Soffice, dolce e delicato: il plumcake integrale mette d’accordo grandi e piccoli

Perfetto per la prima colazione. Ottimo a merenda. Rompe la fame con dolcezza e costituisce un momento di piacere in qualsiasi momento della giornata. Insomma, il plumcake è una piccola meraviglia che va bene per tutta la famiglia e, soprattutto in versione integrale, contribuisce ad apportare fibre preziose al benessere del nostro organismo.

 

In particolare, il 100% di farina integrale e lo yogurt magro da latte italiano rendono il Plumcake della linea Ohi Vita gustoso e soffice. Con, in più, la ricchezza di sostanze nutritive utili, benefiche ed energetiche.

 

Prima di tutto, la farina integrale di frumento è utile, con la sua ricchezza di fibre, nel migliorare la regolarità del transito intestinale, aumentando al contempo il senso di sazietà. Inoltre, le fibre solubili contribuiscono a regolare l’assorbimento di zuccheri e grassi, riducendolo e rallentandolo, promuovendo così il buon funzionamento dellintestino ed il controllo del livello di glucosio e di colesterolo. L’olio di semi di girasole, invece, è un olio vegetale che vanta proprietà antiossidanti, legate alla presenza di fenoli e di vitamina E, utili per contrastare i radicali liberi. Senza dimenticare che lo yogurt è in grado di apportare all’organismo sostanze nutritive come proteine, vitamine e sali minerali. Tra questi, il calcio è fondamentale per la salute di ossa e denti, contribuisce a stimolare il metabolismo cellulare e agevola il benessere di unghie e capelli.

 

In origine il plumcake si chiamava Pflaumenkuchen, ovvero torta di prugne: nasce infatti in Germania nella sua forma salata, passando poi in Inghilterra e diventando dolce in epoca vittoriana. Sembra che il plumcake fosse prima di tutto un piatto a base di carne cotta nel vino con l’aggiunta di prugne e spezie. Soltanto nella seconda metà dell’Ottocento, questa preparazione comincia ad assumere i suoi connotati di morbido e sfizioso dolce. In Inghilterra, prima di chiamarsi definitivamente plumcake, questo dolce ha avuto il nome di poundcake perché nella sua preparazione, veniva utilizzata una libbra (pound) di ogni ingrediente base: farina, zucchero, uova, burro e frutta, prevalentemente uvetta, prugne secche e frutta candita. Con il tempo, il dolce diventa più soffice e facile da digerire diminuendo la sua quantità di burro e aumentando il numero delle uova. Inoltre ne vengono introdotte altre golose versioni con l’aggiunta di yogurt, di cioccolato e di creme dolci di tutti i tipi.

 

La farina di frumento, ingrediente protagonista di questo plumcake, è elemento basilare dellalimentazione e della cultura gastronomica dellumanità: in Iraq, in un deposito neolitico risalente a oltre 6mila anni fa, sono state rinvenute delle tracce di frumento selvatico. La coltivazione del frumento venne poi resa sempre più produttiva in Egitto, nelle terre fertili del Nilo, dove almeno 3mila anni prima di Cristo già i contadini selezionarono le migliori tipologie di grano e, successivamente, avviarono attività di panificazione.

 

Il fattore chiave della bontà del Plumcake integrale della linea Ohi Vita sta nella selezione degli ingredienti: farina integrale di frumento, yogurt magro prodotto da latte 100% italiano e uova provenienti da allevamento a terra, nel rispetto del benessere animale. La cura delle materie prime si unisce alla ricerca nel processo produttivo per realizzare un prodotto finale nel segno del gusto, della qualità e della sostenibilità. La scelta di ingredienti no Ogm e l’innovazione tecnologica rendono la sostenibilità delle produzioni un obiettivo certificato grazie all’adozione di criteri riconosciuti a livello internazionale. Per lavorare e produrre golosi dolci da forno, contribuendo in modo attivo a coniugare gusto, qualità e rispetto per l’ambiente, per il lavoro e per le persone.

