Aceto balsamico di Modena IGP bio, l’oro nero della tradizione emiliana che dona gusto e salute alle nostre ricette

Quando la tradizione di una ricetta e di un procedimento perfezionati nei secoli incontra la qualità e la sicurezza della produzione biologica, nasce un prodotto come l’Aceto balsamico di Modena IGP bio, condimento famoso in tutto il mondo per il suo aroma intenso ed avvolgente.  Prodotto con mosto cotto e aceto di vino biologici e secondo il Disciplinare di produzione IGP, l’Aceto balsamico di Modena IGP bio della linea Ohi Vita, infatti, è capace di rendere uniche e inconfondibili le pietanze, calde o fredde, a cui viene aggiunto accompagnandosi in modo armonioso ad una grande varietà di alimenti.

 

Una storia tutta emiliana, che affonda le sue radici nella civiltà della Roma antica. Già Virgilio, nel primo libro delle Georgiche, descriveva l’uso del mosto di uva cotta, chiamato sapum, come dolcificante e condimento oltre che come medicamento: «è autunno…; la donna cuoce il mosto, il dolce succo, sul fuoco, togliendo attentamente con una frasca la schiuma dal liquido ribollente sul paiolo».

 

Ritroviamo menzionato nel 1046, come “l’aceto perfettissimo” che il marchese Bonifacio di Canossa dona a re Enrico III, futuro imperatore del Sacro Romano Impero. È presso la corte degli Estensi di Modena che caratteristiche e modalità di produzione dell’aceto balsamico si definiscono sempre meglio. Ma saranno le armate napoleoniche nel 1796 a favorirne la diffusione al di fuori della cerchia nobiliare della corte modenese, quando con la formazione della Repubblica Cispadana, i prodotti dell’Acetaia degli Estensi, molto ambiti dalle famiglie ricche della città, furono venduti all’asta. Nel corso dell’800, la tradizione dell’aceto balsamico si ramifica: da un lato permane quella di origine nobiliare, codificata dall’agronomo esperto Francesco Agazzotti, che delineerà principi e metodi di produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena; dall’altro prende forma una tradizione contadina, fondata sulla pratica di diluire il prodotto con aceto di vino per ottenere così un condimento più leggero e di uso quotidiano. Questa è l’origine dell’attuale Aceto Balsamico di Modena IGP.

 

Sono innumerevoli le proprietà benefiche associate all’uso dell’aceto balsamico di Modena: perché è un condimento capace di rallentare l’attività gastrica senza appesantirla, aumentando il senso di sazietà; perché grazie al limitato apporto calorico è un condimento indicato nei regimi ipocalorici; perché la presenza di polifenoli e bioflavonoidi ne implementa la funzione antiossidante. Non solo, ricco di sali minerali come potassio, calcio, fosforo e magnesio, l’aceto balsamico è totalmente privo di grassi, ed è utile per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo.

 

Ma l’aceto balsamico si presta anche ad altri usi, oltre a quello alimentare, recuperando così la tradizione che ne esaltava soprattutto le proprietà curative. Qualche goccia diluita in acqua può lenire il mal di gola, se diluito e frizionato sulla pelle è un antinfiammatorio per le articolazioni, mentre qualche goccia su una pezzuola di cotone appoggiata sulla fronte può contribuire ad alleviare il mal di testa.

 

Dal 2009, l’Aceto Balsamico di Modena gode del riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), il marchio con cui l’Unione Europea tutela gli specifici prodotti di un’area geografica ben determinata. Questo significa che l’intero processo produttivo è sottoposto a regole molto stringenti relative a materia prima, metodi e parametri di qualità: l’Aceto Balsamico di Modena IGP infatti è prodotto esclusivamente nelle acetaie delle province di Modena e Reggio Emilia con i mosti ottenuti dai 7 vitigni più coltivati in Emilia Romagna, che sono Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni. A questi mosti si aggiungono aceto di vino e una percentuale di aceto di vino invecchiato almeno 10 anni; quindi l’Aceto Balsamico può maturare in recipienti di legno pregiato all’interno delle acetaie, che sono ambienti che presentano temperatura e aerazione ideali.

