023: quando la salute del pianeta passa anche per la nostra spesa

“Il 23 settembre è l’equinozio d’autunno, in cui il giorno e la notte hanno uguale durata: un simbolo di equilibrio tra agricoltura e ambiente che ben si adatta alla produzione biologica”: con queste parole Janusz Wojciechowski, commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, ha lanciato nel 2021 la Giornata europea della produzione biologica. L’obiettivo della ricorrenza consiste nel far conoscere sempre  più e sempre meglio ai consumatori le caratteristiche e i benefici di “un modello in cui la produzione alimentare è realizzata in armonia con la natura, la biodiversità e il benessere degli animali”.

 

E in effetti le ricadute positive del metodo biologico, che si fonda sull’adozione di sistemi naturali di difesa delle colture e l’esclusione dell’impiego di sostanze chimiche, sono molte e ben documentate.

 

I campi a coltura biologica presentano circa il 30 % in più di biodiversità, considerando la flora e la fauna selvatiche, un patrimonio prezioso da cui dipende l’equilibrio degli ecosistemi naturali, gli animali da allevamenti biologici godono di un livello più elevato di benessere e le filiere agroalimentari biologiche si sono rivelate più resilienti nel contesto di crisi climatica che stiamo vivendo.

Gli agricoltori che si dedicano alle produzioni biologiche, inoltre, hanno mediamente redditi più elevati, mentre i consumatori che scelgono prodotti bio sono garantiti circa la qualità di quello che portano in tavola, grazie al logo Euro leaf, la fogliolina verde che certifica il bio in etichetta.

 

L’edizione italiana dell’European Organic Day di quest’anno vede come momento clou della celebrazione la Festa del Bio di Bologna (Palazzo Re Enzo), con il suo fitto programma di eventi, degustazioni e dibattiti di approfondimento per riflettere sul ruolo di produttori, decision maker, amministrazioni locali e consumatori nella diffusione e promozione dell’agricoltura biologica, a partire dalla presentazione dalla nuova campagna istituzionale di comunicazione #IOPARLOBIO, promossa dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste e realizzata da Ismea.

 

Se l’attenzione alla salute, prioritaria per gli over 55 anni, e la sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale, diffusa soprattutto tra gli under 34, sono tra le motivazioni principali all’acquisto di prodotti bio, resta il fatto che le indagini più recenti hanno messo in luce come il vero marchio del biologico sia conosciuto soltanto da 1 italiano su 3.  Oltre a essere diffusa una certa sfiducia sul sistema dei controlli, con il 25% dei consumatori che non crede che i prodotti biologici siano privi di residui chimici e il 16% che esprime perplessità sulla “autenticità” delle certificazioni. Tutti fattori che hanno segnato una crescita dei consumi biologici inferiore alle aspettative, complice anche l’inflazione e la maggiore attenzione al carrello della spesa.

 

La campagna #IOPARLOBIO si propone dunque di promuovere, in modo chiaro e accattivante insieme, la conoscenza del valore della produzione biologica, in termini di tutela dell’ambiente, di qualità e sicurezza per il consumatore.

 

Incentrata su spot che hanno come protagonista il noto cantautore, presentatore e comico Elio, insieme ad una webserie per i social network in cui l’attore è affiancato dagli influencer Revee, Carlotta Ferlito e Lulù Gargari, il progetto prevede anche dei video “pillole” dal taglio più informativo, condotti da Luca Sardella. Fino a diventare una vera e propria Call to action con lo slogan“La salute del Pianeta passa dalla tua spesa”.

 

Il biologico è per l’Italia un settore strategico – ha affermato il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Luigi D’Eramo -. Il nostro Paese si conferma leader in Europa sia per le superfici coltivate a bio, sia per numero di operatori certificati che continuano ad aumentare. Perché questa crescita possa proseguire è importante che venga accompagnata da un rilancio dei consumi, in particolare della spesa domestica. La campagna ha l’obiettivo di promuovere una migliore conoscenza delle caratteristiche degli alimenti bio Made in Italy evidenziando il loro valore e le ricadute positive per la salute, non solo quella dei cittadini ma anche quella del Pianeta. Spiegare in modo adeguato la qualità dei nostri prodotti e l’affidabilità del sistema dei controlli e certificazioni è il primo passo per favorire un nuovo slancio dei consumi interni”.