Pasti leggeri, buona idratazione, vestiti freschi e qualche piccola attenzione: la cura del sé nella stagione del grande caldo

L’Italia è stato uno dei primi Paesi in Europa che ha attivato, già a partire dal 2004, un Piano nazionale di interventi per la prevenzione degli effetti sulla salute delle ondate di calore. Oltre all’attivazione del sistema nazionale di previsione-allarme, che coinvolge 27 città e consente di conoscere, con un anticipo di almeno 72 ore, l’arrivo di una situazione climatica a rischio per la salute, il Ministero mette a disposizione, tra l’altro, campagne di informazione e di comunicazione come “Estate sicura, come vincere il caldo”.

 

Anche quando il caldo non è estremo, occorre considerare infatti che, spesso, si tende a sentire meno il senso della fame. Ma è naturale. Il corpo reagisce e si adatta. L’importante è idratarsi bene, anche attraverso frutta e verdura, mangiare leggero e considerare come una maggiore disponibilità di tempo libero possa portare a mangiare più spesso fuori casa e a prestare meno attenzione agli apporti nutrizionali della propria alimentazione:

 

bere e mangiare correttamente contribuisce ad affrontare l’afa e a ridurre i rischi per la salute dovuti alle ondate di calore, in particolare la disidratazione.

 

Semplici abitudini e piccole attenzioni possono contribuire a ridurre notevolmente le conseguenze del caldo. Si tratta di 10 piccole regole comportamentali che il Ministero della Salute ha stilato e messo a disposizione dei cittadini:

 

  1. Evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata.

 

  1. Schermare le finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili come persiane e veneziane per bloccare il passaggio della luce ma non quello dell’aria. L’aria condizionata va usata con attenzione, evitando di regolare la temperatura a livelli troppo bassi rispetto a quella esterna. “Una temperatura tra 25-27°C con un basso tasso di umidità è sufficiente a garantire il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici rispetto all’esterno. Da impiegare con cautela anche i ventilatori meccanici che accelerano il movimento dell’aria ma non abbassano la temperatura ambientale”.

 

  1. Bere molti liquidi anche se non si sente lo stimolo della sete, a meno che particolari condizioni di salute indicati dal medico non lo sconsiglino.

 

  1. Moderare “l’assunzione di bevande contenenti caffeina, evitare bevande alcoliche”.

 

  1. Fare pasti leggeri: “la digestione è per il nostro organismo un vero e proprio lavoro che aumenta la produzione di calore nel corpo”.

 

  1. Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali. “All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri UV”.

 

  1. In auto, ricordarsi di ventilare l’abitacolo prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione. In questo caso, regolare la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori alla temperatura esterna evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri.

 

  1. Evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde della giornata. “In ogni caso, se si fa attività fisica, bisogna bere molti liquidi. Per gli sportivi può essere necessario compensare la perdita di elettroliti con gli integratori”.

 

  1. Offrire assistenza “a persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli, i lattanti etc.) e segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento”.

 

  1. Dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarla in una zona ombreggiata.

 

 

 

Tutto il green in bottiglia: la sostenibilità del vino premia le eccellenze dell’Italia

Cominciamo con due notizie davvero interessanti per l’Italia della sostenibilità. Prima di tutto, il nostro Paese, con 842 denominazioni, è primo in Europa per prodotti agroalimentari e vitivinicoli registrati e protetti con 581 Dop, 257 Igp, e 4 Stg. In Agricoltura, siamo avanti nella sostenibilità con emissioni (30 milioni di tonnellate di CO2) nettamente inferiori a Francia (76 milioni di tonnellate) e Germania (66 milioni di tonnellate). Numeri che escono da LItalia in 10 selfie 2022 della Fondazione Symbola, dossier realizzato in collaborazione con Unioncamere ed Assocamerestero, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Transizione Ecologica.

