Olio extravergine d’oliva, tutto il sapore e il benessere di una coltura millenaria su una fetta di pane

Tra i condimenti, l’olio extravergine di oliva è il più sano, consigliato per tutte le età per dare un sostegno concreto e quotidiano al nostro benessere. Ottenuto dalla prima spremitura a freddo di olive provenienti da agricoltura biologica, l’olio extravergine di oliva Ohi Vita è un prodotto 100% italiano, di facile digestione e completamente assimilabile. L’olio extravergine di oliva svolge infatti una preziosa funzione di protezione dell’apparato gastro-intestinale, prestando sempre attenzione alle quantità che ne si consumano.

 

L’olio Evo contribuisce, inoltre, a regolare i livelli del “colesterolo cattivo”, grazie alla presenza di acidi grassi insaturi, in particolare acido oleico, favorendo così il buon funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Ed è anche una fonte naturale di vitamina A, oltre che di vitamina E, un potentissimo antiossidante, chiamata per questo la vitamina della bellezza.

 

Lolivo è lalbero che più di ogni altro descrive lidentità culturale e il paesaggio del Mediterraneo: “Pure colline chiudevano d’intorno marina e case; ulivi le vestivano qua e là disseminati come greggi…” scrive Eugenio Montale raccontando la sua Liguria. “Qui ci sono dei campi bellissimi con ulivi dalle foglie grigio argento, come salici cimati. Non mi stanco mai del cielo azzurro”, raccontava invece Vincent Van Gogh. E per Agatha Christie: “Com’era bello starsene seduti sotto gli ulivi, appagati e felici di essere insieme in quella specie di paradiso terrestre”.

 

In una delle Ricette immorali dello scrittore Manuel Vasquez Montalban, l’olio extravergine di oliva diventa il protagonista semplice, raffinato e sublime di Pane e pomodoro. Scrive Montalban: “Non fate la guerra ma pane e pomodoro (…) Ovunque e sempre. Pane. Pomodoro. Olio. Sale”. Questa la sua ricetta: “Un filo d’olio. Prendere ogni fetta di pane con le dita dalla parte della crosta, stringerla e lasciarla poi andare in modo che l’olio si sparga liberamente.”

 

Consumare olio d’oliva fa bene alla salute, soprattutto se è extravergine. Anche produrlo fa bene, soprattutto al pianeta. Perché l’olivo è un albero che contribuisce a preservare e migliorare l’ambiente in cui cresce.

 

Lolivo protegge infatti il suolo dallerosione e dalla desertificazione ed è capace di fissare nel terreno molta più anidride carbonica di quanta ne emetta, agendo come un serbatoio naturale di carbonio. L’olivicoltura praticata in modo sostenibile può addirittura potenziare l’effetto benefico di mitigazione ambientale che l’olivo già esercita.

 

Per quanto riguarda la provenienza, lolio extravergine di oliva Ohi Vita è ottenuto dalla spremitura a freddo (max 27° C) di olive biologiche 100% italiane ed è certificato con il logo Euro-leaf, che garantisce i prodotti biologici dell’Unione Europea circa l’origine, le modalità di produzione e la qualità del prodotto finale.

 

Perché coltivare olive secondo il rigoroso disciplinare del biologico vuol dire utilizzare metodi di produzione agro-alimentare che rispettano le fasi e cicli naturali, promuovono la biodiversità, preservano la fertilità del terreno e tutelano l’ambiente, riducendo il complessivo impatto della produzione. Lolio biologico Ohi Vita, dallaroma gentile e rotondo e dal gusto fruttato, è dunque un olio totalmente privo di pesticidi, concimi chimici e diserbanti, e che dispiega tutte le sue qualità nutrizionali, soprattutto relative agli antiossidanti, presenti in maggior quantità proprio nei prodotti biologici.

