Sostenibile per il pianeta e versatile in cucina: il fico d’India resiste alla siccità ed è uno dei più promettenti novel food

La FAO documenta come il 75% del cibo mondiale provenga da 12 colture e 5 animali. In particolare,riso, mais e grano costituiscono già il 60% delle calorie che assumiamo dai vegetali. Una sorta di globalizzazione alimentare che riduce la diversità sia ambientale che nutrizionale. Ed è proprio nel tentativo di ampliare l’approccio alimentare alle produzioni naturali che sempre più spesso vediamo comparire categorie di cibi come i cosiddetti nuovi alimenti (novel food), ovvero quelle sostanze, alimenti o ingredienti che non fanno parte della tradizione culinaria europea e che, una volta autorizzati, possono entrare nell’elenco degli ingredienti degli alimenti in commercio.

 

Come riporta anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) “Il concetto di nuovi alimenti non è nuovo. Nel corso della storia nuovi tipi di alimenti, ingredienti o modalità di produzione alimentare hanno fatto il loro ingresso in Europa da tutti gli angoli del globo. Banane, pomodori, pasta, frutti tropicali, mais, riso, un’ampia varietà di spezie sono tutti arrivati in Europa in origine come nuovi prodotti. Tra gli ultimi arrivati ci sono i semi di chia, gli alimenti a base di alghe, il frutto del baobab e la physalis (o alchechengi peruviano o ribes del Capo).

 

Ai sensi della normativa UE qualsiasi cibo che non sia stato consumato in modo rilevante prima del maggio 1997 è da considerarsi nuovo alimento. “La categoria comprende nuovi alimenti, alimenti da nuove fonti, nuove sostanze utilizzate nei prodotti alimentari nonché nuove modalità e tecnologie per la produzione di alimenti. Tra gli esempi: gli oli ricchi di acidi grassi omega-3 derivati dal krill come nuova fonte alimentare, gli insetti commestibili, gli steroli vegetali come nuove sostanze o le nanotecnologie come nuove modalità di produzione alimentare”.

 

In prima fila tra questi novel food c’è sicuramente il fico d’India. Anche se da noi, soprattutto in Sicilia, le pale dei fichi d’India colorano i panorami estivi da tempo, visto come questa pianta si trovi perfettamente a suo agio nel clima mediterraneo: non teme il caldo afoso, non ha bisogno di cure particolari e cresce ovunque.

 

Il fico dIndia giunge in Europa nella seconda metà del cinquecento, forse con Cristoforo Colombo, anche se in Sicilia potrebbero averci pensato ben prima i Saraceni o gli Arabi. Ed è proprio nell’isola che il fico d’India trova il suo luogo d’elezione, al punto che il Fico d’India dellEtna è diventato Dop già nel 2003. L’Italia ne è il terzo produttore mondiale e primo in Europa: dopo Messico e Stati Uniti, l’85% della produzione nazionale è concentrata in Sicilia dove, tra le province di Catania e Caltanissetta, si trova il cuore della produzione con il distretto di San Cono.

 

I frutti del fico d’India sono molto gustosi e vengono apprezzati in dolci tipici come il gelo di fichi d’India: la loro è una polpa molto dolce e succosa, oltre che ricca di vitamina C e di vitamina E. Contiene tante fibre e parecchi aminoacidi, oltre che polifenoli. Anche le foglie, però, non sono da meno: possono infatti apportare una buona concentrazione di sali minerali come ferro, potassio e calcio, oltre che vitamine A, B e K. Il fico d’India funziona bene pure come coltura bioenergetica: viene raccolto per farne biocarburanti ed è ottimo anche per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera: è in grado di fissare circa cinque tonnellate di anidride carbonica per ettaro di coltivazione, uno dei valori più alti tra le specie vegetali conosciute.