Nell’Aceto balsamico di Modena IGP bio della linea Ohi Vita, l’impiego di uve esclusivamente provenienti da coltivazioni biologiche, che escludono l’uso di sostanze chimiche di sintesi e di OGM, rappresenta il coronamento di una tradizione produttiva che valorizza la qualità, la tradizione e la sicurezza alimentare a tutto vantaggio della salute dei consumatori e dei produttori.

Semplice come bere un bicchier d’acqua…. con il succo di un limone è anche un vero toccasana

Ormai stiamo imparando che dai prodotti che la natura ci offre possiamo trarre innumerevoli benefici per la nostra salute. Per esempio, una abitudine semplice come bere un bicchiere d’acqua e limone ogni mattina a digiuno può rivelarsi un vero e proprio toccasana per il nostro benessere.

 

In primo luogo, perché mantenersi idratati è sempre un’ottima pratica, ancora di più d’estate: una giusta idratazione infatti mette il nostro corpo nella condizione di depurarsi, eliminando le scorie, e svolgere adeguatamente le diverse funzioni metaboliche come l’assorbimento dei nutrienti e la regolazione della temperatura corporea. In secondo luogo, perché il limone, ricco di sali minerali ed oligoelementi come ferro, fosforo, manganese e rame, grandi quantità di vitamine A, C, P e del gruppo B e acido citrico, è un agrume che ci aiuta a stare in forma, soprattutto se assunto al mattino e a digiuno.

 

Il limone infatti sostiene il nostro sistema immunitario, per la presenza di vitamine, promuove il buon funzionamento dell’intestino, stimola il fegato a lavorare meglio, ha un effetto detossinante, anti-infiammatorio ed energizzante, oltre ad essere un tonico del sistema nervoso e dell’apparato circolatorio.

 

Ma non finisce qui. Perché un bicchiere di acqua tiepida a cui aggiungere il succo di un limone appena spremuto da bere subito, per evitare la dispersione del contenuto di vitamine, è un vero “bicchiere della salute” anche per il suo effetto alcalinizzante. Nonostante il sapore aspro, infatti, il limone è in grado di abbassare il ph corporeo, poiché l’ossidazione dell’acido citrico rilascia carbonati e bicarbonati di calcio e potassio che favoriscono l’alcalinità del sangue. Per questo risulta ideale in presenza di disturbi caratterizzati da livelli eccessivi di acidità, quali diabete, gotta, iperuricemie, ipertiroidismo, calcolosi biliari e malattie reumatiche.

 

Inoltre. la presenza di pectina aiuta a ridurre il senso della fame, mentre l’associazione dell’acqua calda con il succo di limone stimola la peristalsi intestinale rendendo questa abitudine mattutina particolarmente indicata nei regimi dimagranti. Senza dimenticare che bere acqua e limone al mattino significa anche garantirsi una pelle fresca e luminosa, grazie alla buona quantità di vitamina C che promuove il rinnovamento cutaneo.

 

Unica regola: utilizzare limoni al giusto grado di maturazione, spremuti freschi, e cercare di non assumere cibi nella mezz’ora successiva per premettere al succo di limone di esplicare appieno le sue virtù.

 

Per trarre tutti i benefici dal bicchiere mattutino di acqua e limone è importante seguire questa pratica soprattutto in occasione dei passaggi stagionali, con periodi di sospensione per non sovraccaricare il nostro organismo. In caso di gastrite, infatti, la sensibilità alla componente acida del limone potrebbe danneggiare uno stomaco già delicato; mentre sempre la componente acida potrebbe indebolire lo smalto dei denti, anche se il limone è un efficace rimedio contro il problema dell’alitosi.

 

E se quest’estate abbiamo in programma qualche cena particolarmente ricca o gourmet, non dimentichiamo che anche la buccia del limone può esserci utile per preparare un “canarino”, un digestivo naturale che si prepara con la buccia di mezzo limone, 2 foglie di alloro e 200 ml di acqua: una volta portata a bollore l’acqua, a fuoco spento si aggiungono la buccia del limone e l’alloro, si copre con un coperchio e si lascia in infusione per 10 minuti. Ecco pronta una bevanda gradevolissima capace di cacciar via tutti gli effetti di qualche stravizio a tavola!