 

Seconda notizia: l’agricoltura italiana è la più verde nella Ue con il taglio record in un decennio del 20% sulluso dei pesticidi che, al contrario, aumentano in Francia, Germania e Austria. In questo caso, è Coldiretti a renderlo noto in occasione della giornata mondiale della sicurezza alimentare dell’Onu sulla base dell’ultimo report Eurostat.

 

Oggi, l’agricoltura italiana è la più green d’Europa, con 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5333 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola e la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori bio.

 

Una crescita, quella del biologico, che evidenzia in modo inequivocabile tutto l’interesse, anche del settore vitivinicolo, verso la sostenibilità. L’Area Studi Mediobanca ha pubblicato un’indagine sul settore vinicolo nazionale che riporta come i maggiori produttori di vino del nostro Paese si attendano per il 2022 una crescita del 4,8%, che potrebbe arrivare al 5,6% per la sola componente export. Il tutto, dopo un 2021 chiuso con un aumento di fatturato del 14,2% (+14,8% il mercato interno, +13,6% l’estero). In questo senso, sono due i trend in consolidamento: la crescita di interesse per i vini Premium, quelli di qualità superiore, e, soprattutto, per la sostenibilità. Il bio, nel 2021, ha registrato infatti vendite in aumento dell’11%, per una quota di mercato del 3,3%. Balzo in avanti per il vino vegan (+24,8%) al 2,2% del fatturato totale. Cresce l’interesse anche per i vini naturali (+6,9%) e biodinamici (+2,4%).

 

Un interesse, quello per la sostenibilità e, più in generale, per il sistema agroalimentare italiano, che viene anche certificatato dalle vendite all’estero: con un balzo del 20% è record storico per le esportazioni Made in Italy nel 2022. L’ultima analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al primo trimestre dell’anno documenta come le esportazioni alimentari nazionali siano in aumento sul record annuale di 52 miliardi fatto registrare nel 2021, con la Germania che rappresenta il principale mercato di sbocco, in aumento nel trimestre del 9%, davanti alla Francia, in salita del 17% mentre gli Stati Uniti si classificano al terzo posto mettendo però a segno un tasso di crescita del 21%. Un vero boom si è verificato nel Regno Unito con un +29%.

 

Le vendite del Made in Italy sono sostenute soprattutto dai prodotti base della dieta mediterranea come il vino che svetta sul podio con una crescita del 18% nei primi mesi dell’anno. Anch se, nel paniere del Made in Italy all’estero, recitano un ruolo importante pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi.

 

 

Mangiare bene serve a raffreddare il nostro corpo

Che rapporto esiste tra il caldo e il cibo che mangiamo? Ohi Vita lo ha chiesto a Matteo Pincella, biologo nutrizionista, Head of Nutrition della nostra Nazionale di calcio, uno dei massimi esperti italiani del rapporto tra salute, benessere e nutrizione: “Lo potremmo definire un rapporto molto intimo. Con il caldo perdiamo un sacco di liquidi che dobbiamo rinnovare e rigenerare costantemente e velocemente. Il corpo elimina i liquidi per raffreddarsi, il sudore quindi è una forma di difesa. Mangiare bene è indispensabile perché serve a riequilibrare tutto il nostro corpo.

 

Cosa possiamo fare?

Dare grande importanza all’acqua. Ne servono almeno due litri al giorno per una donna, due litri e mezzo per un uomo. Devono essere bevuti in maniera costante e distribuita lungo tutto l’arco della giornata. Non serve avere sempre la bottiglia in mano ma ricordarsi ogni due ore di bere un po’ d’acqua risolve tanti problemi. Poi bisogna mangiare molta frutta e verdura. L’acqua che prendiamo dagli alimenti è importante come l’acqua che beviamo dalla bottiglia. Per fortuna noi italiani sappiamo cosa fare. Seguendo i parametri della Dietra Mediterranea, se mangiamo molta verdura a pranzo e cena e di non dimenticare il consumo quotidiano di frutta di stagione riusciamo ad assumere naturalmente i liquidi necessari a regolarizzare il nostro corpo e a mantenerlo perfettamente idratato anche durante giornate molto calde. E poi non dimentichiamo che frutta e verdura hanno un ruolo protettivo molto importante contro le radiazioni e i danni indotti dall’esposizione solare”.

