Del vino non si butta via niente: la nuova vita di raspi, tappi e vinaccioli con l’impegno di tutti

L’economia circolare sta guadagnando sempre più attenzione in tutto il mondo come un approccio sostenibile per affrontare i problemi ambientali e promuovere una gestione più responsabile delle risorse. Questo concetto si sta facendo strada anche nel settore vinicolo, dove l’adozione di pratiche sostenibili e l’implementazione di strategie circolari stanno trasformando l’intera industria.

 

L’economia circolare del vino si concentra sull’ottimizzazione di tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione delle viti alla vinificazione, fino al consumo finale e al riciclaggio degli imballaggi.

 

Immagina un’azienda vinicola che adotta pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica e biodinamica, per coltivare le sue viti. Riduce drasticamente l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, optando per soluzioni naturali. Inoltre, sfrutta al massimo le risorse idriche utilizzando sistemi di irrigazione efficienti, riducendo lo stress idrico e preservando questa risorsa vitale.

 

Ma l’economia circolare non si ferma alla fase di produzione. Prendiamo ad esempio le vinacce, i residui che rimangono dopo la spremitura dell’uva. Invece di buttarle via, queste vinacce possono essere trasformate in risorse preziose. Alcune aziende le utilizzano come fertilizzante organico per le vigne, restituendo alla terra ciò che le è stato tolto. Altre le impiegano per la produzione di energia, sfruttando la biomassa per generare elettricità o calore. Ma non è tutto. Anche le bucce e i raspi dell’uva, che spesso vengono scartati, possono trovare un nuovo scopo nell’economia circolare del vino. Questi sottoprodotti possono essere utilizzati per  migliorare la fertilità del suolo. Inoltre, le bucce contengono preziosi polifenoli, che possono essere estratti e utilizzati in altri settori, come quello cosmetico o farmaceutico.

 

Un altro aspetto importante dell’economia circolare del vino riguarda il riciclaggio degli imballaggi. Le bottiglie di vetro possono essere riutilizzate più volte, riducendo la necessità di produrne di nuove. Un esempio di questo è il sistema di bottiglie riutilizzabili adottato da alcune cantine, in cui i consumatori possono restituire le bottiglie vuote per essere lavate e riutilizzate. Inoltre, alcune aziende stanno esplorando alternative all’imballaggio tradizionale, come le bottiglie di plastica riciclabili o i contenitori in alluminio, che richiedono meno energia e risorse per la produzione. Anche i turaccioli possono essere trasformati in granuli che diventano la base per la realizzazione di solette isolanti per scarpe di qualità. Ed essere impiegati anche nella produzione di pannelli per la bioedilizia come strato protettivo, così come nelle intercapedini dei tetti. Questo perché il sughero è un ottimo isolante termico e acustico, ideale anche per una difesa naturale contro il fuoco, gli insetti, le muffe e i funghi.

 

Parallelamente agli sforzi dei produttori, i consumatori stanno giocando un ruolo fondamentale nell’economia circolare del vino. Scegliere vini biologici o a chilometro zero, che provengono da agricoltura sostenibile e riducono l’impatto del trasporto, è un modo per supportare un’economia circolare nel settore vinicolo. Inoltre, una corretta gestione dei rifiuti, come il giusto smaltimento delle bottiglie di vetro attraverso il riciclaggio, è un modo concreto per contribuire a un ciclo di vita più sostenibile per il vino.

 

L’economia circolare del vino non solo riduce l’impatto ambientale dell’industria, ma crea anche nuove opportunità economiche. L’adozione di pratiche sostenibili può migliorare la reputazione dei produttori, attirare i consumatori che cercano prodotti responsabili e stimolare l’innovazione. Inoltre, la collaborazione tra diversi attori del settore, come produttori, fornitori di imballaggi e consumatori, può promuovere la creazione di nuove imprese e favorire lo sviluppo di un’economia circolare vincente per tutti.

 

L’economia circolare del vino sta dimostrando di essere un’alternativa sostenibile e responsabile per l’industria vinicola. Attraverso l’adozione di pratiche agricole sostenibili, il recupero dei sottoprodotti di produzione e il riciclaggio degli imballaggi, l’industria del vino sta guidando la transizione verso un futuro più sostenibile. L’impegno e la consapevolezza crescente di produttori e consumatori indicano che il vino può diventare un settore esemplare nella promozione dell’economia circolare e della salvaguardia dell’ambiente. Partendo dal presupposto che gli impatti delle attività agricole vadano oltre i confini dei campi che si coltivano e riguardino anche il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturali, con  un’attenzione particolare alla water footprint e alla carbon footprint.

 

Ma di cosa parliamo quando parliamo di carbon footprint (impronta di carbonio)? È semplicemente una misura che racconta il totale delle emissioni di gas ad effetto serra, espresse generalmente in tonnellate di CO2, che possono essere associate direttamente o indirettamente a un prodotto, a un servizio o a una organizzazione. Per quanto riguarda l’acqua, invece, consideriamo i volumi del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto da parte di un consumatore o di un produttore.