 

 

 

Ornamento, filtro magico e farmaco naturale: il lungo viaggio del pomodoro dal Messico alla verace passata che rende unici i nostri spaghetti

13Il pomodoro è un frutto in piena regola, ricco di principi nutritivi e benefici che sprigiona con naturalezza in tutte le preparazioni, offrendo il meglio di sé anche da cotto. Oltre che uno dei capisaldi della cucina italiana: la passata di pomodoro biologica Ohi Vita partecipa a tantissime ricette tipiche della nostra tradizione. Insomma, è un prodotto buono e sano che scatena la fantasia in cucina e a tavola.

 

Tanto per cominciare, la passata di pomodoro bio è fonte di licopene, un potente antiossidante il cui assorbimento migliora mangiando il pomodoro cotto: grazie al licopene, inserire abitualmente nella propria dieta un piatto a base di pomodoro può aiutare a proteggere il nostro organismo e a contrastare i processi di invecchiamento. Inoltre, il pomodoro è a basso contenuto calorico: ricco d’acqua, vitamine e sali minerali, è ottimo per chi segue una dieta ipocalorica. Infine, anche se pochi lo sanno, il pomodoro è anche un frutto ricco di vitamina C, fondamentale nel corretto funzionamento del nostro sistema immunitario: Senza dimenticare che, grazie al suo contenuto di betacarotene e di luteina, aiuta a proteggere gli occhi e la vista.

 

Usato sulle tavole di tutto il mondo, il pomodoro esiste in più di 10mila varietà differenti. Nella nostra penisola ne vengono coltivate 320 specie diverse.

 

Originario del Messico, il pomodoro viene importato soltanto dopo la scoperta delle Americhe, anche se per la sua reale diffusione in Europa bisognerà attendere la metà del 1700. Perché, prima, anche erboristi come il senese Pietro Andrea Mattioli, lo consideravano non commestibile, più che altro una pianta ornamentale. Il suo nome deriva dal latino pomum aureus mentre il termine inglese tomato trae origine direttamente dall’etimologia della versione Azteca Xitotomate o Nahuatl Tomatl. In Francia, tra il ‘500 e il ‘600, il pomodoro veniva utilizzato dagli alchimisti per preparare filtri e pozioni magiche a cui venivano attribuiti poteri afrodisiaci. La passata di pomodoro, verace e vellutata, è invece una invenzione tutta italiana: la pratica delle conserve prende avvio nel Settecento quando i contadini italiani cominciarono ad essiccare i pomodori al sole prima di trasformarli in salsa. Per avere una vera e propria conserva, bisognerà però attendere il metodo di sterilizzazione dei barattoli a chiusura ermetica di Nicolas Appert.

 

La passata di pomodori prodotta per Ohi Vita è conforme al metodo di produzione biologica secondo le normative del settore, nel rispetto della sostenibilità ambientale. I pomodori bio rispettano i principi di una coltivazione senza impiego di Ogm e sostanze chimiche di sintesi così da non assorbire antiparassitari, concimi non organici e medicinali. I pomodori coltivati in modo biologico risultano saporiti e consistenti, oltre a conservare una significativa quantità delle innumerevoli sostanze benefiche che contengono e rendono disponibili per il benessere del nostro organismo. I pomodori della linea Ohi Vita sono un prodotto 100% italiano, certificato con il marchio logo Euro leaf che identifica i prodotti biologici che corrispondono agli standard europei.

Acqua aromatizzata alle fragole e menta per sconfiggere il caldo con gusto

Idratazione, vitamine e antiossidanti. Unire all’acqua frutta, verdura e erbe aromatiche è l’idea vincente dell’estate per fare il pieno di salute e freschezza in modo naturale e anche economico, il che non guasta mai….

 

Il risultato è una bevanda dalle proprietà detossinanti, piacevole da bere e priva di calorie che è possibile variare a piacimento a seconda degli ingredienti che si preferiscono e negli abbinamenti che si vogliono sperimentare.

 

Proponiamo qui la ricetta per preparare l’acqua aromatizzata alle fragole e menta, deliziosa in queste calde giornate di agosto.