Rapporto Bes Istat: consumiamo meno frutta e verdura, i giovani sono più sedentari e preferiamo un turismo di prossimità

La nona edizione del Rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes) fornisce un quadro aggiornato del nostro benessere, analizzato nel corso degli ultimi due anni segnati in modo importante da pandemia e post pandemia. Sul versante degli stili alimentari più sani, il Rapporto documenta, per esempio, come nel 2021 sia stata pari al 17,6% la quota di popolazione di 3 anni e più che ha consumato giornalmente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura. Una quota non elevata che risulta anche in diminuzione di circa 1 punto percentuale rispetto all’anno precedente e che, soprattutto, resta su livelli

inferiori rispetto a quanto registrato nel periodo 2015-2018, quando gli italiani che consumavano frutta e verdura in modo soddisfacente erano circa il 20%.

 

“Quote più elevate di consumatori di almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura giornaliere si osservano nelle regioni del Nord (20,0%) e del Centro (19,2%), rispetto al Mezzogiorno (13,5%). Mentre le donne confermano comportamenti più virtuosi rispetto agli uomini (19,9% contro 15,2%)”.

 

Sicuramente anche per le conseguenze della pandemia, nel 2021 “è pari al 32,5% la quota di persone sedentarie. Le donne presentano livelli di sedentarietà più elevati rispetto agli uomini (34,6% contro 30,3%), anche se nel tempo il gap di genere è andato riducendosi”. La sedentarietà aumenta al crescere dell’età: riguarda 2 persone su 10 tra gli adolescenti e i giovani fino a 24 anni e arriva a interessare quasi 7 persone su 10 tra la popolazione di 75 anni e più. Sono, però, soprattutto i giovanissimi di 14-19 a registrare “un aumento significativo della sedentarietà che è passata dal 18,6% al 20,9%. Un calo consistente nella proporzione delle persone sedentarie si è, invece, osservato nella popolazione adulta e in quella di di 75 e più anni (-4,3 punti percentuali)”.

 

La pandemia ha trasformato anche il benessere di una scampagnata o di un fine settimana nel verde. Le aziende agrituristiche, che formano un comparto importante dell’economia agricola con “oltre 25 mila unità (+2% sul 2019), in conseguenza delle limitazioni agli spostamenti imposte dalla pandemia ha fatto registrare una flessione consistente del movimento turistico (-41,3% rispetto al 2019). Ma, al contempo, ha creato una diversificazione nellofferta dei servizi. “In particolare nel 2020 crescono le aziende che organizzano attività correlate al turismo di prossimità (degustazione +7,6%; equitazione +1,8%; escursioni +2,4%, trekking +5,8%; mountain bike +2,8%, corsi tematici +16,3%)”. Il numero delle aziende è in crescita in tutte le zone d’Italia, in particolare nel Nord-est (+3,5%), dove si registra anche un’elevata densità territoriale (11,5 aziende per 100 km2).

 

Cresce anche il numero dei siti iscritti nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali, ovvero di quei territori e di quel sapere che da lunghissimo tempo sono rimasti inalterati e hanno conservato un’identità ben precisa. Nel 2021 ne sono stati iscritti cinque nuovi: due in Emilia-Romagna (La Corona di Matilde-Alto Reno terra di castagni e Praterie e canali irrigui della Val d’Enza), uno in Veneto (Colline terrazzate della Valpolicella), uno in Toscana (Paesaggio collinare policolturale di Pienza e Montepulciano) e uno in Molise (Il paesaggio del grano-Area cerealicola di Melanico). “Attualmente risultano iscritti nel Registro 27 paesaggi rurali storici in 12 regioni, per un’estensione complessiva di oltre 126 mila ettari, e quattro pratiche agricole tradizionali”.

La Maturità si prepara anche a tavola: qualche consiglio per stare in forma prima dell’esame

La scuola è finita! Ma resta ancora la prova più impegnativa per i ragazzi che devono affrontare le prove dell’esame di maturità. Un passaggio importante e difficile che richiede concentrazione, memoria, resistenza alla fatica e allo stress.

 

Possiamo aiutarli anche con una buona alimentazione? La risposta è sì, a patto di seguire alcune semplici regole. Prima fra tutte, una adeguata idratazione, circa due litri di acqua al girono sono infatti necessari per mantenersi in forma. E che sia acqua, o camomilla o spremute di frutta fresca, ma non bevande gassate e zuccherate che producono il solo effetto di sovraccaricare l’organismo di zuccheri semplici. In realtà quelli che occorrono sono i carboidrati complessi, contenuti nei cereali integrali, a lento rilascio e perciò capaci di sostenere un prolungato impegno intellettuale.

