Riso e legumi Ohi Vita porta sulla nostra tavola un abbinamento nutriente e saporito nel solco della tradizione

Cereali e legumi sono un abbinamento molto apprezzato da sempre, per il gusto, la consistenza e il potere nutritivo. Dalla pasta con i fagioli ai “risi e bisi” (riso e piselli) della tradizione popolare sono tantissime le prelibatezze che nascono dall’incontro di questi alimenti di origine vegetale.

Consumarli insieme significa assicurarsi un buon apporto di proteine facilmente digeribili dall’organismo, insieme a carboidrati, fibre e preziosi micronutrienti come vitamine e sali minerali. Se poi l’abbinamento è pensato per soddisfare il gusto di grandi e piccini come nel misto Riso e legumi della linea Ohi Vita, il gioco è fatto.

 

Tre varietà di riso (lungo bianco, integrale e rosso integrale) si sposano con il sapore delicato dei piselli e delle lenticchie rosse, per un piatto di facile preparazione, energetico e ricco, soprattutto nella stagione invernale, che si presta anche a tante interpretazioni golose, oltre che salutari.

 

L’elevato contenuto di fibre presenti nel riso integrale e nei legumi contribuisce infatti alla corretta funzionalità dell’apparato gastrointestinale. I piselli, inoltre, sono un’ottima fonte di vitamine: gruppo B, utili al buon funzionamento del metabolismo e del sistema nervoso, di vitamina A, importante per la salute della pelle, e di vitamina C, utile a rafforzare il sistema immunitario; mentre preziosi Sali minerali come potassio, ferro, calcio e magnesio completano il profilo nutrizionale delle lenticchie rosse, ricche anche di amidi e di flavonoidi, dalle riconosciute proprietà antiossidanti.

Una qualche ragione doveva averla Esaù, nipote di Abramo, quando, secondo il libro della Genesi, rinunciò alla primogenitura in favore del fratello Giacobbe, proprio per un piatto di lenticchie rosse, le più apprezzate nell’antichità per il loro potere nutritivo.

Ma in tutto il mondo, e presso popoli diversi, cereali e legumi sono protagonisti di miti e storie popolari, rivestiti di significati simbolici, soprattutto di buon auspicio.

In Occidente, per esempio, il riso lanciato agli sposi, subito dopo il matrimonio, rappresenta un augurio di felicità e fecondità; in Oriente, rappresenta la vita e l’abbondanza. In India, poi, viene offerto alle divinità dalle giovani donne per trovare un marito. Mentre i piselli, che nell’antichità venivano mangiati solo essiccati, una volta consumati freschi, diventarono nella cultura popolare un cibo prelibato e dai tratti regali, come ci racconta la fiaba La principessa sul pisello di Hans Christian Andersen.

 

Oggi sappiamo che legumi e cereali sono preziosi anche alla luce delle nuove esigenze della produzione alimentare sostenibile. Da un lato, come ci insegna la piramide alimentare della Dieta Mediterranea, che si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale, consumare cereali e legumi è una abitudine salutare in una logica di prevenzione di molte malattie, per l’apporto di fibra, polifenoli, e vitamine che garantiscono.

Dall’altro, questo stile alimentare si è rivelato fondamentale anche per l’ambiente, avendo un impatto ambientale ridotto in termini di consumo di risorse ed energie, che sono così disponibili per produrre quantità maggiori di cibo.

Consumare alimenti di origine vegetale, infatti, vuol dire alimentarsi in modo sano e al tempo stesso sostenibile, riducendo le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

 

Quando la tagli fa piangere ma gli antichi Egizi la associavano alla vita eterna: la cipolla, tutto il benessere e il gusto di un prodotto antico

Le cipolle sono da sempre una fonte riconosciuta di benessere: ricche di acqua, zolfo, cromo e vitamina C, hanno poche calorie e possono essere consumate anche nelle diete per perdere peso e per disintossicarsi. Di sicuro sono parte integrante di moltissime preparazioni tipiche della nostra cucina e apprezzate sia per le qualità organolettiche che per l’alto contenuto di sali minerali e vitamine.