Tra le dolci carote e i teneri piselli è subito mix. Per un benessere tutto vegetale

All’interno di una dieta equilibrata e varia, Carote e piselli cotti al vapore Ohi Vita rappresentano una sorgente naturale di fibre vegetali, senza OGM né conservanti. Come fonte di antiossidanti e vitamine, le carote sono un valido alleato per contrastare gli effetti dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento. Oltre a favorire, poi, le corrette funzioni gastrointestinali, assieme ai piselli hanno un apporto calorico limitato e la virtù di indurre un gratificante senso di sazietà, utile nell’ambito di regimi alimentari ipocalorici.

 

Gusto e benessere con profonde radici storiche: le carote sono, infatti, una coltivazione antica, originaria dellattuale Afghanistan

 

anche se non sono sempre state arancioni. Il loro colore un tempo variava dal viola al giallo e al rosso. Furono gli esperti agronomi olandesi che nel corso del 1500 crearono le carote arancioni, in omaggio alla dinastia regnante degli Orange.

 

Già conosciute da Greci e Romani che ne apprezzavano le virtù rinfrescanti e depurative, le carote erano anche allora molto ricercate per la loro particolare colorazione. Ma anche per il gusto che nelle varietà antiche univa il dolce allaspro. Successivamente, con la selezione della varietà arancione, la più apprezzata in Europa, prevalse in modo deciso il sapore delicatamente dolce che oggi conosciamo.

 

E sempre la dolcezza contraddistingue anche il gusto dei piselli, ritenuti nei secoli cibo prelibato e di largo impiego, come raccontano alcune fiabe di Hans Christian Andersen e I dodici cacciatori dei fratelli Grimm. In questa fiaba, il re vuole scoprire se i dodici cacciatori giunti alla sua corte siano uomini o donne. Sparge allora sul pavimento dei piselli per capire se verranno schiacciati dal passo pesante degli uomini oppure se rotoleranno dappertutto spinti dai passi leggeri e danzanti delle donne. Lo stratagemma però non funziona perché le dodici giovani cacciatrici, avvertite dell’insidia, si presentarono al re con passo deciso e fermo.

 

Carote e piselli cotti a vapore Ohi Vita non contengono OGM né conservanti, per un prodotto 100% vegetale, dalla filiera rigorosamente tracciata e che corrisponde agli standard internazionali di sicurezza. Le carote e i piselli impiegati sono raccolti in stagione, per dispiegare appieno quelle proprietà organolettiche e nutrizionali che il metodo dell’appertizzazione, adottato per inscatolare in modo sicuro e sottovuoto, può preservare.

 

Dopo la raccolta che avviene al giusto punto di maturazione, le verdure vengono rapidamente confezionate negli stabilimenti che si trovano vicino alle principali regioni di produzione, operando con una filiera corta che, da un lato, riduce i trasporti e, dallaltro, consente di conservare il più possibile integre le qualità nutritive degli ortaggi.

 

Un’ottima soluzione anche per riuscire a soddisfare la crescente richiesta di una alimentazione plant based che, senza rinunciare ad alcun cibo, privilegia prodotti di origine vegetale, rappresentando al contempo anche una scelta consapevole e orientata alla sostenibilità.

Più sane, stagionali, in linea con la Dieta Mediterranea e con meno sprechi alimentari: l’Ue in campo per le mense scolastiche

Il Parlamento Europeo ha approvato di recente una importante risoluzione che ha come obiettivo quello di indirizzare le politiche dellUnione riguardo al cibo distribuito nelle mense scolastiche pubbliche dei 27 Paesi membri. Uno degli obiettivi primari di questa risoluzione riguarda il tema nevralgico dello spreco alimentare.