 

Ingredienti: 1 litro di acqua; 1/2 vaschetta di fragole; 1 limone; 5 foglie di menta

 

Lavare le fragole e tagliarle a metà; unirle ad 1 litro di acqua in una brocca nella quale spremere il succo del limone e aggiungere, se gradita, la sua buccia tagliata (per questo è preferibile utilizzare un limone bio). Lavare le foglie di menta e dopo averle un po’ strofinate per farne sprigionare meglio l’aroma, aggiungerle alla bevanda.

Due/tre ore di infusione in frigorifero … e il gioco è fatto! La vostra acqua aromatizzata è pronta per dissetarvi.

 

 

Tanta frutta e poco zucchero: il cremoso benessere della composta di mirtilli bio

La composta cremosa di mirtilli bio Ohi Vita contiene è sana e buona, ideale per i bambini di tutte le età, da zero a cento anni. I mirtilli conferiscono, infatti, un buon apporto di antiossidanti, che svolgono un’azione antinfiammatoria e protettiva. Sono anche una buona fonte di acido folico, che contribuisce al funzionamento del sistema immunitario e alla riduzione della stanchezza e dellaffaticamento. Per questo sono ideali per l’alimentazione delle donne in gravidanza, per i bambini in crescita ma anche per gli sportivi e le persone più anziane. Senza dimenticare che i mirtilli possono contribuire a migliorare la circolazione, grazie alla presenza di antocianine, un vero toccasana per lapparato cardiocircolatorio . E che sono molto ricchi di vitamina C, utile a rafforzare il nostro sistema immunitario, e di vitamina A, che protegge la vista.

 

La composta è a base di frutta e zucchero, ma viene cotta per molto meno tempo rispetto alla marmellata o alla confettura. La ricetta nasce in epoca medioevale e deve il suo nome al termine francese compôte, derivato a sua volta dal latino composita.

 

Il mirtillo è poesia, ricordo, profumo, colore, paesaggio. Bertolt Brecht, nella raccolta di poesie dedicate alla sua amata e preziosa collaboratrice Margarete Steffin, raccontava così la Finlandia:

Acque pescose! Boschi di begli alberi! Odore di mirtilli e betulle!

Vento di molte voci che va ondulando un alito mite.

 

Il mirtillo è un regalo della natura e una creatura del bosco avvolta da una brezza di magia. Anche per il poeta indiano Rabindranath Tagore che, ne Il palpito della primavera, lo descrive così:

Tremano i rami del mirtillo

tremano inquiete le bacche:

nascoste tra le foglie

si raccontano i loro segreti.

 

Un’increspatura, appena, nell’aria che cambia i colori del bosco e porta il ragazzo de La bimba dal dolce viso di Federico García Lorca, ad avvicinare la ragazza che ama portandole il regalo più bello: rose e mirtilli di luna.

E quando si fece viola

la sera in luce diffusa,

passò un giovane recando

rose e mirtilli di luna.

 

Oltre che elemento magico del bosco, i mirtilli, come abbiamo visto, godono di molteplici proprietà salutari e benefiche che, con il valore aggiunto della sostenibilità, raggiungono la loro piena espressione in termini di gusto e qualità. I mirtilli biologici sono infatti prodotti senza l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, nel pieno rispetto dell’ecosistema dei territori da cui provengono. Lintera filiera produttiva è controllata in ogni passaggio e perfettamente tracciabile secondo gli standard di qualità del settore biologico. Perché la sostenibilità passa dal rispetto per le persone e per l’ambiente ed è garantita dal lavoro di moltissimi produttori agricoli che rispettano rigorosi disciplinari di produzione.

 

Il prodotto, certificato con logo Euro-leaf che ne attesta la provenienza da agricoltura biologica, rispetta appieno il principio del benessere favorendo lequilibrio del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta, come un insieme unico e indivisibile. Un impegno che nel prodotto finale si traduce in gusto, ricchezza nutrizionale e qualità.

 

C’è più sale nella vita se riduciamo il sale in cucina: 5 grammi al giorno è davvero quanto basta.

