Ogni settimana buttiamo 674,2 grammi di cibo a testa. È questo il dato di riferimento dello spreco alimentare attuale nel nostro Paese. Il che si traduce, a livello economico, in un valore commerciale di 9,2 miliardi l’anno. Solo di alimenti. Perché poi occorre aggiungere anche gli sprechi nascosti per la lavorazione del cibo che buttiamo via, ovvero 6,4 miliardi di energia e 749,7 miliardi di litri d’acqua l’anno.
I dati arrivano dalla survey globale sul rapporto tra cibo e spreco condotto in nove Paesi del mondo dall’Osservatorio Waste Watcher e promosso dalla campagna Spreco Zero di Last minute market con il monitoraggio Ipsos. Ed evidenziano la necessità di cambiare in modo sostanziale le nostre abitudini, a partire, come rileva anche l’indagine Coldiretti/Ixe, dalla diffusione della doggy bag. Stiamo parlando della possibilità di portarsi a casa gli avanzi di cibo dal ristorante. La crescita di questo fenomeno “è spinta anche da una nuova sensibilità verso la riduzione degli sprechi alimentari, oggi resa tanto più necessaria dalla crisi economica, adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più”.
Di fronte a questa nuova esigenza “la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc”.
Con il taglio del potere di acquisto determinato dai rincari energetici e la necessita di ridurre gli sprechi salgono a quasi 4 su 10 (39%) gli italiani che portano a casa gli avanzi del ristorante con la cosiddetta doggy bag, il contenitore per recuperare il cibo non consumato ed evitare cosi che venga buttato.
Una svolta evidente: il numero delle persone che non lascia gli avanzi nel piatto quando va a mangiare fuori e praticamente raddoppiato rispetto a 10 anni fa. Con l’inflazione che ha raggiunto livelli record, rileva proprio Coldiretti, “per molte famiglie e diventato indispensabile ridurre al massimo gli sprechi. Una situazione che spinge, così, sempre più persone a superare l’imbarazzo e a chiedere di portare via quanto rimasto sul piatto per consumarlo successivamente tra le mura domestiche.
C’è ancora un po’ di strada da fare, però, in questa direzione. Dall’analisi Coldiretti/Ixe si evidenzia, infatti, come il 17% degli intervistati richieda la doggy bag solo raramente mentre il 12% ritenga ancora che sia da maleducati, volgare o, comunque, si vergogna a chiederla. Infine, c’è anche un 22% di italiani non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori mentre il resto non la chiede perché non sa che farsene.