 

Energia, leggerezza e varietà sono le parole chiave della dieta per affrontare in forma la maturità. A partire da una ricca colazione, che deve diventare il pasto principale della giornata per affrontarla con il giusto slancio.

 

Nella sua opzione dolce può comprendere pane, biscotti o fette biscottate integrali, frutta fresca, marmellata, latte; se si preferisce la colazione salata, si potranno consumare un uovo al tegamino o strapazzato, cereali integrali, frutta fresca (anche frullata), tè o caffè, da consumare comunque con moderazione per i loro effetti eccitanti, Ottimo anche lo yogurt arricchito con una manciata di semi oleosi (di sesamo, chia, zucca, lino) dei veri e propri superfood, paragonabili a degli integratori alimentari naturali.

 

Nelle pause dallo studio, sono da evitare i soliti comfort food, di solito alimenti ricchi di zuccheri raffinati, che assicurano subito un picco glicemico per poi far precipitare rapidamente l’organismo verso il calo ipoglicemico, determinando un generale effetto di stanchezza. Sono invece ottimi per spezzare la fame dei crackers (anche qui integrali è meglio) dei pezzetti di parmigiano reggiano o grana padano, molto proteici e digeribili, frutta a guscio, come mandorle noci o pistacchi non salati, oppure frutta secca come fichi e uvetta, molto energetici e ricchi di Sali minerali preziosi per la concentrazione e la memoria. Il cioccolato, soprattutto se fondente, può essere un valido alleato per il contenuto di triptofano che influisce sul tono dell’umore e aiuta a controllare lo stress, ma deve essere consumato con moderazione.

 

In generale, sulla tavola dei maturandi non dovrebbero mai mancare:

pasta, riso, pane (possibilmente integrali) per il giusto apporto di carboidrati;

frutta e verdura, da consumare in abbondanza per le vitamine e le fibre che aiutano a stare in forma;

pesci grassi indicati per gli oligoelementi e gli omega 3 e omega 6;

Legumi, carne bianca, uova e formaggi freschi come fonti proteiche.

Circa caffè e tè, se è vero che aiutano a sopportare ritmi di studi più intensi, nel caso se ne faccia un abuso producono invece l’effetto contrario oppure disturbano la qualità del sonno.

Adesso non resta che concentrarsi sul ripasso! E in bocca a lupo a tutti!

Detergenza di pace: quando gli scarti diventano preziosi igienizzanti, amici della pelle e dell’ambiente

Economia circolare vuol dire soprattutto guardare con occhi nuovi alle risorse di cui disponiamo, che spesso si presentano sotto forma di scarti di altre lavorazioni, ma non per questo sono un rifiuto, anzi spesso possiedono proprietà straordinarie. Tutte da valorizzare, con l’aiuto della più innovativa ricerca scientifica applicata.

E così quelli che erano scarti vegetali, derivanti per lo più dalle lavorazioni del sughero sono diventati protagonisti di una nuova linea di detergenti per la casa la persona e gli animali significativamente chiamata “Detergenza di pace”. La “pace” che deriva dal non avere bisogno di tutto quello che può essere legato alla guerra. “Un design non violento per prodotti senza contenuto di guerra – ha spiegato l’imprenditrice sarda Daniela Ducato, di Edizero Architecture for peace – quindi realizzati con zero acqua, zero sfruttamento di persone, paesaggi, pertanto con zero materie prime.”

Si tratta dei “primi detergenti al mondo a base di sughero ed eccedenze rinnovabili agricole boschive e marine che non diventano rifiuti bensì estratti preziosi con proprietà antibatteriche, igienizzanti e di protezione dagli agenti inquinanti”.

 

Al centro della nuova linea, la ricerca sulle qualità antimicrobiche e antiossidanti degli scarti delle querce da sughero, come corteccia e ghiande, una ricerca già premiata da Skineco, società internazionale di medicina ecodermatologica, e che oggi viene resa disponibile per i consumatori più attenti e sensibili alle questioni ambientali con una proposta di prodotti che spazia dagli  shampoo ai bagnoschiuma, ai prodotti per la pulizia di casa, piatti, bucato, animali, capaci di lavare senza inquinare.

