La sostenibilità come standard oggettivo, misurata secondo criteri scientifici e comunicata con chiarezza sul packaging in modo che siano chiari i vantaggi che derivano dallo scegliere lo specifico prodotto green.
I consumatori italiani vogliono scegliere prodotti sostenibili e vogliono a farlo a ragion veduta, convinti come sono che oggi adottare comportamenti di consumo più rispettosi dell’ambiente sia una necessità e un traguardo raggiungibile solo collaborando tutti in modo sinergico, produttori, consumatori, istituzioni.
Sono questi i temi che emergono dalle ricerche sui comportamenti di consumo nel nostro Paese, condotte da Nielsen IQ e presentate al Marca di Bologna al convegno “La sostenibilità: leva strategica imprescindibile”, organizzato in collaborazione con Novamont.
Gli italiani sono solo a metà del cammino, visto che il Sustainability Commitment Index di NielsenIQ ha raggiunto un livello di 49 su una scala da 0 a 100, ma l’impegno oggi coinvolge, seppure in modo diverso e su temi distinti, tutte le età: fino ai 25 anni prevale l’interesse per la mobilità sostenibile; tra i 25-34 anni prevalgono cosmesi e turismo; tra i 35-44 anni, con l’acquisto della prima casa, prevale l’attenzione all’edilizia green; mentre gli over 45 sono il target più attento a una ‘spesa sostenibile’ a 360 gradi.
I dati NielsenIQ hanno evidenziato come oltre 21 milioni di consumatori (86% delle famiglie) acquistano beni di largo consumo confezionato definiti come ‘sostenibili’ sulla base delle informazioni presenti sui packaging dei prodotti con riferimento alla produzione, ai materiali del pack, alla corporate responsibility o al rispetto degli animali e dell’ambiente (es. certificazioni bio, di sostenibilità, claim come cruelty free ecc.).
Con un valore pari a 14,5 miliardi di euro (dato al giugno 2022), il mercato dei beni sostenibili registra una crescita del 3.2% rispetto all’anno precedente, e non per dinamiche inflattive, ma per le scelte consapevoli dei consumatori in negozio.
Dall’analisi condotta sui principali settori del Largo Consumo emerge una consapevolezza sempre maggiore verso la sostenibilità e l’assunzione di responsabilità individuale da parte dei consumatori, sulla cui propensione all’acquisto sostenibile non incidono né la crisi né l’inflazione elevata. Basti pensare che:
Il 47% dei consumatori è disposto ad orientarsi verso marche che portano benefici alla persona ma anche all’ambiente;
Il 35% è disposto a cambiare le proprie scelte di consumo pur di comprare un prodotto green;
Il 26% è disposto a pagare un sovrapprezzo fino al 10% circa per un prodotto che sia davvero sostenibile.
Un’altra indicazione interessante riguarda il mondo del “food fresco sostenibile” che raggiunge un alto livello di gradimento da parte dei consumatori, ma con una quota di prodotti sul totale del rispettivo settore che risulta ancora ampiamente sotto la media.
Mentre i prodotti che più vengono classificati come ‘sostenibili’ da claim presenti sul packaging sono invece quelli verso i quali i consumatori nutrono più scetticismo, quali i prodotti per la cura della casa e per la cura della persona. D’altra parte, la ricerca Nielsen conferma come i brand, nel processo di sviluppo sostenibile, abbiano un ruolo centrale dal momento che una forte fidelizzazione alla marca può indurre a scelte responsabili.
Nel Largo Consumo italiano, la marca del distributore è quella che più di tutte è riuscita ad adeguarsi alle esigenze e dinamiche sostenibili di tutela ambientale, della filiera e del packaging, registrando una crescita costante sia nel fatturato che nei volumi, che supera la media del totale Italia e l’inflazione incalzante. Un trend positivo che coinvolge anche i prodotti premium, da filiera controllata, bio/eco-friendly e afferenti al mondo del benessere e del salutistico.
Come ha commentato Alberto Castellanza, responsabile commerciale di Novamont, “La risposta alla domanda se la sostenibilità sia una leva strategica imprescindibile non può che essere affermativa. Ma bisogna pensare e agire oltre gli slogan e oltre l’ordinario. Novamont non si è mai limitata a pensare prodotti di origine rinnovabile e a basso impatto ma ha sempre legato la loro sostenibilità a un complesso di fattori che vanno oltre le caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità, coinvolgendo l’intera filiera di produzione e consumo con l’obiettivo di contribuire effettivamente alla rigenerazione dei territori e degli ecosistemi”.