Il recente studio pubblicato sull’ European Heart Journal parla chiaro: consumare molto sale può ridurre le aspettative di vita e provocare l’insorgere di ictus. La ricerca è stata condotta su un campione di più di 500.000 persone, seguite nell’arco di nove anni dal team di esperti coordinato dal professor Lu Qi della Tulane University di New Orleans, negli Stati Uniti. Scopo dello studio era comprendere se e in quale misura l’aggiunta di sale possa influire sull’aspettativa di vita in generale.

 

Il risultato della ricerca non lascia spazio a molti dubbi: aggiungere sale agli alimenti, aumenta il rischio di mortalità prematura. Il sale è infatti la fonte primaria di sodio nella dieta, che a sua volta, quando è consumato in eccesso, è associato a un aumento della pressione arteriosa e del rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari, ictus, e altre patologie cronico-degenerative.

 

Ad influire nel computo totale del sale assunto quotidianamente rientra non solo il sale che noi aggiungiamo ai cibi preparati in casa, ma anche quello definito “nascosto”, perché presente negli alimenti che acquistiamo già pronti. Si parla di formaggi, insaccati, cibi confezionati come pane, cracker, snack e biscotti, alimenti in scatola e condimenti.

Secondo le stime dell’Oms, in alcuni paesi addirittura l’80% del sale assunto proviene dal cibo della ristorazione e da alimenti trasformati e ultra-trasformati, come piatti pronti, salumi e snack.

È interessante comunque notare che la pericolosità legata al consumo di sale sembra attenuarsi quanto più si consumano frutta e verdura.  In altri termini, una maggiore frequenza di aggiunta di sale agli alimenti era significativamente associata a un rischio maggiore di mortalità prematura in quei partecipanti che non mangiavano abitualmente le cinque porzioni giornaliere raccomandate di frutta e verdura, benefiche per il loro contenuto di potassio.

In Italia consumiamo mediamente tra i 7 e i 10 grammi di sale al giorno. Ben di più rispetto ai meno di 5 grammi di sale al giorno, consigliati dall’Oms, ma comunque con una diminuzione del consumo giornaliero pari a circa il 12%, negli ultimi dieci anni. E proprio per sensibilizzare su questo tema il World Action on Salt & Health promuove nel mese di marzo la Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale.

Ma come si può fare a ridurre l’assunzione di sodio nella nostra dieta? Il nostro Istituto superiore di sanità ha elaborato alcuni semplici suggerimenti quali: preferire alimenti freschi e non trasformati, come frutta, verdura, carne e pesce, e cucinarli aggiungendo sempre meno sale, da sostituire eventualmente con delle spezie. È inoltre raccomandato non tenere la saliera a tavola.

Allo stesso modo occorre imparare a leggere le etichette per poter scegliere alimenti che riportano fino a 0,3 grammi di sale in 100 grammi.

 

All’interno del programma Guadagnare Salute, il Ministero della Salute, infine, ha promosso una serie di iniziative volte a sensibilizzare la popolazione, ma anche i produttori di alimenti artigianali e industriali, verso un ridotto impiego di sale, nel quadro del Piano d’azione globale dell’Oms per la prevenzione delle malattie non trasmissibili, che prevede una sua riduzione del 30% entro il 2025.

Piatti genuini e gustosi preparati con eccedenze alimentari: la sfida della start-up svizzera Hängry Foods

Come arginare il fenomeno dello spreco alimentare che in Svizzera produce emissioni di CO2 pari a quelle della metà del parco macchine nazionale? Una soluzione è quella proposta dalla start-up Hängry Foods, fondata da Ximena Franco e Sophia Graupner, studentesse di tecnologia alimentare, che con la loro idea imprenditoriale hanno vinto l’ottava edizione della Startup Challenge dell’Università di Scienze applicate di Zurigo (ZHAW).