 

In questo senso, quasi 59 milioni di tonnellate di cibo (131 kg per ogni abitante) vengono infatti sprecate ogni anno nell’Ue, con un valore di mercato stimato di 132 miliardi di euro. Oltre la metà dello spreco (53%) è generato dalle famiglie, seguite dal settore di trasformazione e manifatturiero (20%). Secondo le stime della Commissione europea, raggiungere gli obiettivi proposti significherebbe risparmiare 400 euro l’anno per una famiglia tipo di quattro persone.

 

L’obiettivo Ue punta proprio alla riduzione degli sprechi alimentari pro-capite, nel periodo 2020/2030, del 30% in ristoranti, famiglie e proprio nelle mense. Oltre che del 10% nell’industria alimentare.

 

La risoluzione Ue coinvolge, poi, anche l’importanza di dare la precedenza, all’interno delle mense scolastiche, ad alimenti prodotti in Europa. Oltre che di riservare una quota del 25% al biologico. Per produzioni, quindi, che arrivino sulle tavole degli studenti europei più sane ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale. Senza dimenticare la necessità di diversificare l’alimentazione e di rispecchiare per quanto possibile la disponibilità stagionale, nonché le abitudini alimentari salutari e i tipi di colture locali.

 

Dal punto di vista nutrizionale, le indicazioni invitano anche a fare affidamento il più possibile sulla Dieta Mediterranea attraverso la scelta di alimenti semplici, poco lavorati, che prevedono il più possibile anche la riduzione di bevande e alimenti con sale, grassi, zuccheri e dolcificanti aggiunti.

 

Questi interventi hanno l’obiettivo di coinvolgere tutti gli ordini scolastici, dagli asili ai licei. E puntano anche alla definizione, all’interno dell’anno scolastico, di momenti formativi e di percorsi educativi dedicati anche agli insegnanti. Su questo, la Commissione dovrebbe prevedere nuovi stanziamenti, affinché gli Stati membri garantiscano che almeno il 10% dei fondi definiti dall’Ue ogni anno per il programma scolastico, assieme dai sostegni nazionali, sia destinato a misure educative volte ad aumentare la frequenza dei momenti educativi e ad ampliarne la portata “in quanto la semplice distribuzione dei prodotti non è sufficiente a instillare stili di vita sani”.

 

Perché la mensa scolastica rappresenta davvero un servizio essenziale per garantire opportunità uguali di salute e di apprendimento, anche attraverso l’alimentazione, a tutti gli studenti. Un’alimentazione corretta a scuola può infatti contribuire allo sviluppo psico-fisico dei ragazzi, soprattutto di coloro che a casa non hanno sempre a disposizione alimenti adeguati alla propria crescita. In questo senso, le misure educative indicate nella risoluzione Ue mirano a impegnare i Paesi membri su “aspetti quali abitudini alimentari sane, sostenibili, diversificate ed equilibrate, alimentazione e competenze culinarie, allergeni alimentari, agricoltura in generale e agricoltura sostenibile in particolare (compresa l’agricoltura biologica), metodi di produzione integrata, benessere degli animali, sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari”.

Piselli e mais cotti al vapore Ohi Vita, per portare in tavola ingredienti semplici e 100% vegetali

Chicchi di mais dolce e piselli cotti al vapore per un mix equilibrato e subito pronto: Piselli e mais cotti al vapore Ohi Vita possono arricchire con gusto ogni pietanza e sono deliziosi anche come contorno pratico e veloce.

Privi di conservanti, di OGM e senza zuccheri aggiunti, portano nel piatto ingredienti semplici e 100% vegetali che possono rientrare a pieno titolo in una dieta varia ed equilibrata.

Il buon contenuto di carboidrati complessi e la quota di proteine vegetali rendono infatti il mais un alimento facilmente digeribile e ricco sul piano energetico, mentre le fibre vegetali presenti nel mais e nei piselli favoriscono le funzioni gastrointestinali e possono contribuire a tenere sotto controllo il colesterolo, a vantaggio del sistema cardiocircolatorio.