Un classico dell’estate: l’insalata di riso, sempre diversa, sempre gustosa

Piatto estivo per eccellenza, l’insalata di riso o riso freddo è un passepartout a casa come in spiaggia, ma anche per la pausa pranzo in ufficio. Semplice da preparare, stuzzicante e colorata, può anche diventare una pietanza svuota-frigo da arricchire con quegli avanzi che magari non sappiamo come impiegare, ma che, insieme agli altri ingredienti freschi, possono conferire ogni volta un gusto differente.

 

Di assoluta importanza la scelta del riso, che deve tenere bene la cottura, come un riso integrale, più consistente e ricco di fibra, oppure basmati, aromatico e profumato, o ancora parboiled, per essere sicuri che non scuocia.

 

Nella scelta dei condimenti è fondamentale il giusto equilibrio tra ingredienti freschi e conservati: largo dunque a sott’olio e sottaceti, se graditi, così come a fagioli, mais o piselli in scatola (tutti da provare quelli biologici Ohi Vita: link a fagioli, mais piselli) ma senza trascurare pomodori, cetrioli, peperoni, cipollotti, ravanelli e tutte le verdure di stagione che ci piacciono di più, insieme al basilico o al timo che conferiscono un tocco aromatico inconfondibile.

 

Infine, si può optare per preparare un’insalata di riso che trova il suo punto di forza nella varietà e nell’abbondanza degli ingredienti oppure puntare a una caratterizzazione più marcata, per esempio “di mare” privilegiando tonno, olive, capperi e filetti di acciughe, oppure “di terra” impiegando pollo a pezzetti, fagioli, peperoni, carciofini sott’olio. Il segreto di questa preparazione estiva sta proprio nella possibilità di sorprendere ogni volta con sapori e abbinamenti sempre nuovi.

 

Di seguito, proponiamo una versione nutriente e colorata, con ingredienti per 4 persone, ricordando comunque che se avanzasse, l’insalata di riso può essere conservata in frigo ben chiusa per 2 o 3 giorni. Un’altra idea è cuocere una quantità abbondante di riso e conservarlo in frigo per 3 o 4 giorni, pronto per essere condito ogni volta in modo diverso.

 

Ingredienti:

 

400 g di riso parboiled (se si ha poco tempo a disposizione, il Riso basmati precotto Ohi Vita);

300 g di pomodorini ciliegini;

1 cipolla di Tropea;

1 peperone giallo;

2 cetrioli;

250 g di tonno sott’olio;

150 g di Mais bio Ohi Vita;

due cucchiai di Olio extravergine di oliva bio Ohi Vita;

un mazzetto di basilico;

10 olive nere

 

Preparazione: cuocere il riso bene al dente, lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente (se si vuole procedere più velocemente passarlo sotto l’acqua fredda); aggiungere i pomodorini tagliati a metà, la cipolla ad anelli sottili, il peperone a listarelle (dopo averlo privato dei semi), i fagioli ben sciacquati per privarli del liquido di conservazione, il basilico (spezzato con le mani per non farlo annerire) e il tonno. Aggiungere l’olio evo e mescolare con delicatezza, aggiustando di sale. Servire freddo.

Buon appetito a tutti!

Arachidi, noci, pistacchi, anacardi e semi di zucca: quel nutriente mix di frutta secca che dà gusto alla giornata

Come spuntino a metà mattina o rompi digiuno nel pomeriggio, così come a colazione: consumare frutta secca è un’abitudine che rientra in una dieta sana e bilanciata. 30 grammi di frutta secca rappresentano, secondo lOMS, la porzione ideale per un apporto significativo di nutrienti preziosi come proteine, fibre vegetali, vitamine e Sali minerali. Soprattutto nelle diete plant based, regimi alimentari che, senza escludere nessun alimento, si fondano sul consumo di cibi vegetali, la frutta secca gioca un ruolo importante per la sua ricchezza nutrizionale e l’energia che mette subito a disposizione. Una scelta alimentare consapevole, salutare e all’insegna della sostenibilità.

 

Con il 23% di proteine e un profilo nutrizionale ricco di fibre, Sali minerali e vitamine, Protein Mix Ohi Vita unisce arachidi tostate, noci, pistacchi, anacardi e semi di zucca, per spuntini sfiziosi e nutrienti.

 

Un mix equilibrato di frutta secca e semi di zucca dall’elevato contenuto proteico: Protein Mix Ohi Vita è ideale da consumare in ogni momento della giornata per sostenere una vita attiva nel segno del benessere.

 

Proteine, carboidrati, fibre, grassi monoinsaturi, Sali minerali e vitamine, soprattutto E e del gruppo B: arachidi, noci, anacardi e pistacchi sono ottimi alleati per proteggere le cellule dallo stress ossidativo, per contrastare l’ipertensione e il colesterolo cattivo e promuovere la salute del cuore. Inoltre, come ottima fonte di fibre alimentari, Protein Mix contribuisce a migliorare la funzionalità intestinale e genera un appagante senso di sazietà, mentre in quanto ricco in fosforo, magnesio, zinco e potassio, sostiene il metabolismo, il buon funzionamento dei muscoli e del sistema nervoso, le capacità mnemoniche e di concentrazione, oltre a risultare utile per la normale funzione del sistema immunitario.