 

Trasformati in polvere idrosolubile, ne bastano pochi grammi per ottenere un detergente liquido fresco e ricco di principi attivi. Il prodotto si chiama Ocean Beat, ed è stato pensato in polvere perché eliminare l’acqua dal contenuto e dal contenitore significa non sottrarre risorse idriche alle produzioni per cui sono indispensabili, come quelle di cibo; ridurre i volumi contenendo i costi di trasporto, stoccaggio e imballaggio; e non utilizzare plastica per i contenitori.

Alla fine, la scelta di Ocean Beat consente di ridurre la CO2 del 90% rispetto ai prodotti liquidi e del 50% rispetto ai prodotti solidi.
Il packaging è totalmente ecosostenibile essendo costituito da una bustina di carta realizzata con scarti agricoli, che può essere utilizzata come concime per vasi e orti.

“Con Ocean Beat, zero acqua, zero plastica, zero materie prime – ha concluso Daniela Ducato -, ci connettiamo al battito del mare ogni giorno mentre laviamo i nostri capelli, il pavimento o il nostro cane”.

 

Il benessere racchiuso in una tazza: l’Infuso bio di mirtillo e frutti misti

Per variare le bevande che ci aiutano a essere sempre adeguatamente idratati, una condizione necessaria in tutte le stagioni, ma ancora di più in estate quando siamo esposti ad una maggiore perdita di liquidi, una buona idea è alternare all’acqua qualche tazza di tisane o infusi.

Perfetto in ogni momento della giornata e a qualsiasi temperatura, l’Infuso di mirtillo e frutti misti della linea Ohi Vita, con le sue proprietà astringenti, antinfiammatorie e lenitive, e del tutto privo di caffeina, rappresenta la bevanda ideale per una pausa di relax, di assoluto piacere e di benessere.

 

L’infusione è un’azione antica che ci permette di assorbire, in modo semplice e piacevole, i preziosi principi attivi di svariate piante e spezie. Le erbe medicamentose interagiscono tra loro creando un delicato equilibrio tra le diverse componenti in grado di amplificare l’effetto benefico dell’infuso. La storia di questa preparazione passa dalla medicina medioevale e risale lungo il crinale delle contaminazioni con le spezie e le erbe provenienti dai commerci aperti a tutte le latitudini per arrivare dentro una tazza, che racchiude proprietà e gusto, tradizione e saperi antichi.

 

Nell’Infuso bio di mirtilli e frutti misti della linea Ohi Vita, mirtilli, rosa canina, sambuco, liquirizia incontrano la dolcezza aromatica dell’ibisco, dei pezzetti di mela disidratati, e delle scorze di limone in un bouquet fresco e speziato e ci mettono a disposizione tutte le loro benefiche proprietà.

 

Ricchi di antiossidanti e di acido folico, i mirtilli aiutano la circolazione e contribuiscono a una vista sana, tanto che i piloti inglesi di aerei mangiavano cibi preparati con questi frutti per migliorare la loro vista durante la notte.

I piccoli frutti della rosa canina sono una preziosa fonte naturale di Vitamina C, utile per il rafforzamento delle difese naturali dell’organismo e per l’azione antiossidante.  I flavonoidi contenuti nel sambuco, inoltre, possono svolgere un’azione antibatterica e antivirale insieme, che aiuta a curare i sintomi da raffreddamento, da allergie e sinusite, sostenendo le difese immunitarie. Infine, la glicirrizina, il principio attivo della liquirizia, ha un effetto antiinfiammatorio ed antispastico e contribuisce a calmare fenomeni di reflusso gastrico. Bastano pochi minuti di infusione, preferibilmente con un coperchio per non disperdere l’aroma, e tutte queste proprietà benefiche vengono racchiuse nella nostra tazza profumata.

 

Lo scrupoloso lavoro per realizzare l’Infuso di mirtillo e frutti misti Ohi Vita comincia dalla selezione delle materie prime, tutte coltivate secondo i criteri rigorosi del disciplinare biologico. La certificazione bio assicura, infatti, che ogni singolo e prezioso ingrediente di questo equilibrato infuso è coltivato senza utilizzo di sostanze chimiche e lavorato senza l’impiego di conservanti. Gli attenti e rigorosi controlli sulla qualità di tutta la filiera, rendono l’Infuso di mirtillo e frutti misti bio Ohi Vita un valido alleato per uno stile di vita sano e in sintonia con la natura.