 

Bere molto però a volte è faticoso…

È vero, l’acqua liscia può diventare molto stucchevole. Però possiamo trasformare e migliorare l’esperienza e il gusto del bere molta acqua attraverso l’infusione con il limone, l’arancia, il lime, la menta, la salvia. Evitiamo semmai di dare libero sfogo al desiderio delle bevande gassate e ai succhi di frutta che consumati in eccesso portano nel nostro corpo quantità esagerate e dannose di zuccheri.

 

Dilemma classico dell’estate. Acqua fredda o a temperatura ambiente?

Il piacere dell’acqua fredda è legato all’abbassamento immediato della temperatura interna del corpo. E va benissimo. Basta che non sia gelata. Consiglio una temperatura intorno ai sedici gradi.

 

Si dice che con il cado si mangi meno.

Diciamo che quando fa caldo è più difficile e faticoso mangiare e per questo si tende a mangiare un po’ meno. Rinunciamo volentieri ai risotti e alle paste mantecate. Non accendiamo il forno. Tendiamo a preferire insalate e primi piatti freddi.

 

Bisogna assumere meno carboidrati?

Il carboidrato non va ridotto necessariamente in funzione del caldo, ma va gestito in relazione al movimento e l’attività fisica che facciamo. Se in estate ad esempio camminiamo molto dobbiamo per forza assumere carboidrati.

 

E il gelato?

Il gelato lo consiglio “caldamente”.  Durante la settimana può essere una valida alternativa ad un piatto di pasta, una sorta di baratto.  Purché non si esageri per via degli zuccheri e sia un prodotto artigianale fatto bene.

 

È vero che gli infusi caldi come la menta sono rinfrescanti?

Le bevande calde ti fanno eliminare i liquidi molto più rapidamente. Non le consiglio.

 

Si può limitare la sudorazione con il cibo?

Sembra che solo la salvia abbia alcune proprietà interessanti che possono aiutarci a limitare la sudorazione. Ma non esiste nulla di così miracoloso. Il corpo suda e lo deve fare. È come il radiatore della macchina. Serve a tenere più freddo il motore del nostro corpo.

 

 

 

 

 

È buona, salutare, sostenibile, ma soprattutto glocal: è la Dieta Pianeterranea!

Per il quinto anno consecutivo la Dieta Mediterranea, già dichiarata patrimonio Unesco dal 2014, è stata indicata dalle più prestigiose riviste scientifiche come la più salutare al mondo, perché è l’unica ad aver dimostrato scientificamente di esercitare effetti positivi nella prevenzione di numerose patologie. La Dieta Mediterranea, infatti, contribuisce a ridurre del 30% il rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarti e ictus, a diminuire di oltre il 50% la probabilità di tumore all’endometrio nelle donne, ad abbassa del 30% il rischio di sviluppare il diabete.   

Una fortuna per noi che viviamo nel Paese dove è nata e che possiamo trovare abitualmente tutti gli alimenti che la caratterizzano. Ma chi vive in altre zone del mondo come potrebbe seguirla? La soluzione non poteva che provenire proprio dall’Italia, e più specificamente dall’Università Federico II di Napoli, dove è attiva, unica in Europa, la Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile, che ha elaborato una traduzione planetaria della nostra Dieta Mediterranea pubblicata sulla rivista Nature.

 

Nasce così la Dieta Pianeterranea: una declinazione su scala globale della piramide alimentare della Mediterranea sulla base dei prodotti disponibili alle diverse latitudini. Se gli alimenti tipici della Dieta mediterranea sono l’olio d’oliva, legumi, verdure, cereali integrali, frutta fresca o secca, una quantità moderata di carne, pesce, latticini e vino rosso, studiando le risorse di ciascuna regione del mondo si possono ritrovare alimenti con contenuti nutrizionali e caratteristiche simili che possono esercitare benefici simili per la salute.