 

Un tempo considerata troppo calorica per il consumo quotidiano, la frutta secca negli ultimi anni ha conquistato un posto di prestigio nella nostra dieta, grazie alle sue riconosciute proprietà benefiche ed energizzanti. Recenti dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) hanno rivelato che negli ultimi dieci anni i consumi degli italiani sono praticamente raddoppiati, raggiungendo i tre chilogrammi di frutta secca allanno per persona.

 

Mangiare frutta secca è, infatti, una abitudine salutare, oltre che molto gratificante sul piano del gusto. La frutta secca è infatti ricca di sostanze nutritive come vitamine, fibre, proteine nobili, sali minerali e acidi grassi Omega 3 che rappresentano validi alleati per mantenersi in forma, apportando benefici significativi. Tutto sta nel consumarne la giusta quantità, dato l’elevato apporto calorico: le Linee Guida per una Sana e corretta alimentazione elaborate dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ne consigliano porzioni di 20-30 grammi, 2-3 volte a settimana, come spuntini energetici e veloci, utili anche quando le pause sono brevi. Consumata consapevolmente, infatti, la frutta secca può diventare una valida alleata per conservare il proprio peso forma.

 

 

 

La dieta a basso indice glicemico: uno stile alimentare che promuove il benessere di tutti e aiuta a stare in forma

Tempo d’estate, tempo di diete. Un po’ per perdere quei chili di troppo che stanno lì a denunciare golosità e pigrizie della stagione fredda, un po’ per cogliere l’occasione di fare dell’estate il momento giusto per rimettersi in forma, certo è che questo periodo può rivelarsi il più adatto per prendersi cura di sé, stare all’aria aperta e conquistare uno stile alimentare vario ed equilibrato. Posto che specifici problemi alimentari richiedono sempre l’intervento di uno specialista, le ricerche e gli studi scientifici più aggiornati in tema di nutrizione possono diventare un prezioso giacimento di indicazioni e suggerimenti per orientare le piccole scelte quotidiane a favore del nostro benessere psico-fisico.

 

Tra queste, tenere conto dell’indice glicemico di quel si mangia quotidianamente può costituire una sana abitudine per stare in forma e prevenire disturbi e patologie croniche, con l’obiettivo di prestare attenzione a quantità, apporto calorico e insieme consumare cibi che consentano di mantenere costante il livello di zuccheri nel sangue. Un accorgimento che se è assolutamente necessario per chi soffre di diabete, può comunque rappresentare per tutti l’opportunità di prevenirlo e di tenere sotto controllo il peso, senza troppa fatica.

 

Tutto parte dallo studio MEDGI-Carb, pubblicato su Nutrients la scorsa estate. Realizzata da un team internazionale di ricercatori che ha visto collaborare insieme Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino (Cnr-Isa) con l’Unità diabete, nutrizione e metabolismo dell’Università Federico II di Napoli e le Università di Purdue (USA) e Chalmers (Svezia),

 

la ricerca ha verificato come il profilo glicemico giornaliero di persone in sovrappeso ma senza diabete fosse influenzato dalla dieta, concludendo che cercare di ridurlo e di mantenerlo costante costituisce una valida strategia per evitare di sviluppare il rischio di squilibri metabolici. Questo perché l’assunzione di carboidrati influisce sulla salute di tutti ed è cruciale per conservare o recuperare il peso forma.

 

Ma che cosa si intende per Indice Glicemico dei cibi? In sostanza, si tratta di un punteggio numerico che viene assegnato a ciascun alimento in base a quanto fa aumentare la glicemia: va da 0 a 100, che è il valore dato allo zucchero.

In base a questo punteggio i cibi vengono classificati, sulla base dei valori di riferimento dell’OMS, in:

  • alimenti a basso indice glicemico (<55), quali legumi, quasi tutte le verdure, yogurt intero bianco, cioccolato fondente all’85%, pane di segale integrale, quinoa e frutta (in particolare avocado, fragole, mele, pesche, prugne agrumi);
  • alimenti a moderato indice glicemico (56-69), come avena, farro, orzo, pasta riso e pane integrali, grano saraceno, uva, cachi, fichi, banane, mandarini, carote cotte;
  • alimenti ad alto indice glicemico (>70), quali pasta raffinata, pane e riso bianchi, gallette di riso e mais, frutta secca, patate, zucchero.

 

Se una regola sempre valida consiste nel consumare alimenti ricchi di fibre e frutta secca per rallentare la velocità con cui i carboidrati si trasformano in zuccheri, esistono anche altre variabili che influiscono sull’apporto glicemico degli alimenti: la conservazione (un alimento fresco contiene più acqua, dunque ha un IG inferiore); la lavorazione (in generale i cibi molto processati hanno un IG alto); la cottura (per esempio, la pasta molto ben cotta ha un indice glicemico superiore rispetto alla pasta molto al dente; mentre le patate se consumate fredde dopo averle bollite, e preferibilmente con la buccia, hanno un Indice glicemico più basso.).