 

Le produzioni agricole biologiche, oltre a garantire la qualità e la sicurezza del prodotto finale si propongono anche di salvaguardare l’ecosistema rurale, di preservare la fertilità dei suoli, di rigenerare i terreni nel pieno rispetto della salute dei lavoratori e dell’ambiente. In questo modo, produttori e consumatori sono chiamati a condividere un comune progetto di sostenibilità ambientale, operando le proprie scelte con responsabilità.

 

E un’ulteriore attenzione all’ambiente può passare anche attraverso il riuso delle bustine di infuso, una volta consumata la bevanda. Per esempio, applicate a freddo sulla pelle scottata dal sole, possono lenire il bruciore e dare un immediato sollievo, oppure possono essere impiegate per profumare e arricchire l’acqua calda del bagno. Ma se abbiamo il pollice verde, ricordiamoci che le bustine sono utili anche per concimare le piante: basta aprirle e mescolare l’infuso con il terreno, una combinazione che si rivelerà molto proficua per fertilizzare le piante.

 

Dalle selle dei Tartari fino alle sponde del Mediterraneo: ecco una tartare in versione mare, fresca e leggera per le calde serate d’estate

La leggenda della tartare riporta come questa preparazione, in origine di carne, si possa fare risalire all’Europa Orientale. I Tartari, che erano storicamente un popolo di guerrieri, si spostavano continuamente a cavallo e portavano le vettovaglie sotto la sella. Proprio il galoppo del cavallo sembra producesse quella macinazione e macerazione della carne che è propria della consistenza della tartare.

 

La carne cruda, battuta e macinata, divenne in seguito molto famosa nella Russia zarista e, da lì, si diffuse in Francia. Diventando uno dei piatti di livello della tradizione gastronomica e trovando varianti in tutto il mondo, dal Sud America fino al Nord Europa.

 

Oggi la tartare viene proposta dai grandi chef internazionali come dalle cucine di ogni ristorante, soprattutto d’estate, per la sua grande versatilità che offre incredibili occasioni di abbinamenti anche stravaganti ma sempre gustosi e anche belli da vedere nel piatto. Quella che proponiamo è una versione estiva, di pesce. Con il tonno, l’avocado e l’acidità piacevole della mela verde. Si può considerare questa tartare come antipasto fresco o come secondo, di sicuro non mancherà di farsi apprezzare tanto a pranzo quanto a cena.

 

Tartare di tonno fresco, avocado e mela verde

È importante utilizzare materie prime freschissime e di ottima qualità. Per evitare la presenza di eventuali parassiti o batteri, Il tonno fresco può essere acquistato già abbattuto in pescheria oppure comprato in anticipo e messo nel congelatore a -20 gradi per 4 giorni.

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr tonno
  • 2 avocado
  • 1 mela verde
  • Salsa di soia
  • 1 lime
  • Sale, pepe, olio extravergine d’oliva
  • Sesamo nero
  • Qualche foglia di erba luigia

 

Procedimento

Una volta abbattuto il tonno fresco e scongelato, tagliarlo in cubetti con un coltello appuntito e condire con olio extravergine di oliva, sale, salsa di soia e il succo di mezzo lime.

Tagliare a metà l’avocado, eliminate il nocciolo, sbucciarlo e tagliarlo a cubetti. Riporlo in una ciotola e condire con il succo dell’altra metà del lime.
Sbucciare e tagliare a cubetti anche la mela verde.

Preparare la tartare con un coppapasta o con della carta da forno con cui dare la forma a mano: mettere sul fondo il tonno e pressare bene. Aggiungere l’avocado e, sopra, la mela. Alla fine, decorare con i semi di sesamo e sfilare il coppapasta.

La tartare è pronta con qualche fogliolina di erba luigia pulita e lavata e tagliata a strisce.

L’alimentazione che fa bene alla salute è anche quella che fa bene all’ambiente

Sono quasi 9 su 10 gli italiani che prestano attenzione agli aspetti di sostenibilità quando sono al supermercato. E più di 4 su 10 (il 42%) quelli che hanno aumentato nel 2021 il consumo di frutta, verdura, cereali, pasta integrale, cibi e bevande a base vegetale. È quanto emerge da un’ analisi messa a punto dal Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food. La grande e recente diffusione di prodotti plant-based è la conferma di come stia cambiando l’approccio degli italiani al cibo quando si parla di sostenibilità alimentare declinata sul basso impatto ambientale dei prodotti a base vegetale.