 

Obiettivo: trasformare il cibo in eccesso in piatti pronti, nutrienti e gustosi e distribuirli ad una rete di negozi di Zurigo, che ne diventano i rivenditori. Che l’eccedenza alimentare derivi da sovrapproduzione da parte degli agricoltori, flussi secondari nell’industria, forme indesiderate di verdure o date di scadenza ormai prossime, gli alimenti vengono controllati per garantire sicurezza e qualità e quindi entrano nella produzione della start-up.

 

“Attraverso una corretta conservazione e successiva lavorazione, allunghiamo la durata di conservazione degli alimenti, motivo per cui possiamo imballarli e rimetterli sul mercato senza problemi. Oltre all’uso sostenibile dei rifiuti alimentari, per noi è importante offrire menu equilibrati e insoliti”, afferma Graupner.

“I nostri piatti vengono serviti freddi e, se necessario, possono essere riscaldati in modo flessibile nel microonde. Abbiamo menu che cambiano ogni settimana, a seconda di ciò che è fresco”, aggiunge Franco.

 

Con la loro vittoria, le due fondatrici hanno ricevuto un abbonamento gratuito di sei mesi al Runway Startup Incubator, con un programma di coaching e tutoraggio gestito dall’Enterpreneurship Center presso l’Istituto ZHAW per l’iinovazione e l’imprenditorialità che ha sede al Technopark Winterthur.

Le start-up che si sono guadagnate il secondo e il terzo posto sono: Ordnael GameLab, che sviluppa videogiochi cooperativi con cui i giocatori fanno qualcosa di buono allo stesso tempo, e todrive.ch, una piattaforma con l’aiuto della quale si può ottenere la patente di guida in modo più economico, facile e veloce.

 

Best for the World 2022: 12 le aziende italiane B-Corp premiate per il rispetto e la tutela dell’ambiente, 2 nella produzione agroalimentare d’eccellenza

Anche quest’anno le aziende italiane B-Corp ottengono un buon successo nella classifica Best for the World elaborata da B Lab, l’ente non profit americano che promuove la certificazione B Corporation a livello globale. Una certificazione alla quale un’azienda può aderire su base volontaria se intende impegnarsi in modo concreto e misurabile a rispettare determinati standard che stanno a garantire un impatto positivo sui propri dipendenti, sulla società e sull’ambiente secondo un principio di attenzione, oltre che al profitto, anche alla sostenibilità, ambientale, economica e sociale, della propria attività.

Diventando una B-Corp (Certified B Corporation), l’azienda infatti aderisce ad una certificazione volontaria ufficiale che deriva dalla misurazione delle sue performance in cinque ambiti specifici:

  • community, servizio alla comunità;
  • customers, clientela;
  • environment, ambiente;
  • governance, gestione e direzione;
  • workers, lavoratori.

Sono oltre 5000 aziende certificate B Corp nel mondo, operanti in 77 Paesi, di cui 123 in Italia.

 

Pur con alcune differenze, la normativa italiana a partire dal 2015 dà anche una definizione legale delle B Corp, nel loro essere Benefit Corporation: “Nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse”.

 

Nella sezione Environment 2022 della Classifica internazionale di B Lab sono 12 le B Corp italiane che hanno visto premiato il loro impegno a favore dell’ambiente risultando tra le Best for the world dell’anno.

Nell’alimentare si sono distinte con ottime performance due aziende del nostro Sud:

Damiano spa, azienda siciliana leader nella produzione e trasformazione di frutta secca da agricoltura biologica, che per il quinto anno consecutivo ha vinto il premio che attesta il suo impegno ambientale e a favore dell’innovazione. Con un punteggio totale di 104,6, Damiano, azienda pioniera del bio in Europa a partire dal 1976, si colloca oggi al sedicesimo posto nel ranking mondiale e al primo tra le imprese italiane del settore food.

Premiata anche la Perrini Organic Wine in Natural Farm, un’azienda vitivinicola pugliese a conduzione familiare, che opera nel Salento con una filiera corta e integrata di eccellenza, attiva nella protezione della biodiversità e nella eliminazione di sostanze chimiche dal processo di produzione dei vini.