 

E non mancano le sorprese: un recente studio, promosso dall’Ente Nazionale Risi in collaborazione con l’Università di Pavia e il Politecnico di Torino, ha messo in luce come il riso, solitamente ritenuto un alimento a elevato indice glicemico, sia invece nella media rispetto ad altri cereali per quel che riguarda la ampiamente diffusa variante Carnaroli Classico. Le due varietà di risi italiani, Selenio e Argo, già in coltivazione, hanno addirittura rivelato un valore di Indice Glicemico contenuto (rispettivamente di 49.2 e 50.5), affermandosi come varietà che possono a pieno titolo rientrare in una dieta a ridotto apporto glicemico.

Sonno, memoria, energia: una buona alimentazione può fare la sua parte nella preparazione degli esami di maturità

Ci siamo. Cominciano gli esami di Stato per gli studenti all’ultimo anno del secondo ciclo di istruzione, la celebre “maturità”:  due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. Si comincia mercoledì 21 giugno alle 8:30 con il tema di italiano e il tutto si dovrebbe concludere entro le prime due settimane di luglio.

 

Insomma, un lungo periodo di forte impegno che richiede alle migliaia di studenti concentrazione, tanta energia e buone ore di riposo.

 

Tra le tante componenti che possono sostenere questo impegno, l’alimentazione può giocare un ruolo importante, soprattutto per quanto riguarda lo studio, la memoria e il sonno, fattori essenziali nella performance dello studente.

 

Sonno

Piano con il caffè. Certo è buono e può agevolare la concentrazione nelle lunghe performance di studio. Ma, soprattutto se consumato in grandi quantità, può anche portare a un eccesso di agitazione e all’insonnia, quanto basta per togliere la necessaria serenità durante lo studio. Meglio la frutta che, tra l’altro, aiuta anche a contrastare il caldo che spesso in queste settimane può infastidire la concentrazione e lo sforzo fisico e intellettuale dello studente.

 

Per affrontare il rush finale di studio cercando di dormire bene e riposare al meglio, meglio evitare anche troppe patatine in sacchetto, salatini e il sodio come il sale in eccesso. Ci sono, invece, cibi che possono favorire la sintesi della serotonina, quel neurotrasmettitore che contribuisce a stimolare il rilassamento e il benessere. Alimenti leggeri e salutari come, appunto, la frutta di stagione, ma anche importanti soprattutto nella dieta serale come legumi, uova bollite, pesce, carne e formaggi freschi. Per quanto riguarda le verdure, ottimo può risultare il consumo di lattuga e cipolla per le loro proprietà in grado di conciliare il sonno. Va bene anche un bicchiere di latte caldo, appena prima di andare a letto, che può aiutare a diminuire l’acidità gastrica e favorisce il sonno.

 

Memoria

Per quanto riguarda la memoria, la migliore alleata per chi deve sostenere un esame, va tenuto conto di non esagerare con le calorie, non eccedere con grassi animali e zuccheri, privilegiare i carboidrati integrali e grassi benefici come quelli del pesce. Senza dimenticare il consiglio generale di prediligere una dieta varia, ricca di frutta e verdura, per garantire una buona dose quotidiana di sostanze antiossidanti.

 

Scendendo nel dettaglio, va benissimo il pesce azzurro che fornisce tutti quegli acidi grassi essenziali che il corpo non può produrre da solo: salmone, sgombro, acciughe e sardine, ottimi booster per la memoria  e il buonumore. Buoni benefici possono arrivare anche dai pomodori con il licopene, un potente antiossidante che combatte tra l’altro anche la perdita della memoria e dalle uova, ricche di Vitamina B, grande alleata della concentrazione. E, poi, ci sono anche le spezie come curry e curcuma, oltre alle erbe aromatiche come rosmarino, basilico, salvia e timo, basilico: vere e proprie fonti di sostegno per la mente.

 

Energia

Ottimo carburante per una spinta allo studio è quello garantito dai cereali integrali: un buon piatto di pasta di questo tipo è perfetto per un pomeriggio di lavoro intellettuale. Perfetto è anche lo stimolante ed energizzante ginseng, alternativa al caffè e dotato anche di proprietà digestive. Senza dimenticare quell’alimento dall’alto potere nutrizionale che è il miele: consumarne un pochino, anche come dolcificante al posto dello zucchero, mette subito a disposizione dell’organismo una buona quantità di energia immediatamente spendibile. Inoltre, fonti perfette e subito disponibili di energia sono anche la frutta secca come mandorle, noci, nocciole, arachidi, pistacchi e le banane: chi ha un momento di flessione e stanchezza può fare il pieno di sali minerali e spinta con un frullato di questo dolce e prezioso frutto.

 

Infine, come coccola antistress, consigliamo una buona spremuta di arance e agrumi in generale, oltre a tisane e infusi. Ma anche, perché no, un buon dolcetto ogni tanto che aiuti a distogliere la mente un attimo dallo studio.

Delicato e dissetante, il Tè verde Ohi Vita accompagna con piacere ogni pausa della giornata

Miscele pregiate di tè non fermentato in foglia disponibili in pratiche bustine per gustare ogni volta che si desidera una bevanda aromatica, tutta da provare calda ma ottima anche fresca per dissetarsi nelle calde giornate estive.