 

La proposta dell’Università Federico II è quella di arrivare ad elaborare una dieta capace di esportare in un’ottica globale i principi alla base del nostro modello alimentare giungendo così a creare nuove piramide alimentari locali con i cibi presenti nel Sud est asiatico, ma anche in America latina o in Canada. Per fare un esempio, acidi grassi e polifenoli, che nella dieta mediterraneo sono legati al consumo dio olio di oliva, in America Latina potrebbero essere legati al consumo di avocado, papaya, banane verdi e  bacche di andaçaí , mentre in Canada si potranno trovare in olio di canola e noci pecan.

 

“Prodotti subtropicali popolari come i fagioli pinto e l’okra, ricchi di fibre e proteine, sono associati a livelli ridotti di colesterolo LDL e a una minore incidenza della sindrome metabolica o di eventi cardiovascolari – spiega Annamaria Colao, Ordinario di endocrinologia e presidente della Società italiana di endocrinologia, e coordinatrice dello staff di ricercatori in ambito medico, agroalimentare e ingegneristico, che ha proposto la ‘dieta pianeterranea’ – le macroalghe marine, come alghe e wakame, e la spirulina sono ampiamente consumate nei Paesi orientali e rappresentano una fonte importante di polisaccaridi complessi, minerali, proteine e vitamine, con proprietà anticancro, antivirali, antiossidanti, antidiabetiche e antinfiammatorie. Gli esempi sono tantissimi, ma il concetto della Dieta Pianeterranea, che verrà lanciata attraverso una piattaforma dedicata della Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile dell’Università di Napoli, è sostanzialmente uno: le verdure, la frutta, i cereali e i grassi insaturi disponibili in diverse parti del mondo possono essere combinati per mettere a punto paradigmi nutrizionali locali, basati su prove scientifiche, definendo diverse ‘piramidi nutrizionali’ basate sugli alimenti disponibili localmente con le stesse proprietà nutrizionali, gli stessi benefici per la salute e analoghi processi produttivi rispettosi dell’ambiente osservati per la Dieta Mediterranea”.

Sani, buoni e amici del pianeta: più di un italiano su due acquista e apprezza i prodotti a base vegetale

Sei italiani su dieci hanno dichiarato di avere cambiato il proprio modo di mangiare negli ultimi cinque anni, una percentuale che sale al 66% fra gli under 35. È il primo dato interessante di una ricerca condotta da Bva-Doxa per il Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, ovvero la più grande Associazione di rappresentanza diretta di categorie merceologiche nel settore alimentare in Italia e in Europa. Ma in cosa sono cambiate, soprattutto, le abitudini alimentari degli italiani?

 

Quattro italiani su dieci hanno aumentato il consumo di frutta e verdura, mentre tre su dieci hanno ridotto quello di carne, una percentuale che sale al 37% per gli over 55.

 

A guidare i cambiamenti a tavola sono soprattutto la maggiore attenzione alla cura di salute e benessere per il 67% degli intervistati, le ragioni legate all’impatto ambientale del cibo per il 19%, il desiderio di concedersi più sfizi per il 18%, il risparmio economico per il 16%, le ragioni etiche per il 12% e, infine, le allergie/intolleranze per l’11%.

 

Il consumatore è oggi più informato che nel passato. Conosce meglio quali benefici possano derivare da una dieta variegata ed equilibrata, con tante verdure, cereali, alimenti integrali, frutta. E parliamo di benefici che non riguardano solo la propria salute, ma anche quella del Pianeta. Sono sicuramente queste le motivazioni più forti che stanno guidando il cambiamento registrato negli ultimi anni, un cambiamento che ha raggiunto ormai circa 22 milioni di consumatori. I prodotti a base vegetale, i plant-based, sono, infatti, al centro dei pensieri degli italiani: più di uno su due (il 54%) li acquista (il 21% abitualmente, il 33% occasionalmente) e gli under 35 li preferiscono in modo importante proprio grazie alla loro caratteristica di essere meno impattanti di altri alimenti sull’ambiente.