 

Tanto per cominciare, la cipolla è un ottimo rimedio disintossicante e diuretico. Il motivo risiede nella grande ricchezza di acqua che la compone e la rende un toccasana naturale utile anche contro la ritenzione idrica. Una volta si usava tagliare una cipolla in due e lasciarla sul comodino del letto nel corso della notte per calmare un po’ la tosse e liberare il naso. Questo perché ha anche notevoli proprietà decongestionanti e antinfiammatorie. Oltre a essere una buona fonte di fruttani, fibre solubili che portano benefici alla salute dell’apparato gastro-intestinale e a contenere alcuni composti dello zolfo in grado di promuovere la salute dei denti, soprattutto se consumata cruda.

 

La cipolla, Allium cepa, è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Amaryllidacee di cui fanno parte anche aglio e scalogno. Fa parte della storia alimentare dell’umanità.

 

La mangiavano gli operai che costruirono le Piramidi e, per la sua facilità di coltivazione e di conservazione, gli antichi Egizi ne fecero un vero e proprio oggetto di culto, collegando la sua forma sferica e i suoi anelli concentrici all’idea di vita eterna.

 

L’origine è antichissima, i primi resti di cipolle in un insediamento umano risalgono a oltre 5000 anni fa e sono stati rinvenuti nellarea del Medio Oriente. Nell’antica Grecia gli atleti mangiavano cipolle perché si credeva che alleggerissero il sangue, i gladiatori romani le usavano per strofinarsi e rassodare i muscoli, nel Medioevo i medici le prescrivevano per alleviare il mal di testa, per curare i morsi di serpente e la perdita dei capelli.

 

Somministrata da Alessandro Magno alle sue truppe con lidea di aumentarne il valore in battaglia, alla cipolla nel Medioevo vengono riconosciute le virtù di stimolare l’apparato digerente, lenire la tosse e migliorare la circolazione del sangue. Sempre nello stesso periodo, la cipolla acquisisce grande fama di cibo afrodisiaco e viene utilizzata contro le punture di insetti e le ustioni applicandola sopra la parte interessata. Secondo le credenze popolari la sua buccia è indicata per prevedere il tempo: se la buccia è sottile linverno sarà mite, se è spessa la stagione sarà fredda.

 

Ma, la domanda delle domande: perché piangiamo mentre sbucciamo le cipolle? La motivazione è molto semplice. Durante il loro sviluppo, le cipolle assorbono zolfo che viene liberato quando vengono affettate, irritando gli occhi. Per proteggerli, la nonna consigliava di accendere una candela prima di iniziare ad affettare le cipolle così che la fiamma potesse attirare verso di sé i gas. Un metodo utile, facile e più immediato è quello di sciacquare la cipolla sotto lacqua fredda prima di tagliarla.

 

Le cipolle biologiche Ohi Vita sono coltivate rispettando gli standard qualitativi più elevati e il consumo di risorse per produrle, ridotto al minimo, le rendono sostenibili dal punto di vista ambientale. Queste cipolle vengono coltivate, raccolte e commercializzate attraverso metodi di coltivazione naturale senza uso di antiparassitari, riducendo al minimo gli sprechi idrici e avendo la massima cura per l’impatto ambientale della filiera. Un modello di agricoltura responsabile che garantisce un futuro possibile e sostenibile alle nuove generazioni.

I morbidi gnocchi di zucca per affrontare l’autunno con gusto e colore

Con l’autunno arrivano le zucche, un ortaggio della famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa che comprende anche zucchine, cetrioli e cocomero. Una meraviglia arancione, originaria del Nord America e una delle piante domestiche più antiche che veniva già utilizzata nel 7mila a.C. Arriva in Europa con i coloni spagnoli nel XVI secolo e si diffonde nelle sue numerose qualità ancora utilizzate: dalla zucca mantovana, ottima per tortelli, arrosti  e torte alla hokkaido, tonda, con buccia liscia e arancione, perfetta per vellutate e risotti. Dalla zucca moscata di origini francesi, alla anglosassone butternut che si presta alla preparazione di minestre e vellutate, fino alla violina, alla zucca turbante, spesso utilizzata anche a scopo ornamentale, alla spaghetti, all’anfora e alla zucca lunga di Napoli, presidio Slow Food e ottima per le minestre.