 

Un’abitudine piacevole per prendersi cura di sé in modo semplice e naturale, per i molti benefici effetti che il tè verde può esercitare sulla salute, soprattutto se consumato con regolarità.

 

Per la ricchezza di polifenoli, preziosi antiossidanti, infatti, il tè verde può contribuire a contrastare le infiammazioni e l’invecchiamento causato dai radicali liberi. Capace di accelerare il metabolismo dei grassi e degli zuccheri, è inoltre un valido alleato nelle diete per mantenere il peso forma, anche perché facilita la diuresi, aiutando a contrastare ritenzione idrica e disturbi delle vie urinarie.

Per il contenuto di flavonoidi, caffeina e tannini, il tè verde contribuisce infine a supportare le nostre funzioni cognitive, con interessanti effetti neuro-protettivi.

 

Ottenuto per infusione delle foglie della Camelia sinensis, un arbusto legnoso sempreverde coltivata sin dall’antichità in Cina e Giappone, il tè è una bevanda che dall’estremo Oriente giunge in Europa, nella seconda metà del Cinquecento, importato da Portoghesi e Olandesi, e dapprincipio viene impiegato per usi curativi.

 

È alla fine del 1600 che comincia il grande amore degli inglesi per il tè, grazie al matrimonio di Carlo II con la portoghese Caterina di Braganza. Inizia da qui il consumo ludico e sociale del tè, anche da parte delle donne. Saranno quindi gli Inglesi a farsi ambasciatori del successo planetario del tè a partire dal 1800, favorendo anche l’esportazione della coltivazione della Camelia sinensis in India e nell’isola di Ceylon, l’odierno Sri Lanka. E per quanto in calo rispetto all’epoca imperiale, ancora oggi, nel Regno Unito il consumo si attesta intorno ai 2,2 chilogrammi annui pro capite, che significa il consumo di circa 4 tazze di tè al giorno. Del resto, il grande scrittore inglese George Orwell notava che “il tè è una delle principali forme di civiltà in questo paese”.

 

I consumatori italiani, più abituati al caffè, si attestano sui 0,07 Kg di tè a testa, corrispondete a circa una tazza ogni 12 giorni. Ma si tratta di un trend in crescita, grazie alle virtù corroboranti e dissetanti di questa bevanda, che può essere consumata sia calda sia fredda, a seconda della stagione. “Se hai freddo, una tazza di tè ti riscalda. Se sei depresso, ti rincuora. Se sei agitato, ti rilassa”, affermava il Primo Ministro inglese William Gladstone.

 

Oggi la produzione mondiale di tè raggiunge quasi le 6 milioni di tonnellate, con Cina, India, Kenya e Sri Lanka che vi contribuiscono per oltre il 75%.

In Cina, il paese di cui il tè è originario e che resta il maggiore produttore a livello globale, si trova la coltivazione di tè particolarmente pregiati e raffinati, che provengono dalle regioni di Fujian, Guangdong, Hunann, Sichuan e Yunnan. Sono comunque circa 40 i paesi produttori di tè, tra cui figurano Giappone, Turchia, Vietnam, Indonesia, Caucaso, Africa orientale, Brasile e Argentina.

 

Anche in Italia si trovano delle piantagioni di tè: sul Lago Maggiore (la seconda piantagione più grande in Europa e la prima sul nostro territorio nazionale) e, impiantata più recentemente, nella provincia di Lucca. La Camelia sinensis trova comunque il suo clima ideale nella fascia subtropicale, caratterizzata da temperature calde, piogge regolari e umidità elevata, anche se il cambiamento climatico in atto, tra fenomeni siccitosi ed eventi alluvionali estremi sta minacciando la produzione di questa coltura, a fronte di una domanda in continua crescita.

 

Secondo le proiezioni di studi recenti, la crisi climatica potrebbe infatti mettere a rischio oltre un quarto delle coltivazioni di tè entro il 2050, coinvolgendo anche vaste piantagioni in India, Cina, Kenya e Sri Lanka. Per questo, sono stati attivati programmi per sostenere le produzioni di tè, grandi e piccole, che vengono condotte riducendo l’impiego di pesticidi, per contenere l’impatto climatico e a vantaggio della tutela della salute dei produttori e dei consumatori.

 

Il Tè verde Ohi Vita deriva dalla selezione delle miscele più pregiate di foglie essiccate e non fermentate. Con una filiera produttiva certificata in tutte le sue fasi e la più rigorosa attenzione a tutti gli standard di sicurezza alimentare, è garanzia di una bevanda piacevole e di qualità.

Il 18 giugno si celebra la sostenibilità a tavola e anche sul prato verde del picnic

Il tema del cibo è sempre più al centro dell’attenzione da molteplici punti di vista, che si tratti di mancanza, di eccesso o di spreco, ma anche di metodi di produzione e di costi, e ancora di benessere, stile di vita e scelte di consumo. Oggi c’è una parola che aiuta a definire il nuovo approccio consapevole al cibo, ed è Sostenibilità. Per questo, dal 2016 l’Onu ha deciso di istituire per il 18 giugno la Giornata della Gastronomia sostenibile, che cade in concomitanza con la tradizione della Giornata internazionale del picnic, a sottolineare come il legame tra alimentazione e natura sia declinabile in molti modi, anche nella forma del benessere che genera un pasto informale, conviviale ed equilibrato in mezzo al verde.

