Parola del progetto Fao Waste, finanziato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), ideato e coordinato dall’Osservatorio su eccedenze, recuperi e sprechi alimentari (Oersa) del Crea Alimenti e Nutrizione.
In tutto il mondo, ogni anno circa il 14% del cibo, per un valore di 400 miliardi di dollari, va perso tra il raccolto e il mercato al dettaglio (FAO 2019). Allo stesso tempo, si stima che il 17% del cibo venga sprecato a livello di vendita al dettaglio e di consumo (UNEP, 2021).
La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari è, quindi, una leva importante per un miglioramento più ampio dei nostri sistemi alimentari, per migliorare la sicurezza, la qualità e la sostenibilità degli alimenti e per aumentare l’efficienza. Dai risultati dello studio collegato al progetto e condotto dalle ricercatrici del Crea Laura Rossi e Federica Grant su un campione di 2.869 maggiorenni in leggera maggioranza femminile (52%), emerge come circa il 30% degli italiani mostri una scarsa adesione alle raccomandazioni nutrizionali, il 21,5% medio-bassa, il 25,5% bassa. Sono soprattutto gli uomini, i giovani e chi vive in famiglie numerose a prestare meno attenzione a questa tipologia di argomenti, mentre sono donne, anziani e famiglie più piccole i più attenti alle indicazioni nutrizionali.
A un livello più profondo, esiste inoltre un rapporto diretto tra un’elevata partecipazione a questo tipo di raccomandazioni e una positiva propensione dei consumatori ad attuare comportamenti in tema di riduzione dello spreco alimentare. Insomma, cura dell’alimentazione e attenzione agli sprechi vanno di pari passo.
In particolare, circa il 35-40% del campione con maggiore adesione alle raccomandazioni sembra avere anche elevate abilità nel programmare la spesa e l’utilizzo del cibo, nel valutare bene le quantità da cucinare, nell’evitare acquisti di impulso e nel riciclare gli avanzi, prolungando la vita di un prodotto con una cucina creativa.
Sempre la Fao spiega come una dieta sana fornisca non solo la quantità di calorie adeguate, ma anche i giusti tipi di nutrienti da una varietà di alimenti, come raccomandato dalle linee guida. In questo senso, il Quadro Strategico FAO 2022-2031 mira a sostenere l’Agenda 2030 attraverso la generazione di sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno. Le aree prioritarie del programma riguardano, infatti, la costruzione di:
un ambiente migliore attraverso l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e marini e la lotta al cambiamento climatico;
una produzione migliore per garantire modelli di consumo e produzione sostenibili, attraverso filiere agroalimentari efficienti e inclusive a livello locale, regionale e globale, assicurando sistemi agroalimentari resilienti e sostenibili in un contesto climatico e ambientale in continuo cambiamento;
una nutrizione migliore per porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione in tutte le sue forme, anche promuovendo alimenti nutrienti e aumentando l’accesso a diete sane;
una vita migliore promuovendo una crescita economica inclusiva e riducendo le disuguaglianze.