La macedonia e variazioni sul tema: gusto, dolcezza e vitamine

Nella stagione estiva la frutta, insieme alla verdura, è un vero e proprio toccasana per resistere al caldo intenso e fare una scorta di vitamine preziose per il nostro benessere. Del resto, il consumo di frutta, anche come macedonia, è una abitudine alimentare tipica del nostro paese, che resiste a tutto, anche i costi aumentati per le conseguenze estreme del cambiamento climatico, dalla siccità alle alluvioni in primo luogo.

 

E se soltanto il 7% degli italiani dichiara di attenersi alle cinque porzioni di frutta e verdura (five a day), raccomandate dalle Linee guida per una corretta alimentazione, è anche vero che solo il 3% non ne acquista affatto. In mezzo, un consumo che si orienta tra le due e le quattro porzioni quotidiane,

 

con il caldo intenso di questi ultimi tempi che ha portato gli italiani a ricercare sempre di più pesche, albicocche, meloni, cocomeri, pere, ma anche cetrioli, pomodori e insalate, per sostenersi e idratarsi con gusto, reintegrando Sali minerali e vitamine.

 

Purtroppo, le temperature elevate incidono sulla conservazione della frutta, già uno degli alimenti più sprecati nelle nostre case, che può più facilmente andare a male o diventare meno attraente all’aspetto, sviluppando macchie o maturando eccessivamente.

 

La macedonia, oltre ad essere un delizioso e fresco dessert di fine pasto, così come una merenda salutare e dissetante, rappresenta da sempre anche una golosa soluzione salva spreco, gradita da grandi e piccini. Oltre a essere tra le preparazioni più gettonate dagli italiani per il pranzo al sacco in spiaggia.

 

Il termine “macedonia”, utilizzato per indicare una “mescolanza di frutta varia tagliata a pezzi con aggiunta di liquore, succo di limone e zucchero” è un prestito dal francese macédoine, che nasce dal riferimento all’unione di popoli e culture tipica della penisola balcanica a partire dall’impero di Alessandro Magno. Ma la fortuna internazionale della macedonia di frutta è legata alla tradizione gastronomica italiana. A segnalare il suo prestigio, conviene ricordare che il primo riferimento alla “signora Macedonia” compare ne La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, che ne dà una propria versione gelata e dalla presentazione suggestiva. “Ben venga la signora Macedonia, che io chiamerei con nome paesano Miscellanea di frutta in gelo, la quale sarà gradita specialmente negl’infuocati mesi di luglio e di agosto”, spiega l’Artusi, illustrando la ricetta che prevede “molte varietà di frutta della stagione, matura e di buona qualità, e cioè: ribes, fragole, lampone, ciliegie, susine, albicocche, una pesca, una pera”, senza dimenticare il “popone odoroso”.

 

Le varietà di frutta dolce e rinfrescante disponibili nella stagione estiva per preparare una macedonia colorata e golosa sono tantissime, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Soprattutto, combinandole in modo diverso e con proporzioni differenti si può ottenere ogni volta un gusto e un aroma unici e invitanti.

 

Con alcuni piccoli consigli sempre validi:

 

il succo di limone, preferibilmente bio, va aggiunto generosamente sia per il sapore che conferisce sia perché impedisce che la frutta tagliata a pezzetti annerisca (con lo stesso scopo si può impiegare il succo di arancia o di lime);

 

per dare un tocco di croccantezza alla macedonia, e renderla più nutriente, si può arricchire con mandorle o gherigli di noce spezzettati, o ancora con semi oleosi, come i Semi di lino bio Ohi Vita;

 

una golosità gradita a tutti, specialmente se si offre la macedonia come dessert a fine pasto, è una pallina di gelato alla vaniglia a completare la singola porzione;

 

per una colazione ricca, fresca e salutare, la macedonia è ottima se accompagnata con dello yogurt greco (da provare lo Yogurt greco bianco 0% grassi Ohi Vita e, per gli intolleranti al lattosio, lo Yogurt greco bianco 0% grassi e senza lattosio Ohi Vita;

 

se a prevalere nella preparazione sono le fragole, magari unite a mele e pere, un accostamento inconfondibile e molto stuzzicante consiste nel condire la macedonia con un po’ di zucchero e di Aceto balsamico di Modena, come l’Aceto balsamico di Modena IGP Ohi Vita.