 

Gastronomia sostenibile: “pensa globalmente, mangia localmente”

 

Per la FAO, gastronomia vuol dire “arte del buon cibo”, ovvero del cibo prodotto nel rispetto dell’ambiente e delle persone e consumato secondo i criteri della stagionalità, della qualità nutrizionale e dell’assenza di spreco.

In una parola, la Giornata della Gastronomia sostenibile celebra la festa dell’alimentazione consapevole, che considera il cibo come alimento e, insieme, come fattore culturale di scambio e di relazione tra le persone e le generazioni.

 

Istituita dall’Onu a partire dal 2016, il suo slogan è “Agisci: pensa globalmente, mangia localmente”, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo agricolo equilibrato dei territori, favorire la produzione sostenibile di cibo e incentivare il consumo responsabile.

 

Ma quando possiamo dire che le nostre scelte alimentari corrispondono a quella che la FAO ha definito gastronomia sostenibile? Innanzi tutto quando quel che consumiamo ha un impatto ambientale ridotto, non depaupera le risorse naturali e contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e alla vita sana per le generazioni presenti e future. Tuttavia non è facile nella propria quotidianità attenersi a questi principi, anche volendolo.

 

Le azioni concrete per la Gastronomia sostenibile

 

Per questo, la FAO e il Food Climate Research Network hanno pubblicato una serie di raccomandazioni che rendono concreto il nostro impegno a favore di una dieta sostenibile e che possiamo riassumere in una sorta di decalogo da tenere presente come orientamento quotidiano (e, perché no?, magari da collocare in bella vista in cucina):

  • seguire una dieta prevalentemente vegetale (come lo è la Dieta Mediterranea);
  • preferire la qualità del cibo alla quantità;
  • preferire alimenti stagionali;
  • non sprecare acqua;
  • non comprare più cibo del necessario e conservarlo correttamente verificando le date di scadenza;
  • imparare a riutilizzare gli avanzi, riducendo lo spreco alimentare domestico;
  • consumare solo pesce proveniente da stock sostenibili;
  • ridurre il consumo di alimenti altamente trasformati e bevande zuccherate;
  • prediligere prodotti a km 0 o comunque biologici;
  • limitare il consumo energetico;
  • ridurre la quantità di rifiuti e fare la raccolta differenziata, a casa come in vacanza.

 

La Giornata mondiale del picnic: l’evento internazionale al Parco Sempione di Milano

 

Che cosa c’è di meglio di un bel picnic su un prato verde o sotto le fronde fresche di un albero maestoso per celebrare il 18 giugno nel segno della sostenibilità?  Per questo, la città di Milano promuove “Food Wave picnic – insieme per il clima”, una iniziativa che rientra nel progetto internazionale FoodWave e che si svolgerà in contemporanea a San Paolo, Madrid, Pest, Brasow, Atene e Lisbona. Per l’occasione, Parco Sempione verrà allestito con 500 metri di tovaglia su cui potranno pranzare più di mille persone, mentre l’area verrà divisa in ambiti in cui sarà possibile approfondire le tematiche e le priorità della Food Policy di Milano – la politica alimentare della città – e del Milan Urban Food Policy Pact, il patto firmato da oltre 260 città a livello internazionale.

Come ha spiegato la Vicesindaca con delega alla Food Policy, Anna Scavuzzo, “Food Wave picnic è un’ulteriore opportunità per diffondere tra i cittadini e le cittadine, a partire dai più giovani, la consapevolezza di quanto le azioni e le buone abitudini di ciascuno possano incidere sulle abitudini dell’intera comunità per avere un impatto positivo sul clima.”

Quando non c’è niente in frigo e arrivano gli amici a cena? Niente di meglio che un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino

Erano, in origine, degli spaghetti con le vongole. Poi le vongole sono fuggite. Ed ecco gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, una versione in chiave povera, ovvero senza il mare dentro, ma altrettanto sfiziosa.

 

Fino a diventare uno se non il più grande classico della convivialità tra amici e parenti. Anche per quei famosi “due spaghi di mezzanotte” che tante volte hanno caratterizzato una festa entrata nelle ore piccole.

 

Insomma, stiamo parlando della ricetta perfetta in ogni occasione, soprattutto in quelle circostanze in cui il frigo è vuoto e arrivano degli amici a cena. Perché si tratta di pochi ingredienti, giusto quattro: del buon aglio, un tocco speziato di peperoncino, la pasta e l’olio extravergine d’oliva della tradizione italiana, come quello della linea Ohi Vita. Con, in più, volendo, giusto quella spruzzata di verde prezzemolo che ci sta proprio bene, anche a livello cromatico.