 

La zucca è fonte di fibre, di sali minerali come fosforo, potassio, calcio, zinco, selenio e magnesio e di vitamine, in particolare di betacarotene, la sostanza che l’organismo utilizza per produrre la Vitamina A, delle Vitamine del gruppo B e della Vitamina C. È anche molto ricca di acqua e povera di zuccheri, con un basso valore calorico che la rende perfetta per un’alimentazione leggera ed equilibrata.

 

Preziosa in cucina e aperta a ogni esercizio di creatività, la zucca entra in tantissime ricette della tradizione autunnale, dall’antipasto fino al dolce, in abbinamento a condimenti saporiti come in questa versione degli gnocchi di zucca al burro e salvia.

 

 

Gnocchi di zucca

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Polpa di zucca 800 gr
  • Ricotta 100 gr
  • Farina 00 300 gr
  • Uovo 1
  • Sale

Per condire

  • Burro
  • Salvia
  • Parmigiano Reggiano grattugiato

 

Procedimento

Togliere la buccia e tagliare la zucca a cubetti da cuocere in forno a 180 gradi su una placca fino a a quando la zucca non risulta morbida.

Passare la zucca allo schiacciapatate (o schiacciarla con una forchetta), aggiungere poi la ricotta e la farina poco alla volta. Infine aggiungere anche l’uovo, un pizzico di sale e lavorare delicatamente e gli ingredienti con le dita.

Su una spianatoia infarinata, tagliare delle piccole parti dell’impasto e con le dita formare dei cilindri spessi due centimetri. Tagliare dai cilindri dei pezzetti regolari d’impasto che vanno schiacciati delicatamente con il pollice sul rovescio di una grattugia e conservati sulla spianatoia, separati l’uno dall’altro.

Cuocere gli gnocchi in acqua bollente salata, scolandoli appena vengono a galla. A parte, preparare il condimento facendo fondere il burro in padella con la salvia. Servire aggiungendo il formaggio grattugiato.

 

 

Agricoltura biologica Made in Italy: transizione ecologica, risparmio energetico e benessere

I prodotti biologici Made in Italy nel primo semestre del 2022 hanno raggiunto sui mercati internazionali un giro daffari di 3,4 miliardi di euro con una crescita del 16% rispetto allanno precedente. Un nuovo segnale positivo che porta le esportazioni bio a un notevole +181% rispetto al 2012 e al 6% del totale dell’export agroalimentare italiano. Queste le cifre che emergono dall’analisi Ita.Bio, la piattaforma di dati per l’internazionalizzazione del biologico curata da Nomisma e promossa da Ice Agenzia e da FederBio.

 

Inoltre, con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, attraverso le filiere corte e attraverso la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas.

 

Al punto che i terreni coltivati a bio in Italia coprono quasi 2,2 milioni di ettari, il massimo di sempre. Questi numeri vengono, invece, dall’analisi Coldiretti che spiega così il possibile risparmio energetico derivante dal bio: “Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170%, con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie. Fino al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, e al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti”. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale. Ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.

Mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. I terreni bio rappresentano così il 17,4% delle campagne del Paese, quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo Farm to Fork che punta a portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentare biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende.

Un mercato, quello del bio Made in Italy, che vale quasi 5 miliardi. “L’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia e l’inflazione, schizzata a +8,4%, rafforzano l’urgenza di accelerare e vincere la sfida per la transizione verde con la produzione agricola biologica quale strada maestra da percorrere per la vera sostenibilità. Serve, per questo, un programma che tuteli il bio dalla crisi economica, nei campi e sullo scaffale”.

 

“Un processo che deve essere supportato attraverso i fondi del Psn, Piano strategico nazionale”, spiega anche il presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini. “È  fondamentale che le Regioni confermino gli stessi stanziamenti del periodo 2014-2022, oltre all’incremento necessario per il rispetto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni relativo ai 90 milioni di euro all’anno destinati al settore del bio. Un settore che, come dimostra la diffusione sempre più capillare dei distretti biologici, ha un ruolo strategico nello sviluppo dell’agricoltura italiana e della transizione ecologica.