Potassio, fosforo, ferro e calcio completano il profilo nutrizionale dei piselli, che sono legumi che hanno la virtù di indurre sazietà.  Inoltre, il mais è completamente privo di glutine, risultando indicato nella dieta di chi è sensibile o intollerante a questo componente.

 

Originario del Messico e dall’America Latina, il mais si è diffuso in Europa nel corso del 1600, attraverso Spagna, Francia, Italia, Penisola Balcanica, Ucraina fino ad arrivare al Caucaso.

I nativi americani si servivano della pianta del mais in molti modi: con spighe, foglie e gambi ricavavano bevande alcoliche e zucchero, nutrivano il bestiame e ricoprivano i tetti delle capanne, mentre le pannocchie venivano abbrustolite sul fuoco e macinate fino a ricavarne una farina. Questa pianta è talmente importante che la tradizione Maya riporta come gli esseri umani, nella loro ultima e più perfetta incarnazione, siano stati creati proprio a partire da un impasto di farina di mais e acqua. Giunto in Europa, il mais viene inizialmente coltivato in alcune zone dell’Andalusia, della Francia e dell’Italia dove, a metà del Cinquecento, la coltura è già fiorente e soppianta rapidamente le altre, adattandosi a crescere in quasi tutte le condizioni in cui viene piantato.

Oggi Spagna, Francia, Penisola Balcanica ed Europa centrale e orientale sono le aree europee che hanno il clima più favorevole per la coltivazione del mais, che in Italia è conosciuto anche come grano turco proprio perché vi è giunto dai Balcani.

 

I piselli, invece, provengono con tutta probabilità dalle regioni sub-himalayane dell’India. Per secoli, vennero consumati solo essiccati e l’uso di mangiarli freschi sembra provenga proprio dall’Italia.  Lo racconta Madame de Maintenon in una lettera del 1696: Il capitolo dei piselli dura ancora: l’impazienza di mangiarne, il piacere di averne mangiati, la gioia di poterne mangiare ancora sono i tre punti che i nostri principi trattano da quattro giorni. Ci sono dame che dopo avere cenato col re, e bene, si fanno preparare a casa dei piselli per mangiarli prima di andare a dormire, a rischio di indigestione. È una moda, un furore».

 

Ai giorni nostri, scegliere una dieta plant based che, senza rinunciare ad alcun alimento, privilegi prodotti di origine vegetale, rappresenta una scelta consapevole e orientata alla sostenibilità, con lo scopo di avere i nutrienti necessari per stare bene e al contempo riuscire a soddisfare il fabbisogno alimentare crescente a livello globale.

 

E consumare insieme legumi e cereali è una scelta “vantaggiosa” sotto il profilo nutrizionale, perché significa aumentare il complessivo valore proteico della pietanza e dunque il suo potere nutritivo, come anche la tradizione popolare insegna, e al contempo inserire nella propria alimentazione una ottima fonte di fibre vegetali, indispensabili per il benessere gastrointestinale.

Inoltre, i Piselli e mais cotti a vapore Ohi Vita sono ottenuti con il metodo dell’appertizzazione, un metodo di conservazione “senza conservanti”, che garantisce l’integrità del prodotto anche per diversi anni.

I Piselli e mais cotti a vapore Ohi Vita non contengono OGM né conservanti, per un prodotto 100% vegetale dalla filiera rigorosamente tracciata e che corrisponde agli standard internazionali di sicurezza. I vegetali impiegati sono raccolti in stagione e a giusta maturazione, per dispiegare appieno le proprietà organolettiche e nutrizionali che il metodo dell’appertizzazione può preservare.

E nel caso ne avanzasse un po’? Piselli e mais cotti a vapore Ohi Vita possono essere conservati in frigorifero per due giorni, dopo averli travasati in un contenitore a chiusura ermetica.

Grassi insaturi, cereali integrali, frutta e verdura di stagione: le linee Oms per una dieta sana

Se seguire uno stile alimentare capace di farci stare bene è un proposito condiviso dai più, non sempre sono altrettanto definite le scelte quotidiane che consentono di farlo, soprattutto perché intervengono fattori che sono legati non solo alla quantità, ma anche alla qualità e alla varietà degli alimenti che si consumano.