 

Oggi sono 22 milioni i consumatori che scelgono i prodotti plant-based, soprattutto tra gli under 35. Scegliere di inserire più alimenti vegetali nella propria alimentazione vuol dire preservare anche l’ambiente.

 

Nei primi sei mesi del 2020, il valore del carrello green in Italia ha raggiunto quota 10 miliardi euro (con un +8% rispetto all’anno precedente). Tra i prodotti che hanno contribuito a trainare questi consumi figurano i prodotti plant-based, che sono stati apprezzati un pò da tutte le fasce d’età per il loro impatto ambientale: il 46% degli italiani li apprezza proprio perché, rispetto ad altri prodotti alimentari, richiedono un minore impiego di risorse naturali. Un dato confermato anche da una recente ricerca Nielsen che ha evidenziato come sia venuto nel tempo a delinearsi un nuovo tipo di consumatore che ha iniziato ad orientare le sue abitudini alimentari verso il green e verso la riduzione del consumo di carne. Si tratta di quei consumatori che si definiscono flexitariani, il 90% dei quali mangiano anche carne ma affermano di averne ridotto il consumo nel 2021.

 

 

Molto interessante è anche un altro dato rivelato da un report dell’Osservatorio Sonda:

l80% dei consumatori è pronto a spendere di più. Sì, ma per cosa e, soprattutto, quanto di più? Per prodotti o servizi che rispondano alle loro esigenze di sostenibilità. Nello specifico, questi consumatori dichiarano di arrivare a spendere fino all’8% in più per le aziende che utilizzano confezioni e materiali riciclabili o compostabili nei packaging e fino al 20% in più per quei ristoranti che propongono menu sostenibili e stagionali. Ciò che resta ancora poco comprensibile per il consumatore, insomma l’unico neo è quello della trasparenza nella comunicazione di questi prodotti: per il 58% di loro le informazioni sul concetto di filiera sostenibile sono lacunose, mentre per il 23% sono scarse.

 

Il dessert che fa bene: la macedonia di frutta rinfresca e addolcisce ogni momento della giornata

È un piatto semplice, gustoso, ideale per le giornate estive. Per un dopocena, una merenda o a colazione. La macedonia non ha stagioni, nel senso che può essere declinata sulla frutta fresca disponibile al momento. E, come qualità suprema, ha quella di essere una soluzione ideale per un dessert non solo dolce e sfizioso ma anche sano e rifrescante.

 

In realtà è una non ricetta, nel senso che, appunto, può stare bene in mille modi e, con grande versatilità, e in grado di suggerire abbinamenti, condimenti e fantasie personali. La macedonia, in generale, indica un mix di frutta tagliata e condita con zucchero e succo di limone che deriva il suo nome dalla Penisola Balcanica.

 

In particolare dal Regno di Macedonia, terra d’origine di Alessandro Magno. Un territorio con al suo interno lingue e culture diverse: cristiane, islamiche, ebraiche. Insomma una vera e propria macedonia di tradizioni, così come questa dolce preparazione a base di frutta.

 

Secondo una leggenda, invece, Macedonia era il nome della servitrice di Antonina, la moglie infedele del generale bizantino Belisario. Fu lei, sembra, a rivelare al generale l’infedeltà della donna. Per vendicarsi di Macedonia, Antonina le fece tagliare la lingua che venne fatta a pezzi e gettata nel mare.

 

Lontana da questa origine cruenta, la macedonia è frutta a pezzi che diventa un evergreen per tutte le stagioni. D’inverno trova nel suo mix l’uva, le pere, i kiwi e le arance costrendo un pieno di vitamine e di benessere, meglio se con l’effetto croccante della frutta secca come nocciole o noci. D’estate trova un fragrante matrimonio con meloni, ciliegie, albicocche, pesche e anguria. Senza dimenticare, volendo, una bella pallina di gelato accanto. Il condimento classico è quello composto dall’immancabile succo di limone e da una spolverata di zucchero di canna, magari aromatizzato da un paio di foglioline di menta. Quella che proponiamo è, invece, una versione estiva con un succo diverso e sfizioso.

 

 

Macedonia di frutta estiva con succo di mela verde

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 melone estivo
  • 4 kiwi
  • Mezza anguria
  • Mezzo ananas
  • 4 albicocche
  • 1 mela verde
  • 1 lime
  • Zucchero di canna

 

 

Procedimento

Lavare, tagliare il melone a fette sottili ed estrarre la parte edibile.