 

Benessere e sostenibilità del cibo? Per la Generazione Z sì ma attenzione anche al gusto

I ragazzi e i giovani adulti sono sempre più assediati da messaggi in chiave wellness, soprattutto per quanto riguarda il cibo e l’alimentazione. Ma “le aspirazioni stanno cambiando”, segnala la recente indagine sui trend del fitness del Global Wellness Institute.

I giovani, soprattutto quelli della Generazione Z nati tra il 1997 e il 2012, stanno mostrando un senso di insofferenza: “Le pressioni per essere perfettamente felici, belli e sani vengono sostituite da una cultura più realistica e rilassata, anche meno consumistica”.

 

Quello che emerge è un movimento che poco sopporta il marketing aggressivo, in generale e anche specifico sul benessere. Alla ricerca di un nuovo comportamento più orientato a scoprire sapori che soddisfano il palato piuttosto che alimenti che fanno bene e basta, oltre a volere vedere cosa c’è dietro uno slogan che punta tutto sulla salute controllando, per esempio, che la filiera di produzione abbia seguito regole precise di rispetto dell’ambiente e degli animali.

 

E l’Italia? Da qui fino al 2030 quali saranno i macrotrend globali dell’alimentazione salutistica? Secondo l’analisi Nomisma Report Healthy e Bio Trends 2022, le modalità di consumo del cibo cambieranno in quattro direzioni:

 

la sostenibilità produttiva per garantire la tracciabilità e rendere trasparente il modo in cui viene prodotto il cibo che i consumatori acquistano. La transizione proteica per sostituire le proteine animali in modo sostenibile. La riduzione degli sprechi alimentari e diete equilibrate che sappiano unire al benessere un’alimentazione soddisfacente anche in termini di gusto.

 

 

Emblematico, in tal senso, è l’andamento del mercato mondiale di organic food & beverage. Negli ultimi dieci anni, le vendite globali di alimenti biologici nel canale retail sono più che raddoppiate, superando i 120 miliardi di dollari nel 2020. E sono, anche qui, soprattutto i giovani che, cercando di restare lontani dai messaggi più aggressivi e insistenti, hanno cominciato a orientare le proprie scelte verso un consumo realmente sostenibile, non solo in termini di alimentazione ma anche di moda, viaggi e tecnologie per il risparmio energetico. Un recente studio del Credit Suisse Research Institute (CSRI) mostra, infatti, come il 75% delle persone tra i 16 e i 40 anni di 10 Paesi intenda vivere in modo sostenibile il proprio futuro. Sono loro la categoria di persone maggiormente disponibile a spendere di più per i  prodotti sostenibili come l’energia solare e l’isolamento termico per la casa. E sono sempre loro i più motivati a modificare la propria dieta, riducendo soprattutto il consumo di prodotti di fast food e carne.

 

Sono loro anche i più propensi ad acquistare prodotti a base vegetale in alternativa a carne e latticini. A ridurre il proprio consumo di capi fast fashion e marchi di lusso. A determinare le scelte di trasporto in funzione di una maggiore sostenibilità: il 63% prevede infatti di acquistare un veicolo elettrico/ibrido, preferenza ancora più evidente tra i giovani laureati nella fascia di età 25-30 anni. Insomma, emerge come la convinzione di creare un mondo più sostenibile passi dalle scelte personali, dall’informazione consapevole ma anche da un atteggiamento aperto e non in chiave assolutista.

 

 

Stevia con eritritolo, un dolcificante naturale per non rinunciare al gusto dolce di cibi e bevande in tutta sicurezza

Ridurre l’impiego dello zucchero rappresenta una sana abitudine alimentare, raccomandata anche dall’Oms, per prevenire tutte le patologie metaboliche e infiammatorie che possono essere legate a un eccesso di zuccheri, dall’obesità al diabete.  Per questo Ohi Vita ha arricchito la propria offerta di un prodotto come Stevia con eritritolo, un dolcificante di origine naturale dal sapore e consistenza simile allo zucchero, ma a calorie quasi nulle e indice glicemico zero.