 

Chi acquista prodotti a base vegetale non segue necessariamente una dieta vegana o vegetariana. Stiamo parlando, piuttosto, di persone attente a mantenere un regime alimentare equilibrato e che, per ragioni di salute, ambientali o etiche, scelgono di consumare una maggiore quantità di frutta, verdura e vegetali, riducendo le proteine animali. Persone che, spesso, si definiscono anche come “flexitariani”. Persone, soprattutto, ben informate: oltre 6 su 10 conoscono l’apporto nutrizionale degli alimenti perché leggono sempre le etichette fronte pacco (29%), che si informano approfonditamente al riguardo (17%) o che ne parlano con il proprio medico/nutrizionista (10%).

 

insomma, i prodotti plant-based non sono una moda ma una chiara tendenza, che va incontro alle nuove abitudini alimentari degli italiani. Che, sicuramente, gradiscono le caratteristiche nutrizionali e gli aspetti legati alla salute dei cibi a base vegetale ma non ne disdegnano nemmeno la gradevolezza al palato: solo un italiano su dieci dichiara infatti di non gradirli. Senza dimenticare, appunto e in modo particolare tra i più giovani, la dimensione sostenibile di questi alimenti: un consumatore su due pensa che si tratti di cibi amici dellambiente con una impronta ecologica tra le più basse del mondo alimentare (per il 47%), mentre il 46% del campione li apprezza perché richiedono un minore impiego di risorse naturali, come suolo, acqua ed energia, rispetto agli altri.

 

 

 

Se sono a calorie negative, sono cibi intelligenti ricchi di acqua e fibre, preziose per stare in forma

Dimagrire mangiando è il sogno inseguito da tutti quelli che hanno qualche chilo do troppo (praticamente il 90% della popolazione adulta, tranne casi rari e privilegiati), soprattutto ora che in spiaggia non potremo sottrarci agli sguardi critici della vicina di asciugamano. Anche se a dir la verità, gli sguardi più critici sono sempre quelli che noi rivolgiamo a noi stessi e parte della soluzione sarebbe una maggiore autoindulgenza.

 

Ma tornando al punto, si può dimagrire davvero senza sentirsi perennemente affamati? La risposta è sì. Si può, se si impara a consumare alimenti così ricchi di acqua e fibre da avere un apporto calorico molto ridotto, a fronte del loro potere saziante.

 

Qualche nutrizionista parla espressamente di “alimenti a calorie negative”, cioè cibi che hanno così poche calorie che, ogni volta che si consumano, tra la masticazione e la fase digestiva, richiedono una dose di energia paragonabile al loro apporto, così da chiudere il bilancio quasi alla pari. Altri considerano la definizione un mito da sfatare, pur concordando circa l’esistenza di cibi particolarmente vantaggiosi per restare in forma e smaltire il peso in eccesso.

La nutrizionista Daisy Connor, che li ha anche chiamati “cibi intelligenti”, ne ha stilato un elenco: sono cibi che hanno un basso apporto calorico, contengono molta acqua e sono una fonte importante di fibre e sali minerali, con un apporto che varia dalle 20 alle 50 calorie per 100 grammi.

Vediamone alcuni, tutti facilmente reperibili e capaci di arricchire le nostre tavole nel segno del benessere e del gusto:

  • Finocchi
  • Asparagi
  • Pomodori
  • Zucchine
  • Cavolfiore
  • Lattuga
  • Cetrioli
  • Sedano
  • Ravanelli
  • Carne magra
  • Lattuga
  • Frutta: mele, fragole, papaya.

Inserire questi alimenti nel proprio regime alimentare quotidiano, secondo le cinque porzioni di frutta e verdura raccomandata dalla Dieta Mediterranea, e variando le fonti di nutrienti in modo bilanciato rappresenta un’ottima scelta a vantaggio non solo della nostra linea, ma della nostra salute complessiva. L’apporto di fibre e acqua, infatti, promuove il buon funzionamento dell’intestino, con effettui depurativi e rinfrescanti per tutto l’organismo.