 

Allo scopo di fornire indicazioni e raccomandazioni che possano tradursi in uno stile alimentare realmente corretto e salutare, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) emette periodicamente delle Linee guida, redatte sulla base delle più recenti e condivise evidenze scientifiche.

In modo particolare, le ultime indicazioni sono a favore della “prevenzione di un aumento malsano di peso in grandi e piccoli” per riuscire così a “ridurre il rischio di malattie non trasmissibili legate all’alimentazione”. Un rischio che non va preso alla leggera, visto che nella sola regione europea le abitudini alimentari malsane rappresentano una delle principali cause di malattia, anche di grave entità. In 46 dei 53 paesi della Regione, infatti, oltre il 50% della popolazione e 1 bambino su 3 ha problemi di sovrappeso o obesità, con tutte le conseguenze che questo può comportare, nel breve ma soprattutto nel lungo periodo.

 

Il primo campanello d’allarme, avverte l’Oms, è da ricondurre alla quantità di grassi totali nella nostra dieta. Un adulto non dovrebbe mai assumerne più del 30% dell’apporto energetico totale e possibilmente anche meno. Ma oltre alla quantità incide anche la qualità dei grassi che si introducono.

 

La raccomandazione è di consumare soprattutto acidi grassi insaturi, ovvero quelli che si trovano nei prodotti di origine vegetale quali olive, frutta secca e semi oleosi, così come nel pesce azzurro, salmone e sgombro: secondo l’Oms non più del 10% dell’apporto energetico totale deve provenire da acidi grassi saturi e non più dell’1% da acidi grassi trans deve provenire da prodotti industriali o animali ruminanti.

 

Gli acidi grassi saturi sono quelli contenuti nel grasso di origine animale e in alcuni oli vegetali, come l’olio di palma, mentre gli acidi grassi trans si trovano nei prodotti iper processati e nei fritti.

 

Un’altra indicazione riguarda la scelta dei carboidrati da portare in tavola: per gli effetti benefici sulla salute risultano di gran lunga preferibili i carboidrati che provengono da cereali integrali, verdura, frutta e legumi.  Per un adulto consumare le cinque porzioni giornaliere (five a day) di frutta e verdura nella misura di almeno 400 grammi di frutta e verdura e 25 grammi di fibre alimentari naturali può rappresentare una vera e propria assicurazione sulla salute.

E per bambini e adolescenti, l’Oms indica: 250 grammi tra frutta e verdura e 15 grammi di fibre al giorno, per la fascia d’età dai 2 ai 5 anni; 350 grammi di frutta e verdura e 21 grammi di fibre, tra i 6 e i 9 anni; almeno 400 grammi di frutta e verdura e 25 grammi di fibre dai 10 anni in poi.

 

Con lo scopo di facilitare l’adesione a uno stile alimentare sano ed equilibrato soprattutto da parte di giovani e giovanissimi, l’Oms Europa ha anche emesso delle nuove linee guida specificamente indirizzate alla loro protezione da un marketing alimentare non salutare. Il campanello d’allarme è il dato che segnale come, negli ultimi trenta anni, la quota di bambini e adolescenti in sovrappeso o obesi sia aumentata di oltre quattro volte, passando dal 4% al 18% a livello globale. Per l’Oms, spingere i decision maker a promuovere una riduzione della pressione pubblicitaria su bambini e adolescenti è diventata una priorità. Una indicazione a cui la Società italiana di pediatria ha aderito in modo convinto, auspicando “che vengano messe in atto politiche che limitino la presenza di pubblicità dei cosiddetti “cibi o bevande spazzatura” in programmi destinati ai minori”.

Un richiamo da tenere presente soprattutto all’inizio dell’anno scolastico, per dare la giusta impostazione alla scelta delle merende, oltre che dei pasti.