 

L’impiego di Stevia della linea Ohi Vita consente di ridurre l’apporto complessivo di zuccheri nella propria dieta, senza dover rinunciare alla dolcezza e alla golosità delle preparazioni, poiché è perfetto nelle bevande calde e fredde, ma anche nei prodotti da forno come marmellate, torte, meringhe e biscotti.

 

Con un potere edulcorante superiore allo zucchero, il dolcificante Ohi Vita è prodotto dalla combinazione dell’estratto delle foglie di stevia, una pianta originaria del sud America, con eritritolo, un alcol zuccherino. La stevia è un piccolo cespuglio perenne che ama i climi caldi. Cimando le punte quando raggiungono i 50 cm di altezza, si possono ottenere le sue foglie dall’elevato potere dolcificante utilizzabili sia fresche sia essiccate, tenendo presente che, a parità di quantità, dolcificano fino a 300 volte in più rispetto allo zucchero.

L’eritritolo è un alcol che deriva dalla fermentazione soprattutto del mais, in natura si può trovare in meloni, pere e uva. Dal 2006 è stato ammesso dall’Ue in molti prodotti alimentari, indicato in etichetta con la sigla E968. Unito alla stevia, dà origine ad un composto che ha volume e consistenza simili a quelli dello zucchero, senza alcun retrogusto che possa modificare il sapore degli alimenti a cui viene aggiunto, quasi del tutto privo di calorie e a Indice glicemico pari a zero.

L’estratto di stevia insieme all’eritritolo come agente di carica, è un dolcificante accolto con favore proprio perché ricavato esclusivamente da sostanze naturali, e dunque pienamente sostenibile nel suo processo produttivo, in cui il leggero aroma di liquirizia tipico della stevia viene corretto dalla combinazione con l’eritritolo, e senza controindicazioni per la salute, se consumato con moderazione, e adatto alle più diverse esigenze dietetiche.

I Glicosidi Steviolici, estratti di elevata purezza delle piante di Stevia, non vengono metabolizzati dal nostro organismo, al pari dell’eritritolo, un polialcolo di origine naturale, risultando così a calorie zero. Questo rende il dolcificante a base di stevia e eritritolo indicato in tutti i regimi dimagranti e nelle diete speciali di atleti e sportivi.

La Stevia e l’eritritolo non fanno aumentare i valori della glicemia; il che li rende utili per chi soffre di diabete o insulino-resistenza oppure segue diete a basso indice glicemico.

La stevia e l’eritritolo riducono il rischio di sviluppare carie dentaria, motivo per cui l’eritritolo è sempre più utilizzato anche nelle caramelle e nelle gomme da masticare.

A stevia e eritritolo sono inoltre attribuiti effetti antiossidanti, in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento.

Il dolcificante a base di stevia con eritritolo, una volta aperto si conserva bene nel suo barattolo, in luogo riparato ed asciutto, e va consumato con moderazione, ricordando che 2 grammi di prodotto dolcificano come 5 grammi di zucchero. In altre parole, con mezzo cucchiaino scarso di questo dolcificante otteniamo lo stesso potere edulcorante di un cucchiaino pieno di zucchero.

Possono aiutare le nostre difese immunitarie e consumano meno risorse naturali: la sostenibilità degli alimenti di origine vegetale secondo una ricerca australiana

Dall’inizio della pandemia, sempre di più siamo interessati a conquistare uno stile alimentare che possa sostenere le difese immunitarie per aumentare la nostra capacità di resistenza. Le ricerche online focalizzate su “alimenti che potenziano l’immunità” sono infatti aumentate addirittura del 350%. E ciò che conta notare è che gli alimenti consigliati come più salutari sono quelli di origine vegetale, che sono anche i più sostenibili per il pianeta. Lo rivela uno studio condotto dall’Università di Queensland.

 

I ricercatori australiani hanno studiato report provenienti da diversi paesi, da cui è emerso che l’83% dei 2.556 cibi consigliati per potenziare le difese immunitarie è di origine vegetale.