 

Facilissimo e velocissimo da preparare, questo piatto ha un’origine campana, anche se la pasta che veniva utilizzata erano più che altro le linguine o i vermicelli, al punto che uno dei nomi più antichi con cui veniva chiamata questa pietanza era proprio “vermicelli alla borbonica”.

 

Quattro ingredienti di qualità, pochi minuti di preparazione ed ecco un piatto saporito e gustoso nella sua grande semplicità che, però, richiede qualche piccola accortezza. A partire dal peperoncino preferibilmente fresco e dall’aglio. Che sia bianco, rosso o rosa, l’Italia offre una grande varietà di tipologie di questo incredibile bulbo, alcune anche Dop e Igp come l’aglio bianco Polesano, l’aglio di Voghiera e l’aglio piacentino. Questione di gusti e di regionalità ma, tutti, comunque, meglio se accompagnati in questa preparazione da un olio fruttato e dal gusto intenso.

 

Spaghetti aglio, olio e peperoncino

 

Ingredienti (per 4 persone)

320 g di spaghetti

2 spicchi d’aglio

1 peperoncino

1 Ciuffo di prezzemolo

Olio extravergine di oliva Ohi Vita

 

Procedimento

Mettere sul fuoco una pentola di acqua salata da portare a ebollizione.

Tagliare a metà i due spicchi d’aglio avendo cura di togliere l’anima verde al loro interno e, poi, tritarli molto finemente.

Pulire il peperoncino e tagliarlo a rondelle sottili.

Scaldare in una padella 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, mettere a soffriggere brevemente l’aglio tritato a fuoco dolce avendo cura di non farlo bruciare.

Aggiungere il peperoncino in cottura per meno di un minuto.

Cuocere e scolare al dente gli spaghetti per poi saltarli nella padella con l’aglio e il peperoncino.

Lasciare insaporire per un minuto o due mescolando con cura.

Spegnere il fuoco e servire ben caldi, aggiungendo a crudo il prezzemolo pulito e tritato finemente.

Profumato, fragrante e dalla caratteristica forma allungata: il riso Basmati pronto da gustare per un pieno di benessere

Già cotto e condito con olio extravergine di oliva italiano e un pizzico di sale marino per esaltare il suo squisito aroma naturale, il Riso Basmati Ohi Vita è pronto da gustare subito o dopo averlo scaldato velocemente in padella come al microonde. Adatto per una dieta vegana e naturalmente privo di glutine, è indicato anche per chi ha specifiche esigenze alimentari e garantisce una buona fonte di fibre.

 

Il riso Basmati promuove la corretta funzionalità dell’apparato gastrointestinale e, con un indice glicemico più contenuto rispetto ad altre varietà di riso, è tra le varietà di riso più consumate da chi pratica sport, perché riduce il rischio di picchi glicemici e genera un prolungato senso di sazietà. Inoltre, Il buon contenuto in fibre e la sua elevata digeribilità lo rendono un valido alleato dei regimi alimentari a ridotto apporto calorico.

 

Il riso Basmati, con i suoi chicchi dalla forma allungata, si chiama così per il suo aroma naturale: il suo nome deriva infatti da “Vas” (in hindi “Bas”) che significa “aroma” e “Mati” che vuol dire “radicato dall’origine”.

 

Giunto a noi dallAsia, il riso (Oryza sativa L.) viene attualmente coltivato in 113 paesi e in tutti i continenti del globo, fatta eccezione per lAntartico. In Europa, il riso inizia a essere noto fin dal VI secolo a. C., ma viene trascurato come alimento e utilizzato dai Greci e dai Romani come rimedio medicinale. Oggi il riso è uno degli alimenti più consumati a livello globale: soltanto in Italia si coltivano più di cinquanta varietà di riso, che differiscono per forma e dimensioni del chicco, così come per gusto e contenuto nutrizionale.

 

In molte culture, il riso riveste tradizionalmente significati simbolici. In Occidente, lanciato agli sposi, subito dopo il matrimonio, rappresenta un augurio di felicità e fecondità; in Oriente, simboleggia la vita e l’abbondanza. In India, poi, viene offerto alle divinità dalle giovani donne per trovare un marito. Presso il popolo Gouro in Costa d’Avorio, il riso risulta associato al potere: chi non ne dispone, non può esercitare alcun tipo di autorità.

 

Originario dellIndia e del Pakistan, il riso Basmati è una varietà che necessita di un clima temperato per crescere bene. Le varietà più pregiate di Basmati sono quelle prodotte ai piedi del complesso dell’Himalaya. Diventato popolare e apprezzato in tutto il mondo questo tipo di riso incontra un elevato gradimento per il suo profumo, inconfondibile anche da crudo, ma davvero intenso e aromatico una volta cotto, e per la consistenza soda dei suoi chicchi affusolati, che rimangono sempre ben separati.