Legata alla produzione biologica e rigenerativa e all’utilizzo di estratti naturali per creare prodotti e medicinali per la cura e il benessere della persona e del corpo è poi l’attività di Aboca Group (oltre mille dipendenti), che ha ricevuto una particolare menzione per le farmacie Apoteca Natura e Farmacie Fiorentine AFAM spa la cui attività è indirizzata a favore della comunità e del territorio.

Le altre aziende B-Corp italiane premiate, soprattutto per il core business legato all’economia circolare e rigenerativa, di cui il nostro Paese è leader a livello globale,     sono:  Seay srl Società Benefit (abbigliamento uomo, donna e bambino); We R Future srl  (abbigliamento); N and B Naturalisbetter srl SB (prodotti per la cura del corpo, della persona e della casa); Goldmann and Partners srl SB (progettazione sostenibile e consulenza aziendale);  NWG Italia (energie rinnovabili e purificazione dell’acqua); Great Lengths spa SB (cosmetica); Omal spa (valvole e attuatori).  Novamont Società Benefit e B Corp (produzione di bioplastiche e biochemicals); Davines spa (cosmetica professionale).

Come stare in forma tutelando l’ambiente e la nostra salute: le Linee guida del Crea

Se per “dieta” intendiamo un regime alimentare e uno stile di vita da seguire per stare bene e mantenersi in forma, allora delle buone indicazioni per regolarci e scegliere i cibi che sono alleati del nostro benessere ce le offrono le Linee guida dietetiche italiane per una sana alimentazione, elaborate dal Centro di ricerca per l’alimentazione e la nutrizione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura).

 

Si tratta di un ricco manuale, disponibile on line, che assume come modello la Dieta Mediterranea, in una logica di prevenzione delle malattie a favore della salute, della longevità e della sostenibilità ambientale.

 

Questo organico e dettagliato insieme di raccomandazioni su base scientifica si presenta organizzato in quattro macro-aree:

  • bilanciamento del peso e mantenimento del peso forma, anche grazie ad una vita attiva;
  • “più è meglio”, quando si parla di inserire frutta e verdura, cereali integrali, legumi e acqua nella nostra dieta;
  • “meno è meglio”, riguardo i grassi, gli zuccheri, i dolci, le bevande zuccherate, quelle alcoliche (“il meno possibile”, precisano le Linee guida) e il sale;
  • scelta della varietà, sicurezza e sostenibilità per la composizione dei nostri menu quotidiani.

 

Ma vediamo più nello specifico le 13 raccomandazioni in cui si articolano le Linee guida del Crea:

 

  1. Mantieni il peso sotto controllo e resta sempre attivo, arginando fenomeni di sovrappeso così come diete molto restrittive.
  2. Aumenta il consumo di frutta e verdura, soprattutto di stagione.
  3. Consuma cereali integrali e legumi, come fonte di fibre e proteine vegetali
  4. Bevi almeno otto bicchieri di acqua al giorno
  5. Riduci la quantità di grassi, preferendo sempre quelli insaturi (come l’olio di oliva)
  6. Contieni l’assunzione di zucchero, dolci e bevande zuccherate 
  7. Riduci il consumo di sale, anche quello nascosto negli alimenti già pronti, e sceglilo sempre iodato.
  8. Evita le bevande alcoliche oppure limitane la quantità: non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne e gli anziani e due al giorno per gli uomini.
  9. Scegli la varietà dei cibi per un adeguato apporto nutrizionale, seguendo sempre il modello della Dieta Mediterranea.
  10. Segui alcune raccomandazioni speciali quando si parla di bambini, anziani e donne in gravidanza.
  11. Fai attenzione alla dieta e all’uso degli integratori, che non possono mai sostituire una dieta sana e variata. 
  12. Fai attenzione alla sicurezza alimentare, legata alla conservazione e preparazione adeguate degli alimenti.
  13. Orientati verso una dieta sostenibile, che privilegia gli alimenti di origine vegetale, le produzioni stagionali e contrasta lo spreco alimentare domestico.