L’economia circolare sta guadagnando sempre più attenzione in tutto il mondo come un approccio sostenibile per affrontare i problemi ambientali e promuovere una gestione più responsabile delle risorse. Questo concetto si sta facendo strada anche nel settore vinicolo, dove l’adozione di pratiche sostenibili e l’implementazione di strategie circolari stanno trasformando l’intera industria.
L’economia circolare del vino si concentra sull’ottimizzazione di tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione delle viti alla vinificazione, fino al consumo finale e al riciclaggio degli imballaggi.
Immagina un’azienda vinicola che adotta pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica e biodinamica, per coltivare le sue viti. Riduce drasticamente l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, optando per soluzioni naturali. Inoltre, sfrutta al massimo le risorse idriche utilizzando sistemi di irrigazione efficienti, riducendo lo stress idrico e preservando questa risorsa vitale.
Ma l’economia circolare non si ferma alla fase di produzione. Prendiamo ad esempio le vinacce, i residui che rimangono dopo la spremitura dell’uva. Invece di buttarle via, queste vinacce possono essere trasformate in risorse preziose. Alcune aziende le utilizzano come fertilizzante organico per le vigne, restituendo alla terra ciò che le è stato tolto. Altre le impiegano per la produzione di energia, sfruttando la biomassa per generare elettricità o calore. Ma non è tutto. Anche le bucce e i raspi dell’uva, che spesso vengono scartati, possono trovare un nuovo scopo nell’economia circolare del vino. Questi sottoprodotti possono essere utilizzati per migliorare la fertilità del suolo. Inoltre, le bucce contengono preziosi polifenoli, che possono essere estratti e utilizzati in altri settori, come quello cosmetico o farmaceutico.
Un altro aspetto importante dell’economia circolare del vino riguarda il riciclaggio degli imballaggi. Le bottiglie di vetro possono essere riutilizzate più volte, riducendo la necessità di produrne di nuove. Un esempio di questo è il sistema di bottiglie riutilizzabili adottato da alcune cantine, in cui i consumatori possono restituire le bottiglie vuote per essere lavate e riutilizzate. Inoltre, alcune aziende stanno esplorando alternative all’imballaggio tradizionale, come le bottiglie di plastica riciclabili o i contenitori in alluminio, che richiedono meno energia e risorse per la produzione. Anche i turaccioli possono essere trasformati in granuli che diventano la base per la realizzazione di solette isolanti per scarpe di qualità. Ed essere impiegati anche nella produzione di pannelli per la bioedilizia come strato protettivo, così come nelle intercapedini dei tetti. Questo perché il sughero è un ottimo isolante termico e acustico, ideale anche per una difesa naturale contro il fuoco, gli insetti, le muffe e i funghi.
Parallelamente agli sforzi dei produttori, i consumatori stanno giocando un ruolo fondamentale nell’economia circolare del vino. Scegliere vini biologici o a chilometro zero, che provengono da agricoltura sostenibile e riducono l’impatto del trasporto, è un modo per supportare un’economia circolare nel settore vinicolo. Inoltre, una corretta gestione dei rifiuti, come il giusto smaltimento delle bottiglie di vetro attraverso il riciclaggio, è un modo concreto per contribuire a un ciclo di vita più sostenibile per il vino.
L’economia circolare del vino non solo riduce l’impatto ambientale dell’industria, ma crea anche nuove opportunità economiche. L’adozione di pratiche sostenibili può migliorare la reputazione dei produttori, attirare i consumatori che cercano prodotti responsabili e stimolare l’innovazione. Inoltre, la collaborazione tra diversi attori del settore, come produttori, fornitori di imballaggi e consumatori, può promuovere la creazione di nuove imprese e favorire lo sviluppo di un’economia circolare vincente per tutti.
L’economia circolare del vino sta dimostrando di essere un’alternativa sostenibile e responsabile per l’industria vinicola. Attraverso l’adozione di pratiche agricole sostenibili, il recupero dei sottoprodotti di produzione e il riciclaggio degli imballaggi, l’industria del vino sta guidando la transizione verso un futuro più sostenibile. L’impegno e la consapevolezza crescente di produttori e consumatori indicano che il vino può diventare un settore esemplare nella promozione dell’economia circolare e della salvaguardia dell’ambiente. Partendo dal presupposto che gli impatti delle attività agricole vadano oltre i confini dei campi che si coltivano e riguardino anche il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturali, con un’attenzione particolare alla water footprint e alla carbon footprint.
Ma di cosa parliamo quando parliamo di carbon footprint (impronta di carbonio)? È semplicemente una misura che racconta il totale delle emissioni di gas ad effetto serra, espresse generalmente in tonnellate di CO2, che possono essere associate direttamente o indirettamente a un prodotto, a un servizio o a una organizzazione. Per quanto riguarda l’acqua, invece, consideriamo i volumi del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto da parte di un consumatore o di un produttore.