 

“Sebbene non vi siano prove che un singolo alimento garantisca l’immunità dalle malattie infettive, la dieta di una persona può influenzare la sua salute e la sua suscettibilità alle malattie– ha spiegato Danielle Gallegos, uno dei coautori della ricerca -. Studi clinici hanno dimostrato che una dieta povera di alcuni alimenti di origine vegetale, come la vitamina D, lo zinco e i fito-nutrienti aumenti il rischio di infezione. Infatti, i sei gruppi di alimenti più frequentemente raccomandati sono vegetali, tra cui verdure a foglia verde, noci e frutta e verdura ricca di licopene come i pomodori”.

Circa l’impatto ambientale degli alimenti consigliati, Ayesha Tulloch, un altro degli autori dello studio, ha messo in luce come l’impronta ambientale media degli alimenti comunemente raccomandati per “rafforzare l’immunità” sia di solito inferiore rispetto a quella degli alimenti che non sono raccomandati. In sostanza, i cibi che ci aiutano a stare in forma consumano meno risorse naturali per essere prodotti e sono disponibili per un maggior numero di persone e per le generazioni future.

 

Individuati cinque tipi di degrado ambientale legato ad emissioni di gas serra nell’atmosfera, all’uso del suolo, all’impiego di acqua dolce, alla acidificazione del suolo e alla eutrofizzazione degli ambienti acquatici a causa di sostanze inquinanti, lo studio ha rilevato che gli alimenti più comunemente raccomandati per sostenere il nostro sistema immunitario sono quelli generano meno emissioni di CO2 e richiedono meno uso di suolo, mentre hanno un impatto significativo sulle risorse idriche e gli ambienti acquatici.

 

“Consentire al pubblico di cambiare le abitudini alimentari e il consumo di cibo verso pratiche più sostenibili è complesso e richiede una combinazione di approcci, e le informazioni online non dovrebbero essere trascurate in questo mix – ha concluso Gallegos, presentando lo studio -. In tempi di crisi, quando è più probabile che le persone cerchino informazioni, c’è un’opportunità in più per interagire con il pubblico online e creare consapevolezza su un cambiamento comportamentale vantaggioso”.

Sapere che i cibi che ci fanno bene, fanno bene anche all’ambiente, è sicuramente un motivo in più per scegliere uno stile di vita salutare, all’insegna dell’armonia con la natura.

Pasta e fagioli: vitamine, fibre e sali minerali in uno dei piatti più apprezzati della nostra cucina regionale

Piatto tipico della cucina tradizionale italiana, la pasta e fagioli ha origini molto antiche. Pare che già ai tempi degli antichi romani, nel 100 a.C., ci sia traccia del suo consumo. Oggi è senz’altro una preparazione ben presente nelle tradizioni gastronomiche di molte regioni d’Italia, dal Veneto alla Toscana, dal Lazio alla Campania e, risalendo, alla Lombardia.

 

Si tratta di un piatto che rappresenta il legame con il territorio e le tradizioni contadine e che, accanto a differenti formati di pasta e tipologie di fagiolo, coniuga vari ingredienti, dal maiale fino alle cozze con i cavatelli della tradizione pugliese.

 

I fagioli borlotti, una delle varietà più utilizzate in questa ricetta, sono energetici, nutrienti e versatili. Un ingrediente fondamentale anche per chi desidera seguire una dieta salutare ricca di proteine e fibre vegetali. Sono anche una buona fonte di vitamine del gruppo B, utili per il corretto funzionamento del metabolismo e del sistema nervoso, e di sali minerali come ferro, potassio e fosforo e magnesio. Come ottima fonte di fibra, favoriscono poi il controllo dell’indice glicemico e il buon funzionamento dell’apparato gastrointestinale. La ricchezza di fibre li rende consigliati anche nelle diete a basso contenuto calorico, per il senso di sazietà che inducono. E, come tutti i legumi, apportano una quantità minima di grassi e non contengono colesterolo, a vantaggio della salute dell’apparato cardiocircolatorio.