 

Il riso rappresenta la fonte alimentare primaria per oltre la metà della popolazione mondiale: solo in Asia oltre 2 miliardi di persone assumono dal riso e dai suoi derivati tra il 60 e il 70% del loro fabbisogno calorico. Anche per questo, privilegiare unalimentazione fondata su cereali, legumi, ortaggi e frutta significa nutrirsi riducendo limpatto ambientale delle filiere agroalimentari. Per uno sviluppo sostenibile del riso occorrono la diffusione di varietà resistenti, migliori tecniche di gestione dei raccolti, operazioni post raccolta più rapide e sviluppo di sistemi di produzione integrati. Ricerca e innovazione si pongono al servizio della sostenibilità sia nella produzione agricola, sia in tutte le fasi successive che vanno dallo stoccaggio al trasporto del riso, dalla lavorazione e infine al confezionamento del prodotto finale per ridurre i consumi energetici complessivi e favorire la riciclabilità del packaging.

 

In questo senso, il Riso Basmati Ohi Vita con olio extravergine di oliva è lavorato e confezionato nel rispetto di tutti gli standard internazionali di qualità e di sicurezza alimentare. Subito pronto per essere consumato freddo, oppure da scaldare velocemente in padella o al microonde, il Riso Basmati Ohi Vita già cotto è una soluzione pratica e versatile, che mette a disposizione l’energia e l’elevata digeribilità di un alimento 100% vegetale, confezionato in atmosfera protettiva.

Nutriente ed energetico, Energy Mix Ohi Vita conquista tutti con la sua dolcezza croccante e irresistibile

Mandorle e anacardi tostati, mirtilli rossi, cioccolato fondente e cocco essiccato insieme per offrire piacere, gusto ed energia in ogni momento della giornata: è Energy Mix Ohi Vita, il misto goloso e nutriente ideale per una pausa sfiziosa, a colazione come a merenda.

Apportando proteine, carboidrati, fibre vegetali, grassi monoinsaturi, Sali minerali e vitamine, soprattutto E e del gruppo B, Energy Mix ha un profilo nutrizionale ricco, capace di garantire una gratificante sferzata di energia. Tutti i suoi ingredienti, inoltre, contribuiscono a migliorare la funzionalità intestinale e a generare un appagante senso di sazietà.

 

Le mandorle e gli anacardi, in particolare, sono ottimi alleati per proteggere le cellule dallo stress ossidativo, per contrastare l’ipertensione e il colesterolo cattivo e promuovere la salute del cuore. Il cocco essiccato, ricco in fosforo, magnesio, rame, e come fonte di potassio sostiene il metabolismo, il funzionamento nervoso e muscolare, le capacità mnemoniche e di concentrazione, oltre a risultare utile per la normale funzione del sistema immunitario. Dal canto suo, il cioccolato fondente, per il contenuto di flavonoidi e di polifenoli, dall’azione antiossidante, aiuta a contrastare l’invecchiamento cellulare, mentre come ottima fonte di triptofano promuove la produzione di serotonina, nota come “ormone del buonumore”, mentre i mirtilli rossi apportano dolcezza e preziose fibre vegetali, completando questo Mix equilibrato e ricco.

 

Un tempo considerata troppo calorica per il consumo quotidiano, la frutta secca negli ultimi anni ha conquistato un posto di prestigio nella nostra dieta, grazie alle sue riconosciute proprietà benefiche ed energizzanti. Dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) hanno rivelato infatti che negli ultimi dieci anni i consumi degli italiani sono praticamente raddoppiati, raggiungendo i tre chilogrammi di frutta secca all’anno per persona.

 

Si tratta di una abitudine salutare, oltre che molto gratificante sul piano del gusto. La frutta secca è infatti ricca di sostanze nutritive come vitamine, fibre, proteine nobili, sali minerali e acidi grassi Omega 3 che rappresentano validi alleati per mantenersi in forma, apportando benefici significativi.

 

Tutto sta nel consumarne la giusta quantità, dato l’elevato apporto calorico: le Linee Guida per una Sana e corretta alimentazione elaborate dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ne consigliano porzioni di 20-30 grammi, 2-3 volte a settimana, come spuntini energetici e veloci, utili anche quando le pause sono brevi. Consumata consapevolmente, la frutta secca può diventare una valida alleata per conservare il proprio peso forma.

 

Come spuntino a metà mattina o rompi digiuno nel pomeriggio, così come a colazione, la frutta secca rappresenta un’ottima opzione nell’ambito di una dieta sana e bilanciata: anche secondo l’Oms 30 grammi di frutta secca rappresentano la porzione ideale per un apporto significativo di nutrienti preziosi come proteine, fibre vegetali, vitamine e Sali minerali.  Soprattutto nelle diete plant based, regimi alimentari che, senza escludere nessun alimento, si fondano sul consumo di cibi vegetali, la frutta secca gioca un ruolo importante per la sua ricchezza nutrizionale e l’energia che mette subito a disposizione. Una scelta alimentare consapevole, salutare e all’insegna della sostenibilità.

 

E con i suoi ingredienti OGM free, selezionati con cura e acquistati direttamente da fornitori approvati in tutto il mondo, Energy Mix Ohi Vita è garanzia di qualità, nel rispetto dei più elevati standard internazionali. Lavorato e confezionato applicando tutte le normative relative alla salubrità e alla sicurezza alimentare, e rispondendo a tutti i requisiti ambientali ed etici, Energy Mix Ohi Vita è un prodotto che unisce qualità, gusto e benessere.