Da quasi mille anni un concentrato di energia e nutrienti per alimentare una vita attiva

Lo Snack di Grana Padano DOP Ohi Vita, disponibile nel pratico formato monoporzione, è consigliato per la crescita, per gli sportivi e per tutti coloro che conducono una vita attiva: con sole 80 Kcal per 20 grammi e il 33% di proteine si propone come merenda e spuntino veloci, saporiti e nutrienti grazie al suo gusto dolce e delicato, ricco di proteine nobili e naturalmente privo di lattosio.

 

Le proteine del Grana Padano DOP sono ad alto valore biologico con i 9 aminoacidi essenziali indispensabili per la crescita e il buon funzionamento dell’organismo.

 

Ricco sotto il profilo nutrizionale e facilmente assimilabile, il Grana Padano DOP è un alimento che fornisce energia immediatamente disponibile per l’apparato muscolare. Naturalmente privo di lattosio, può anche essere inserito nelle diete di chi è intollerante a questa componente del latte e, grazie allelevato contenuto di calcio altamente biodisponibile, è un valido alleato per sostenere la buona salute delle ossa a tutte le età. Senza dimenticare che il Grana Padano DOP è ricco di antiossidanti come la vitamina A, lo zinco e il selenio, oltre che di fosforo e magnesio e di vitamine del gruppo B, indispensabili per il metabolismo dei carboidrati e dei grassi.

 

Insomma, il Grana Padano DOP è un concentrato di energia e di nutrienti: per produrne un chilo occorrono ben 15 litri di latte fresco. Una produzione che ha profonde radici storiche perché nasce da una ricetta del XII secolo creata nellAbbazia di Chiaravalle dai monaci cistercensi per impiegare le eccedenze di latte. Conosciuto col nome latino di Casus vetus (“formaggio invecchiato”), nel tempo questo formaggio venne chiamato dai contadini formai de grana, per la sua pasta fatta di caratteristici granelli bianchi, dovuti ai cristalli di calcio.

 

Dalla ricetta dei monaci di Chiaravalle del 1100 a oggi, passando per il Disciplinare del marchio DOP del Grana Padano, riconosciuto nel 1996 dall’Unione Europea, sono passati quasi mille anni. Ma il metodo produttivo del Grana, dalla scelta della materia prima fino alle buone pratiche di caseificazione, è rimasto lo stesso ed è custodito dal Consorzio per la Tutela del Grana Padano DOP, attivo dal 1957.

 

Si tratta di un formaggio semigrasso a pasta dura, cotta ed a lenta maturazione ottenuto da latte vaccino nella zona di produzione definita dal Disciplinare e comprendente alcune province del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna, la provincia autonoma di Trento e alcuni comuni della provincia autonoma di Bolzano. Una tradizione antica, conservata e tramandata di generazione in generazione, fatta di genuinità e filiere rigorosamente tracciate e certificate, dall’allevamento per la produzione di latte alla trasformazione e stagionatura del formaggio, fino al confezionamento del prodotto finito. Un’eccellenza gastronomica che piace agli Italiani, ma non solo: una ricerca Nomisma ha evidenziato come nel triennio 2019-2020-2021 il Grana Padano DOP sia stato il più venduto e il più consumato al mondo tra tutti i 199 DOP registrati in Europa.

 

Lo Snack di Grana Padano DOP Ohi Vita è prodotto con latte vaccino proveniente da vacche munte non più di due volte al giorno e alimentate con foraggi verdi o conservati del territorio di produzione, individuato dal Disciplinare. La qualità degli Snack Ohi Vita è infatti il risultato finale di un’attenzione e di una cura meticolose che investono tutti i passaggi produttivi, a partire dalla produzione e dalla selezione del latte vaccino crudo. La Denominazione di Origine Protetta è una garanzia di qualità, genuinità e sicurezza alimentare nel solco della tradizione locale, oltre che di tracciabilità del prodotto finito in ogni passaggio della filiera produttiva.

L’uva e la vendemmia: gesti antichi per un frutto benefico che racconta il suo territorio

Una buona qualità, ma una produzione non abbondante: con la vendemmia alle porte, il 2023, purtroppo caratterizzato da siccità e molti eventi climatici avversi, promette di riscattarsi con un’annata discreta per l’uva italiana, una delle nostre produzioni di eccellenza e più rappresentative del made in Italy.

