Meno carne e più prodotti a base vegetale: il plant-based ha raggiunto 22 milioni di consumatori

In Italia si riducono i consumi di carne e i prodotti a base vegetale diventano sempre più protagonisti del carrello della spesa: secondo i dati Iri 2021,

 si stima che il comparto plant-based, nel suo complesso, lo scorso anno abbia registrato un incremento del +9,9%. Un trend confermato anche nei primi 6 mesi del 2022, in cui la crescita del comparto sembra essersi consolidata (+0,7%).

 

I consumatori sono sempre più informati sui benefici che derivano da una dieta variegata ed equilibrata, ricca di verdure, cereali, alimenti integrali e frutta. Benefici non solo per la propria salute, ma anche per quella del Pianeta. Ecco perché negli ultimi anni, i prodotti a base vegetale hanno conquistato moltissime famiglie, raggiungendo circa 22 milioni di consumatori.

 

I plant-based sono figli del nostro tempo, non sono una semplice moda. Questo non significa che sostituiranno altri alimenti della nostra dieta, ma a cambiare saranno piuttosto quantità e frequenza di consumo, perché a tavola c’è posto per tutti. Il successo dei prodotti a base vegetale è, infatti, sempre più trasversale: nell’ultimo anno, diverse categorie merceologiche che compongono il settore hanno registrato ottime performance. In particolare, nel 2021, come confermano i dati Iri: i burger e piatti pronti vegetali hanno raggiunto quota +24,6%; le bevande vegetali +9,6%; i prodotti al cucchiaio con fermenti lattici + 5,8%; le salse e i condimenti + 13,7%.

 

Anche se in questi ultimi mesi si assiste a una contrazione dei consumi, non solo di frutta e verdura, figlia soprattutto dell’aumento dei costi per il caro energia e per la siccità estiva, il quadro generale del nostro paese registra una crescita costante nella consapevolezza dell’importanza dei prodotti a base vegetale. Anche se ancora non del tutto in linea con le indicazioni internazionali delle 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (five a day). L’Istituto Superiore di Sanità riporta come In Italia, nel biennio 2020-2021, poco più della metà delle persone di 18-69 anni (52%) abbia riferito di consumare almeno 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno. Il 38% ha dichiarato di consumarne 3-4 porzioni, mentre circa l’8% ha detto di avere raggiunto la quantità raccomandata. Una piccola quota di persone (2%), ha infine dichiarato di non consumare né frutta né verdura.

 

Consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, come raccomandato, è unabitudine che cresce con lavanzare dell’età, è più frequente fra le donne, tra le persone senza difficoltà economiche e tra le persone più istruite, ma resta un’abitudine che coinvolge poche persone, mai oltre il 10% neppure nei gruppi che ne fanno un maggior consumo. Il gradiente geografico è chiaro e mostra un’adesione al five a day significativamente più bassa nelle Regioni nel Centro-Sud rispetto a quelle del Nord Italia, ad eccezione della Sardegna in cui il consumo di 5 porzioni al giorno è fra i più alti (18%)”.

 

Se l’adesione al five a day resta un’abitudine di pochi, “quasi la metà della popolazione consuma almeno 3 porzioni di frutta o verdura al giorno (46%); le caratteristiche di chi ha comunque questa buona abitudine restano significativamente associate al genere femminile, all’età, al vantaggio socioeconomico, per risorse finanziarie, livello di istruzione e alla residenza nelle Regioni del Centro-Nord del Paese”.