Lavare, tagliare l’anguria a fette, estrarre la parte rossa dalla buccia senza intaccare il bianco e tagliarla a spicchi spessi.

Procedere nello stesso modo con l’ananas eliminando anche la parte fibrosa al centro.

Lavare e tagliare le albicocche denocciolate in quattro parti.

Sbucciare e tagliare anche i kiwi in quattro parti.

Lavare, sbuccare, togliere il torsolo e tagliare la mela a fette passandola nel frullatore con poca acqua e il succo del lime.

Aggiungere lo zucchero a piacere prima di versarlo sulla frutta disposta in verticale dentro capienti bicchieri di vetro.

 

Tutto il sole dell’estate nella dolcezza naturale di una composta cremosa a base di pesche bio

La ricchezza di vitamine e oligoelementi fanno della pesca un ottimo alleato di salute e bellezza. Non a caso, il pesco rappresenta lalbero della vita e il suo frutto è uno dei simboli della primavera. Ricca di vitamine e sali minerali, la pesca è ideale per unire il benessere della frutta allo zucchero di canna nella delicatezza di una composta. Prima di tutto, perché le pesche contribuiscono a migliorare le difese dell’organismo con un buon contenuto di vitamina C e di vitamina A. Inoltre, i sali minerali, come potassio, ferro, manganese e fluoro sono presenti in buona quantità, soprattutto il potassio che agevola la regolazione della pressione sanguigna facilitando l’eliminazione dei liquidi in eccesso e contrastando la ritenzione idrica. Senza dimenticare i flavonoidi presenti nella pesca e che esplicano una significativa azione antiossidante.

 

L’arrivo delle pesche nella zona mediterranea sembra trovare origine dalle scorribande di Alessandro Magno che, rimasto sbalordito dal loro sapore e dalla loro bellezza mentre era in visita ai giardini di Dario III in Persia, le portò con sé a Roma aprendo la strada alla fortuna di un frutto apprezzato oggi in tutto il mondo.

 

Le pesche hanno tradizioni storiche che risalgono all’Antico Egitto, terra in cui veniva considerato il frutto di Arpocrate, dio del silenzio e dei bambini: le guance degli infanti sono morbide e rotonde proprio come una bella pesca matura. In Cina, invece, la pesca ha il valore simbolico dell’immortalità, mentre una leggenda antica racconta la sua origine in un seme rinvenuto da un pescatore nel ventre di un pesce: dopo averlo piantato nel suo giardino ecco nascere questo splendido albero dai fiori rosa. In Giappone l’albero del pesco è considerato il protettore dalle forze malefiche, mentre in alcune tradizioni europee la pianta veniva utilizzata dagli stregoni per la guarigione dei malati attraverso il trasferimento del male proprio nel pesco.

 

La preparazione delle pesche in composta, invece, è una lavorazione gastronomica che nasce in epoca medioevale e che deve il suo nome al termine francese compôte, derivato, a sua volta, dal latino composita. Spesso non facciamo distinzioni tra marmellata, confettura e composta e, in effetti, si tratta in ogni caso di conserve, ovvero di prodotti che l’uomo ha saputo elaborare sin dall’antichità per conservare la bontà della frutta durante tutto l’anno. Ma per marmellata s’intende una composizione di zuccheri, acqua e agrumi che vengono cotti e diventano gel attraverso l’azione della pectina, un addensante naturale contenuto nella frutta. Per confettura s’intende, invece una composizione di zuccheri, acqua, polpa concentrata o purea di uno o più frutti che si condensano in cottura. La composta, infine, si differenzia dalla confettura per la maggiore quantità di frutta usata e il minore consumo di zuccheri.

 

 

La Composta Cremosa di frutta a base di pesche bio Ohi Vita valorizza al meglio il lavoro di selezione delle migliori pesche da parte di cooperative specializzate nella produzione agronomica di qualità. La zona tipica di coltivazione delle pesche è un percorso che attraversa le province di Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. In Romagna si coltivano le pesche più buone dEuropa riconosciute e riconoscibili per le proprie caratteristiche organolettiche e gustative uniche. Qui la storia e la tradizione culturale si uniscono alla sapienza e alla capacità di una terra da sempre vocata alla frutticoltura.