 

La pasta e fagioli con i Fagioli Borlotti Bio Ohi Vita è un piatto contadino ed economico, ma sempre estremamente gustoso e genuino. Ne proponiamo una delle tante versioni possibili, corposa, saporita e ricca. Da provare fumante per scaldare l’anima in un sera d’autunno

Pasta e fagioli

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 gr di Fagioli Borlotti Secchi Bio Ohi Vita
  • 150 gr di maltagliati all’uovo
  • 30 gr di lardo a fettine
  • 1 gambo di sedano, una carota e una piccola cipolla
  • 1 spicchio d’aglio
  • Rosmarino e alloro
  • Concentrato di pomodoro
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe

 

Procedimento

Mettere i Fagioli Borlotti Secchi Bio Ohi Vita a bagno in acqua diverse ore prima di cucinarli, meglio la notte precedente. E scolarli un attimo prima.

Pulire e tritare finemente sedano, carota e cipolla. Mettere il trito ad appassire in una casseruola con 3 cucchiai di olio e 2 foglie di alloro. Aggiungere dopo qualche minuto due cucchiai di concentrato di pomodoro.

Fare soffriggere ancora due o tre minuti e poi aggiungete 1,5 litri di acqua fredda e i fagioli. Al bollore, aggiungere anche un rametto di rosmarino, coprire con il coperchio e cuocere per circa mezz’ora aggiustando di sale e di pepe.

Scolare circa la metà dei fagioli ormai cotti. Togliere alloro e rosmarino dalla minestra e frullare i fagioli rimasti.

Aggiungere i fagioli interi e riportare sul fuoco la minestra. Quando bolle, unire la pasta e cuocere per 3 o 4 minuti.

Tritare molte finemente mezzo spicchio d’aglio pulito e privato dell’anima, assieme agli aghi di un rametto di rosmarino e al lardo. Rosolare il battuto in una padella rovente fino a fondere il lardo. Unirlo alla pasta e fagioli mescolando con cura lontano dal fuoco.

 

 

 

Il gioco del frigo vuoto: il contrasto allo spreco alimentare domestico come attività divertente e gratificante anche per i bambini

Se esistesse il paese di Sprecolandia consumerebbe 1/3 di tutta la produzione alimentare a livello globale. Il 30% del cibo che coltiviamo, lavoriamo, trasformiamo e distribuiamo è infatti destinato a essere buttato nella spazzatura, e così tutte le risorse naturali, la materia e l’energia che sono state impiegate per  produrlo.

Responsabile di questo spreco è l’intera filiera alimentare, ma è nelle nostre case che viene gettata via la metà del cibo a livello europeo (53%).  Il 30% si perde all’origine tra produzione e lavorazione, il 12% nel settore della ristorazione e il 5% nella distribuzione commerciale.

Frutta e verdura non “bella” o con qualche difetto, pane raffermo, latticini prossimi alla scadenza, fondi di salumi, avanzi di pietanze cucinate, biscotti sbriciolati… sono tutti alimenti che finiscono nel bidone, quando invece sono ancora buoni da mangiare e, con un po’ di fantasia, recuperabili in tante ricette deliziose.

Il nuovo Manuale antispreco. Conosci, agisci e combatti lo spreco alimentare! (edizione Piemme) di Too Good To Go dedicato ai bambini ed alle loro famiglie celebre insegna ai più piccoli come diventare “guerrieri dello spreco” (waste warriors). “Se salvi il cibo, salvi anche la Terra, e insieme siamo più forti” è il messaggio che attraversa il libro, con tanti esempi, informazioni utili, consigli e attività divertenti da seguire nella propria quotidianità.

 

Una di queste è il gioco del frigo vuoto. Consapevoli che spesso la maggior parte dello spreco domestico si annida in una cattiva gestione del cibo fresco acquistato, questo gioco vuol diventare un modo coinvolgente per tutta la famiglia per “tenere sotto controllo” gli alimenti che conserviamo.

 

Occorrono carta e penna … e tanta buona volontà.

“Innanzitutto, appunta sul quaderno l’elenco di ciò che è contenuto nel frigorifero – suggeriscono gli autori del Manuale – : così facendo avrai sott’occhio una lista degli ingredienti di recupero che dovrai capire come assemblare, pasto dopo pasto, perché niente vada sprecato”.