Per fare qualche esempio, i finocchi, con 25 calorie per 100 grammi, sono ricchi di vitamina C, dall’azione antiossidante, e di calcio; il sedano, 16 calorie per 100 grammi, contiene anche betaina, utile per bruciare il grasso corporeo e promuovere il buonumore; le zucchine, 21 calorie per 100 grammi, contengono buone quantità di nutrienti come fosforo, potassio e magnesio, oltre ad una elevata percentuale di fibre dalle proprietà lassative; il cocomero, 30 calorie per 100 grammi, è ricca di magnesio e Vitamina B6, utile per sintetizzare dopamina, promotrice del nostro benessere.

Naturalmente non esistono alimenti miracolosi che possono farci dimagrire senza che insieme non si adotti uno stile di vita sano, che preveda attività sportiva e movimento. L’estate è proprio la stagione giusta per rimettersi in forma, dalla tavola allo sport. Approfittiamone, nelle nostre vacanze!

 

 

Fonte di proteine e di gusto, ecco l’alga spirulina che piace tanto agli italiani

Quando parliamo di superfood, di cosa stiamo parlando? A volte sono soltanto slogan, altre ci si riferisce ad alimenti che risultano estremamente ricchi di nutrienti e che possono, anche per questo, apportare alcuni benefici alla nostra dieta e alla nostra salute. In questa seconda categoria, rientra sicuramente l’alga spirulina, chiamata così per la sua forma a spirale e, sembra, inserita anche nel menù degli astronauti proprio per i suoi ampi principi nutritivi, utili per il benessere dell’organismo.

 

Parliamo di un’alga di lago, molto piccola e di un verde acceso, ricca di principi attivi importanti per la nostra salute e noti sin dall’antichità presso le popolazioni delle regioni tropicali. L’Arthrospira platensis viene oggi prodotta soprattutto in Stati Uniti, Thailandia, India, Taiwan, Cina, Bangladesh, Pakistan, Birmania, Grecia, Italia e Cile.

 

Ricca di proteine facilmente assimilabili da parte del nostro organismo, la spirulina viene spesso impiegata come accesso vegano proprio a questa categoria di nutrienti essenziali della nostra alimentazione. È, infatti, in grado di fornire un contributo di aminoacidi paragonabile alle uova e, grazie alla presenza di vitamine importanti e di sali minerali come ferro, calcio, potassio e magnesio, viene considerata come un buon integratore alimentare e, perciò molto apprezzata anche dagli sportivi per tenersi in forma e garantire buone performance.

 

La spirulina viene spesso assunta in polvere, all’interno di alcune preparazioni gastronomiche, contribuendo a conferire loro quel colore verde molto caratteristico e interessante. Fanno parte di questi mix le diverse tipologie di pasta fresca alla spirulina, compresi gli gnocchi, i crackers o i taralli alla spirulina, i frullati e, tra i dolci, il gelato alla spirulina. Ma gli effetti benefici di questa alga sono riconosciuti anche fuori dall’ambito gastronomico, per esempio in cosmetica nella preparazione di trattamenti rassodanti, idratanti e anti età.

 

Insomma, stiamo parlando di un alimento decisamente interessante che, secondo i dati dell’Osservatorio Gs1, nel 2021 ha visto incrementare le proprie vendite sul mercato italiano del 63,2%. Ma che, nonostante i numerosi vantaggi per la salute e per la sostenibilità ambientale, assieme alle altre alghe in commercio registra ancora numeri ridotti. Secondo la Commissione europea, oltre a garantire una fonte alternativa di cibo, il consumo di alghe potrebbe migliorare la salute degli oceani, riducendo l’anidride carbonica, il fosforo e l’azoto. Senza dimenticare la promozione della biodiversità e tutti i possibili impieghi di questa e di altre alghe nelle applicazioni industriali sostenibili, a partire dalla plastica biodegradabile.