Sia che si tratti di uva da tavola, coltura agricola tra quelle maggior valore aggiunto, di cui il nostro Paese è leader a livello internazionale, sia che si tratti di uva da vino, con le nostre 332 produzioni Doc, 76 Docg e 118 Igt, a testimoniarne la qualità indiscutibile, quella dell’uva è infatti un’economia preziosa nell’ambito dell’agroalimentare italiano.

Ma anche una tradizione produttiva che nei secoli ha disegnato il territorio in modo unico e all’insegna di una sostenibilità ante litteram, diventata oggi un modello positivo di rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Basti pensare alle Langhe-Roero e Monferrato o alle colline del Valdobbiadene o ancora alle Cinque Terre, tutti territori che sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco e in cui la vite, con le sue diverse varietà, ha ricoperto un ruolo da protagonista.

 

Anche per questo la vendemmia (dal latino vinum, vino, e demĕre, levare) non è soltanto un momento di raccolta, ma una vera e propria festa della comunità nella cultura contadina, un appuntamento annuale da celebrare con il suo nome (nessun’altra “raccolta” ha un termine specifico che la identifica). Ancora oggi, pur svolgendosi ormai sempre più con mezzi meccanici, la vendemmia conserva il suo fascino legato al lavoro, spesso faticoso, che giunge a maturazione e dà i suoi frutti. Tanto più in quei territori dove la viticoltura è definita “eroica”, perché si svolge in luoghi difficili e su crinali impervi, che è proprio l’attività dell’uomo a proteggere da pericolosi fenomeni di dissesto idrogeologico. E anche la vendemmia ha le sue regole, che sono parte del suo rituale: va iniziata quando la rugiada scompare dai grappoli e va condotta con sapienza e proteggendo l’uva dal caldo, per non rovinarne il sapore e la qualità.

 

Oggi, in Italia, sono più di 500 le varietà di vite da vino e quasi 200 quelle di vite da tavola: un patrimonio di biodiversità di cui i viticoltori sono i primi custodi. L’uva, infatti, ha la caratteristica di acquisire proprietà organolettiche e sfumature del gusto in base alle diverse zone di produzione, raccontando l’identità più profonda del territorio da cui proviene.

 

Ma di qualsiasi varietà si tratti, le proprietà benefiche dell’uva sono sempre le stesse e conosciute fin dall’antichità. Digeribile, depurativa, lassativa, dissetante, diuretica, oltre che buonissima: sono davvero molte le virtù che si accompagnano alla sua straordinaria dolcezza.

Oggi sappiamo anche che il buon contenuto di fito-nutrienti che presenta, come il resveratrolo, la quercetina e il beta-carotene, la rendono un valido alleato per contrastare i processi infiammatori e il normale invecchiamento, mentre ricerche recenti ne hanno messo in luce una possibile azione positiva a vantaggio dei processi cognitivi. Il succo d’uva fresco, infine, gustato non appena preparato per evitare la veloce ossidazione, potrebbe contribuire a un miglior controllo dell’insulina. Senza dimenticare l’ampeloterapia, una dieta a base di uva che può disintossicare l’organismo, con proprietà ricostituenti e a favore del recupero della buona funzionalità epatica e intestinale.

 

Che sia bianca o rossa, dalla forma tondeggiante oppure allungata, l’uva va consumata quando è matura, per apprezzarne il sapore nella sua pienezza, e dai grappoli con acini interi e ben attaccati al raspo. Questo perché deve essere sempre accuratamente lavata, dal momento che si mangia con la buccia, e occorre essere sicuri di aver eliminato ogni residuo eventualmente dannoso.

Con la certezza della buona qualità della produzione italiana: la crescente diffusione della viticoltura biologica, con una superficie vitata bio che raggiunge i 126mila ettari (+9%), e l’ampia affermazione della viticoltura integrata, regolata su base regionale da protocolli sempre più stringenti per la riduzione dell’impiego di fitofarmaci nelle vigne, stanno a dimostrarlo.