E la nostra tradizione gastronomica è ricchissima di ricette di recupero tutte da provare.

“L’esercizio ti aiuterà a capire l’importanza di riutilizzare gli avanzi e stimolerà la fantasia in cucina attraverso ingredienti di recupero. Vista, olfatto e gusto contribuiranno all’impresa, perché ti permetteranno di valutare di volta in volta la qualità del cibo e capire se può essere sfruttato per creare un nuovo piatto o se deve essere gettato”.

L’obiettivo del gioco è annotare tutto quello che si è dovuto per forza buttare via e di settimana in settimana arrivare a ridurre questa quantità, fino ad azzerarla. Vinciamo noi e vince il Pianeta.

Leggerezza, gusto e il 50% di grassi in meno nelle Fettine di formaggio fuso light Ohi Vita

Il gusto del formaggio fuso è capace di arricchire le nostre pietanze in un modo unico e gradito a grandi e piccini. È un tocco sfizioso che rende appetitose preparazioni diverse, dalle più semplici e veloci a quelle più elaborate. Spesso però occorre tenere sotto controllo l’apporto calorico complessivo dei cibi e la quantità dei grassi presenti.

Nelle Fettine di formaggio fuso Light Ohi Vita tutto il gusto del formaggio tritato e amalgamato con il latte incontra la leggerezza di un ridotto contenuto di grassi, in un formato pratico e versatile pensato per tutte le esigenze.

 

Con 9 grammi di grassi per 100 grammi di prodotto, le Fettine Light della linea Ohi Vita contengono infatti il 50% di grassi in meno rispetto alla media dei prodotti similari più venduti. Senza perdere nemmeno un po’ del gusto ricco del formaggio di qualità.

 

Ad una filiera rigorosamente certificata in tutte le sue fasi si aggiungono infatti analisi accurate delle materie prime, con migliaia di test effettuati ogni anno per garantire la salubrità e la sicurezza di tutti i prodotti, oltre alla competenza della produzione, che incrocia l’adesione ai più elevati standard qualitativi riconosciuti a livello internazionale con il saper fare artigianale della tradizione casearia italiana.

Una tradizione che può vantare radici antiche e illustri nel nostro Paese. Lucio Giunio Moderato Columella, contemporaneo di Seneca, nel trattato De re rustica dedica un intero capitolo al formaggio, De caseo faciendo, in cui descrive il procedimento più adatto per le diverse tipologie e qualità di formaggi. Nell’antichità si produceva solo formaggio molle, realizzato soprattutto con latte caprino, oppure misto, ovino e caprino. Con la diffusione degli allevamenti bovini nei monasteri e nelle abbazie si è sviluppata la produzione dei formaggi vaccini e insieme il perfezionamento delle pratiche casearie e di stagionatura dei formaggi.

Selezionare con cura le migliori materie prime, ingrediente per ingrediente, vuol dire per portare sul mercato nazionale ed estero l’eccellenza italiana e i sapori più genuini. Le certificazioni volontarie circa gli ambienti di lavoro, i fornitori della materia prima, il prodotto, il processo, il personale addetto alla produzione, si collocano in una logica di sostenibilità che si estende a tutte le fasi e a tutti gli attori della filiera produttiva, interamente nazionale.

Le Fettine Light Ohi Vita vengono proposte incartate una per una. Questo consente un’ottima conservazione per i tempi indicati sulla confezione, senza alcuno spreco.

 

E per un consiglio in cucina? Una ricetta che abbina la leggerezza della verdura al gusto del formaggio è quella degli involtini di zucchine (ma vanno bene anche altre verdure, in base alla stagione): lavare le zucchine e affettarle sottilmente; scottarle in acqua bollente salata per 1 minuto circa, lasciarle intiepidire, quindi arrotolare ciascuna fetta di zucchina con 1/3 di Fettina light, porre in forno su una teglia calda per 30 secondi circa (oppure in una padella antiaderente), e servire con un filo di olio extra vergine bio e una manciata di semi di sesamo.