 

Buona macedonia a tutti!

Un tuffo nella Liguria del gusto con trofie, pesto, patate e fagiolini

Le trofie con fagiolini e patate sono una specialità tipica della cucina tradizionale ligure e riflettono l’uso di ingredienti locali e stagionali. Le tradizioni culinarie liguri sono strettamente legate alla terra e al mare, con un’attenzione particolare per i prodotti freschi combinati in poche e semplici mosse che consentono di ottenere un equilibrio perfetto di sapori e consistenze.

 

Le trofie sono una pasta corta dalla forma caratteristica il cui nome sembra derivare dal termine genovese “strufuggiâ“, che significa “strofinare”. Questo nome sta probabilmente a indicare il modo in cui  le trofie venivano preparate proprio strofinando e tirando la pasta a mano: la loro forma allungata veniva infatti ottenuta con un ferro da maglia in legno sul quale era avvolto un pezzettino di pasta poi schiacciato con il palmo della mano.

 

Non era raro che le donne delle famiglie liguri si radunassero per preparare a mano questa pasta, trasmettendo l’arte e la tradizione di generazione in generazione. Un’arte che con tre semplici ingredienti come acqua, semola e sale, riesce a catturare meravigliosamente i sughi e le salse. A partire dal celeberrimo pesto alla genovese, quella incredibile salsa verde fatta con foglie di basilico fresco, aglio, pinoli, formaggio parmigiano e pecorino, olio d’oliva e un pizzico di sale.

 

Da tradizione, tutti gli ingredienti vengono pestati in un mortaio di marmo con il tradizionale movimento rotatorio del pestello di legno per creare una salsa cremosa che incontra i gusti di grandi e bambini, anche fuori Italia.

 

Le trofie al pesto sono una deliziosa pasta dal passato affascinante e dalle tradizioni culinarie radicate nella cucina ligure che, assieme al pesto e all’aggiunta di patate e fagiolini costituiscono un piatto gustoso e completo. Le ricette, spesso, indicano di tagliare le patate a cubetti e i fagiolini in piccoli pezzi ma sulle tavole liguri è più di famiglia tenere i fagiolini interi e le patate tagliate a pezzi grossolani così che, sfaldandosi sotto la forchetta, contribuiscano alla cremosità del piatto.

 

Trofie al pesto con fagiolini e patate

 

Ingredienti (per 4 persone)

400 gr di trofie

200 gr di fagiolini mondati e lavati

200 gr di patate bio Ohi Vita sbucciate e lavate

50 g basilico mondato, lavato e asciugato in un canovaccio

6 cucchiai di olio extravergine di oliva bio Ohi Vita

1 spicchio d’aglio mondato e privato dell’anima

6 cucchiai di Parmigiano reggiano grattugiato

3 cucchiai di Pecorino sardo

1 cucchiaio di pinoli

Sale grosso

 

Procedimento

Porre lo spicchio d’aglio nel mortaio e triturarlo assieme a pochi grani di sale grosso. Quando è diventato come una crema aggiungere i pinoli e continuare a pestare, poi il basilico e proseguire con movimenti rotatori contro i bordi del mortaio.

 

Al termine, aggiungere i formaggi e l’olio extravergine d’oliva a filo mescolando con cura.

 

Se si usa il frullatore a immersione in un contenitore dai bordi alti, fare delle pause frequenti per non surriscaldare il basilico e aggiungere l’olio alla fine per raggiungere la giusta consistenza cremosa.

 

Lessare i fagiolini interi in abbondante acqua salata per circa 8 minuti poi estrarli con la schiumarola e deporli in acqua e ghiaccio per bloccarne la cottura (devono restare croccanti).

 

Nella stessa acqua aggiungere le patate tagliate a spicchi grandi, cuocere per circa 4 minuti poi aggiungere le trofie e portare a cottura.

 

Scolare, aggiungere i fagiolini e condire con il pesto mescolando con cura.